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martedì 19 marzo 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

Il riscaldamento globale è adesso

di Adolfo Santoro - sabato 29 ottobre 2022 ore 08:00

I record di temperatura stanno anticipando di 30 anni i modelli climatici previsti dai metereologi. Il riscaldamento globale è di +1,1 °C rispetto all’era preindustriale), le ondate di calore estreme che in passato si verificavano una volta ogni 10 anni sono 2,8 volte più frequenti. I metereologi si sono sorpresi nel costatare che le fredde isole britanniche abbiano raggiunto i 40 °C. La situazione potrebbe peggiorare: secondo le stime dell'IPCC, se l’aumento delle temperature non sarà contenuto entro 1,5°, gli episodi di rialzo termico prolungato potrebbero avvenire con una frequenza quattro volte maggiore. L’allarme è particolarmente grave per l’Italia che si stia scaldando più velocemente di una volta e mezzo rispetto alla media delle terre emerse e di due volte rispetto a tutto il Pianeta.

Le conseguenze del caldo estremo sono siccità con grandi fiumi asciutti e ghiacciai che si sbriciolano, incendi e morti precoci. Un’altra conseguenza del riscaldamento globale è, secondo un’Università cinese, lo spostamento dei poli della Terra secondario allo scioglimento dei grandi ghiacciai: la Terra, infatti, gira come una trottola, che, a causa della variazione della distribuzione delle acque, inizia ad oscillare per ritrovare un equilibrio.

Nonostante questi dati che indicano che il disastro globale è sempre più pressante, il livello di allerta tra uomini e governi non è così elevato, anche se sta aumentando per lo meno tra le popolazioni. Secondo i risultati della seconda ricerca “Climate Reality Barometer” di Epson, condotta intervistando 26.205 in 28 Paesi (Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Egitto, Francia, Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Kenya, Malesia, Messico, Marocco, Filippine, Arabia Saudita, Singapore, Sud Africa, Corea del Sud, Spagna, Taiwan, Tailandia, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti e Vietnam), il global warming è percepito come uno dei tre problemi più importanti, con differenze nei livelli di fiducia a seconda dei fattori economici e dell’età: le persone credono che le conseguenze del global warming non si verificheranno nel corso della loro vita e sono più preoccupate dalla crisi economica (22%) e dall’aumento dei prezzi (21%), mentre il cambiamento climatico si colloca al terzo posto (20%). Tuttavia, le preoccupazioni per il clima non portano al pessimismo: paradossalmente il sondaggio indica che l’idea di poter scampare la catastrofe climatica, che era del 46% degli intervistati prima della COP26 di Glasgow del novembre 2021, è ora salita al 48%.

Tra i singoli Paesi membri del G7 i livelli di “irragionevole ottimismo” - o di “illogica allegria” secondo l’espressione di Giorgio Gaber - sono risultati significativamente inferiori rispetto alla media mondiale del 48%: gli Stati Uniti sono al 39,4%, il Canada al 36,6%, il Regno Unito al 28,4%, l’Italia 25,2%, la Francia al 22,5%, la Germania al 23,8%, il Giappone al 10,4%. Le economie emergenti e in rapida crescita invece registrano livelli di ottimismo sul clima nettamente superiori alla media globale: Cina (76,2%), Filippine (71,9%), India (78,3%), Indonesia (62,6%), Kenya (76%) e Messico (66%).

I risultati dello studio Epsom suggeriscono inoltre che l’età è un altro fattore importante: le fasce più anziane e più giovani sono più preoccupate del cambiamento climatico. Gli intervistati con più di 55 anni sono l’unico gruppo a citare il cambiamento climatico come problema mondiale più urgente (22,2%), quelli di età tra 16 e 24 anni sono gli unici a classificarlo al secondo posto (19,3%), mentre tutte le altre fasce d’età lo posizionano al terzo.

Anche tra gli italiani, che ora sono impegnati, in larga parte, a sperare che il nuovo governo risolva tutti i loro problemi, il 40,4% delle persone intervistate, in linea con la media mondiale, ritiene che l’aumento dei prezzi e la correzione dell’economia siano le questioni più urgenti, mentre il 29,1% (più del 20% registrato a livello mondiale) afferma che il cambiamento climatico è la questione più urgente che i governi, le imprese e gli individui devono affrontare. La situazione cambia con l’età: per gli intervistati tra i 16 e i 24 anni la preoccupazione per il clima è del 35,5% degli intervistati (contro il 28,8% degli intervistati di età superiore ai 55 anni). Il 41,4% degli italiani è pessimista circa la possibilità di evitare un disastro ecologico nel corso della propria vita, mentre il 25,2% ritiene che non ci sarà.

Lo studio Epson mostra però un dato confortante: l’80% degli intervistati “vedono” con i loro occhi gli effetti del cambiamento climatico e riconoscono in questa evidenza il fattore più influente nel creare consapevolezza contro il negazionismo. Ed ancora più confortante è l’impegno in prima persona per limitare gli effetti del riscaldamento globale: si spostano di più a piedi o in bicicletta (si è passati dall’83,7% all’87,2%, mentre il 31,8% lo fa da più di un anno); il passaggio alle energie rinnovabili è cresciuto dal 78,2% all’82,4%, mentre il 18,6% le utilizza da più di un anno; hanno ridotto i viaggi internazionali d’affari e di piacere dal 65,1% al 68,2%, mentre il 23% li ha ridotti da più di un anno; il passaggio ai veicoli elettrici è aumentato dal 68% al 72,7%, mentre il 10,6% ricorre ad essi da più di un anno; l’adozione di una dieta a base vegetariana è cresciuta dal 67,6% al 68,9%, mentre il 16,5% la utilizza da più di un anno.

Vedremo la prossima settimana che a questa tendenza al comportamento virtuoso delle popolazioni non corrisponde un’analoga tendenza dei governi, che adottano misure incongrue rispetto al pessimismo apparentemente dichiarato.

Adolfo Santoro

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