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martedì 19 marzo 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

​L’eredità dell’uomo bianco e dell’uomo rosso

di Adolfo Santoro - sabato 07 maggio 2022 ore 07:30

L’eredità culturale e transgenerazionale è qualcosa di misterioso che è stato trasmesso tra le generazioni probabilmente sia in maniera epigenetica, sia attraverso l’apprendimento prima biologico, poi imitativo ed infine esperienziale. 

La cultura propria dell’uomo è probabilmente iniziata quando, nella savana africana, è diventato bipede, per cui si è accorto della presenza della volta celeste. La sfericità della volta celeste gli ha permesso di comprendere che il cerchio e il suo centro, che è dappertutto, sono la chiave di comprensione dell’origine della vita: l’uovo cosmico, col suo baricentro volto verso il basso, è, infatti, il simbolo rintracciabile nelle varie cosmogonie e permetteva la certezza dell’eterno ritorno delle stagioni.

I bianchi hanno perso, nel corso del loro “progresso”, il contatto con la sfericità dell’Origine e si sono calati in una sola dimensione del tempo: quella dell’effimero presente che, come una freccia, va verso la morte e che è oggettivamente misurabile, così come lo spazio. Per cogliere la dimensione dello spazio/tempo come sfericità bisogna accedere a quella che Agostino chiamava “estensione spirituale”. In questo modo si può vivere a due dimensioni: quella della freccia e quella del cerchio, che combinandosi insieme formano la figura armoniosa dell’elica, che permette l’eterno ritorno nello stesso punto, ma ad un piano superiore.

Nel Medio Evo la dimensione del cerchio prevaleva. Con la fondazione del Monte dei Paschi, nel 1472, è esplosa la dimensione della freccia, strettamente connessa al commercio e al capitale da investire. E col commercio è esplosa la furbizia dell’uomo bianco. Quando, solo venti anni dopo, Cristoforo Colombo“scoprì” il Mondo Nuovo, ebbe la furbizia di spacciare dei vetrini per pietre preziose in cambio dei tesori che i Nativi ingenuamente gli offrirono. Ne seguì quel che sappiamo e che spesso viene dimenticato: la fondazione della cultura di quelli che diventeranno gli Stati Uniti sul genocidio dei Nativi.

Si sa: chi semina vento prima o poi raccoglierà tempesta. Nella cultura degli statunitensi c’è sempre stato il vissuto della paura del pericolo dell’ ”uomo rosso”. Il Capo Leon Shenandoah, Onondaga diceva: “Se voi uomini bianchi non foste mai arrivati, questo paese sarebbe ancora come un tempo. Tutto avrebbe conservato la purezza originaria. Voi l’avete definito selvaggio, ma in realtà non lo era. Era libero. Gli animali non sono selvaggi; sono solamente liberi. Anche noi lo eravamo prima del vostro arrivo. Voi ci avete trattato come selvaggi, ci avete chiamato barbari, incivili. Ma noi eravamo solamente liberi!”.E Toro Seduto, Sioux, affermava: “Quale trattato, che i bianchi hanno stipulato, ha infranto l’uomo rosso?Nessuno! Quale trattato, che noi abbiamo stipulato, ha rispettato l’uomo bianco? Nessuno! 

Quando ero ragazzo, i Sioux possedevano il mondo: il sole sorgeva e tramontava sulla loro terra. avevamo diecimila uomini per combattere. Dove sono adesso i guerrieri? Chi li ha uccisi? Dove sono le nostre terre? Chi le possiede ora? Quale uomo bianco può dire che io ho mai rubato un pezzo della sua terra o una moneta dei suoi soldi? Eppure essi dicono che io sono un ladro! Quale donna bianca, anche se sola, ho mai fatto prigioniera o offesa? Eppure essi dicono che io sono un indiano malvagio! Quale bianco mi ha mai sorpreso ubriaco? Chi è mai venuto da me affamato e non è stato poi saziato? Chi mi ha visto picchiare le mie mogli o maltrattare i miei figli? Quale legge non ho rispettato? È una colpa se io amo il mio popolo? È una colpa se la mia pelle è rossa? Forse perché sono un Lakota? Perché sono nato dove mio padre è morto e perché voglio morire per il mio popolo e la mia terra?”.

I Nativi tuttavia erano ben consci del fatto che i bianchi vivevano ad una dimensione e li irridevano chiamandoli square, squadrati. Dicevano: “Voi bianchi nascete in cubi, vivete in cubi, morite in cubi. La culla è un quadrato fatto a cubo, così sono anche i vostri palazzi e la vostra bara. Per noi indiani non c’è il cubo, ma ci sono il cerchio e la sfera: nasciamo nel cerchio della nostra tribù al di sotto del cielo stellato, viviamo nella circolarità del ritorno delle stagioni, le quattro direzioni vanno fino all’infinito.”. La Terra era una Madre per i Nativi, perché forniva loro cibo, vesti e rifugio. In segno di ringraziamento essi avevano un’amorevole e protettiva attenzione verso di essa: cercavano di mantenerla incontaminata.

Quando si spostavano nel loro nomadismo, rimuovevano gli accampamenti cancellando le tracce della loro presenza. Quando si spostavano nel bosco, badavano a non rompere il minimo fuscello, perché, la tribù nemica – ma, in ultima analisi, la morte - poteva raggiungerli. La loro “ruota della medicina” comprendeva i quattro elementi – terra, fuoco, aria, acqua -, e la corrispondenza con i punti cardinali, le stagioni, gli animali, i regni della natura, gli spiriti, i colori, i numeri, i periodi del tempo, le posizioni che l’uomo può assumere, gli aspetti dell’interiorità dell’uomo e i negativi di questi aspetti, le manifestazioni proprie della cultura umana e gli strumenti musicali.

Oren Lyons, Guardiano della fede del Clan della Tartaruga, Onondaga, affermava: “L’uomo talvolta crede di essere stato creato per dominare, per dirigere. Ma si sbaglia. Egli è solamente parte del tutto. La sua funzione non è quella di sfruttare, bensì è quella di sorvegliare, di essere un amministratore. L’uomo non ha né potere, né privilegi. Ha solamente responsabilità.”. Audrey Shenandoah, Onondaga, aggiungeva: “Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro. Noi abbiamo una responsabilità sacra, dovuto a questo dono eccezionale che ci è stato fatto, ben al di sopra del dono meraviglioso che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, degli uccelli, e di tutte le creature che vivono sulla terra. noi siamo in grado di prenderci cura di loro.”.E, infine, Lorraine Canoe, Mohawk: “Ogni cosa che dà la vita è femminile. Quando gli uomini cominceranno a capire la segreta armonia dell’universo, di cui le donne sono state sempre state a conoscenza, il mondo cambierà in meglio.”.

Adolfo Santoro

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