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martedì 19 marzo 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

​Il vero rischio del gassificatore

di Adolfo Santoro - sabato 20 agosto 2022 ore 17:00

Nella vita, come nella psicoterapia, la prima regola è “non farsi male”.

È una regola che può essere compresa solo da chi ha imboccato la seconda parte della vita.

Mi spiego meglio.

Già l’antica sapienza iniziatica si manifestava, ad esempio, nelle carte dei tarocchi ponendo la carta della Morte al centro del mazzo, come a dire che solo la consapevolezza della morte può aprire ad un mondo superiore.

Dante iniziava la sua Commedia con “Nel mezzo del cammin di nostra vita…” e, per “riveder le stelle”, dovette fare un lungo percorso iniziatico.

Kierkegaard scorgeva nel pensiero della morte, direi nella consapevolezza della morte, l’unica condizione in grado di ridestare l’uomo dal suo torpore spirituale quotidiano.

Heidegger scoprì il suo valore quando cominciò a parlare di “vivere per la morte”: l’uomo fin dalla nascita si trova gettato nel mondo e ha da subito un’inclinazione alla vita in autentica, nella “deiezione”, che nasce da un senso di colpa iniziale dell’uomo dovuto alla sua condizione di spaesamento nel mondo, a un incalzante senso di dispersione. Il vissuto dell’uomo autentico, invece, decide in funzione del proprio esserci e si differenzia dal vissuto inautentico dell’uomo anonimo che è caratterizzato dal ripetere un sì passivante a tutto.

Per Jung la fine del processo di individuazione, che è la coincidenza degli opposti dentro di sé, è preceduta da una serie di altre fasi: 1) il soggetto è totalmente inconsapevole del proprio inconscio; 2) il soggetto si rende conto che c'è una gran parte di se stesso che è stato ignorato da lui stesso; 3) il soggetto si accorge che dentro di sé c’è una parte negativa, un’ombra: si accorge cioè di essere diviso, 4) il soggetto inizia ad integrare la sua polarità maschile, l’animus, con la sua polarità femminile, l’anima; 5) l’illuminazione della polarità fondamentale “maschile/femminile” permette l’apertura della mente, che però può dare un senso di onnipotenza confondente: il soggetto deve allora ritrovare in sé l’opposto fondante che è il ritorno alla terra riacquisendo il senso di umiltà.

E Klimt nel suo quadro “Morte e Vita” rappresenta la morte sulla sinistra che guarda sorniona e minacciosa lo svolgersi della vita disattenta.

I politici nostri e di tutto il mondo sono soggetti inautentici, giunti troppo presto a governare: sono politici, insomma, di professione. Sono legati all’Avere, al possesso, e poco inclini all’Essere, alla protezione della Vita sulla Terra. L’occupazione strategica del territorio è per loro fondamentale rispetto alla Vita di tutti gli Esseri presenti nelle nicchie ecologiche.

Prendiamo un caso: quello del rigassificatore di Piombino. È stato progettato praticamente al centro di una cittadina e al centro di un territorio che include la Costa per miglia e miglia e l’isola d’Elba. Saranno state prese misure per la protezione dagli incidenti, anche se il rischio zero non c’è ed un eventuale errore potrebbe avere conseguenze paragonabili a quelle di una bomba nucleare di potenza medio/forte con effetti esiziali sulle miglia di costa interessate e sull’isola d’Elba.

Ma, al di là di questo, il fatto che, con l’oggettiva complicità dei politici, sia stata saltata la fase della VIA (Valutazione Impatto Ambientale) nella decisione del gassificatore nel porto di Piombino, ha impedito di considerare la possibilità di un attacco terroristico verso un obiettivo oggettivamente “facile”: la nave che trasporta il gas può essere facilmente attaccata in particolare all’ingresso del porto di Piombino e la nave rigassificatrice può essere facilmente attaccata in ogni momento del suo funzionamento. Basta una piccola banda di foreign fighters a provocare un disastro da bomba atomica.

In un’intervista a Piero Angela sul rigassificatore off-shore, pubblicata nel libro “La sfida del secolo” del 2007, alla domanda “E quale sarebbe il peggiore incidente immaginabile?” Angela rispose: “Per esempio, una grande nave metaniera, che trasporta 125 mila metri cubi di gas liquefatto a bassissima temperatura, contiene un potenziale energetico enorme. Se nelle vicinanze della costa, per un incidente, dovesse spezzarsi e rovesciare in mare il gas il gas liquefatto, potrebbe cominciare una sequenza di eventi catastrofici. Il gas freddissimo, a contatto con l'acqua di mare, molto più calda, inizierebbe a ribollire, a evaporare e formare una pericolosa nube. Questa nube di metano evaporato rimarrebbe più fredda e più densa dell'aria e potrebbe viaggiare sfiorando la superficie marina, spinta dal vento, verso la terraferma. Scaldandosi lentamente la nube comincerebbe a mescolarsi con l'aria. Una miscela fra il 5 e il 15 per cento di metano con l'aria è esplosiva. Il resto è facilmente immaginabile. Se questa miscela gassosa, invisibile e inodore, investisse una città, qualsiasi (inevitabile) scintilla farebbe esplodere la gigantesca nube. La potenza liberata in una o più esplosioni potrebbe avvicinarsi a un megaton: un milione di tonnellate di tritolo, questa volta nell'ordine di potenza istruttiva delle bombe atomiche. Le vittime immediate potrebbero essere decine di migliaia, mentre le sostanze cancerogene sviluppate dagli enormi incendi scatenati dall'esplosione, ricadendo su aree vastissime, sarebbero inalate in "piccole dosi", dando luogo a un numero non calcolabile, ma sicuramente alto, di morti differite nell'arco di 80 anni. Si tratta di uno scenario assolutamente improbabile, ma non impossibile.”. Al che il giornalista Lorenzo Pinna esclamò: “Terrificante. Si può immaginar qualcosa di peggio o questo è lo scenario da incubo finale?”. Angela rispose: “Quello della metaniera, che si spezza vicino alla costa, viene definito il peggior scenario "energetico" possibile. Cioè l'incidente più catastrofico immaginabile fra tutte le fonti energetiche.".

In questo momento, la nave-rigassificatore, ormeggiata a una ventina di chilometri al largo di Livorno, è protetta solo dall’articolo 13 (condizioni di sicurezza per operatività) dell’Ordinanza della Capitaneria di Porto di Livorno, che considera solo le condizioni “meteomarine”.

E come sono protetti gli altri gassificatori sparsi per l’Italia?

Ovviamente mi auguro che nessun foreing feighters legga queste righe. Ovviamente auspico che le leggano i nostri governanti che si sono lasciati coinvolgere in una guerra degli USA senza comprendere che cosa significhi la guerra. Ora più che mai il pacifismo e il disarmo totale sono l'unica risposta sensata!

Adolfo Santoro

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