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giovedì 10 ottobre 2024

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

​L’ottimismo irrealistico dei narcisisti

di Adolfo Santoro - sabato 17 febbraio 2024 ore 08:00

Che cosa hanno in comune Joe Biden, Benjamin “Bibi” Netanhyau e Elon Musk? La risposta ovvia è che sono tutti e tre narcisisti, cioè servi ignari del potere che venerano un loro dio personale e nazionalista: hanno dimenticato lo Spirito e la Fratellanza che accomuna tutti gli Esseri e che dà Umanità agli Esseri umani. Ma c’è qualcosa in più che accomuna i tre narcisisti su menzionati: nelle loro famiglie c’è stata la perdita di un primo figlio maschio ed il dolore, non elaborato, sembra aver preso altre vie. Ogni via a modo proprio, s’intende, ma, nel caso delle persone di potere, il mancato equilibrio interiore rischia di riflettersi sulle sorti dell’umanità intera.

Il figlio di Biden, “Beau”, all’età di 3 anni fu coinvolto in un incidente stradale: la madre aveva fatto salire in auto lui, il fratello Hunter e la sorellina per andare a comprare un albero di Natale, ma, durante il viaggio, non aveva rispettato uno stop e l’auto fu travolta dal rimorchio di un trattore; Beau riportò una frattura ad una gamba, Hunter subì una frattura del cranio. Per il resto della loro vita Beau e Hunter rimasero “attaccati” tra di loro ed hanno guidato il dolore del padre: furono loro ad incoraggiare Joe a risposarsi invertendo l’ordine generazionale verso il genitore giuggiolone. Beau poi si laureò in legge, fece la sua carriera politico-militare e, proprio quando intendeva proporsi come governatore del Delaware, il suo cervello non resse allo stress: in poco tempo, morì di un tumore cerebrale. Joe ed Hunter furono ancora di più inondati dal dolore. Hunter ha affermato: “Penso che ci sia solo una cosa che per gli esseri umani sia sicura ed è il dolore. Tutti proviamo dolore. È ciò che ne facciamo a decidere che corso avranno le nostre vite.”. Al fine di nascondere il dolore Hunter divenne tossicodipendente da alcool e droghe senza lasciare la “carriera” per lui già tracciata: divenne avvocato, artista, lobbista e manager di società private con intrallazzi in Ucraina e Cina; ristabilì così l’ordine generazionale: era Joe (con gli zii e i nonni) che doveva occuparsi di Hunter e non il contrario! È finita che ora Joe, ad 81 anni, presenta, dietro una facciata di normalità mantenuta ormai da anni, i segni di demenza e non vuole rinunciare a sfidare Trump nelle elezioni a Presidente. È strano il messaggio della demenza senile! Compare in chi ha sempre dimostrato che in lui non coabita tanto la saggezza, quanto l’attaccamento al controllo sul contesto senza rendersi conto che il centro di se stesso non è in se stesso, ma nel mondo del business. Una vita banale, quella di Joe, come la sua malattia, propria di chi non si è mai fermato a fare i conti con se stesso.

Una via diversa ha imboccato il dolore nel caso della famiglia Netanhyau, in cui la morte prematura è quella del fratello di Bibi, Yoni, che fu l’unico militare ucciso nell’”operazione Entebbe” del 1976: a seguito del dirottamento di un aereo con 248 passeggeri e 12 membri dell’equipaggio ad Entebbe, capitale dell’Uganda, furono presi in ostaggio almeno 105 israeliani o ebrei, fu richiesta la liberazione di 40 palestinesi detenuti nelle carceri di Israele e di altri 13 palestinesi detenuti nelle carceri di altri Stati. Le trattative di liberazione degli ostaggi furono lunghe e infruttuose e ciò diede il tempo ai militari israeliani di organizzare un commando che, con stratagemmi vari, riuscì ad uccidere tutti i dirottatori riportando “basse perdite” tra gli innocenti. Ne seguirono un mito e un film che continuano ad inspirare la destra israeliana nella rancorosa vendetta contro il popolo palestinese: nell’intento di strutturare la “grande Israele” del sionismo, che intende imporre ai Giordani i confini descritti dalla Bibbia, Bibi ha scelto come nemico Hamas favorendone l’ascesa ai danni dei palestinesi e degli israeliani laici, ignorandone le minacce comunicategli dai servizi segreti egiziani, rispondendo, come in una partita a scacchi, alla crudele ed irriflessiva mossa di Hamas con maggiore crudeltà e irriflessività. Dietro Hamas, il vero nemico sono i laici: solo dal dialogo tra laici ci può essere una risoluzione a questa immane tragedia. Le conseguenze di tale livore si stanno paradossalmente verificando anche nella famiglia di Bibi: suo figlio, Yair, che già nello scorso aprile aveva alimentato, con i suoi slogan di ultra-destra, le proteste contro il governo Netanyahu da parte degli israeliani laici, è stato spedito dai genitori a Miami, dove (in barba ai riservisti che, costretti ad abbandonare moglie e figli, sono stati spediti nella striscia di Gaza) sta facendo la sua vita da figlio di papà.

Meno tragica, ma altrettanto folle, è la storia personale e familiare di Elon Musk, l’”uomo più ricco del mondo”, figlio di Maye (di origine canadese e modella fotografica, sempre in lotta per mantenere la linea) e di Errol (sudafricano di origine inglese, ingegnere). Ad Elon è stata diagnosticata una sindrome di Asperger: iniziò a parlare con ritardo, gli è sempre rimasta la paura della solitudine ed era attratto, fin da fanciullo, da cose inanimate: i problemi di logica, lettura enciclopedica, la programmazione del computer; tratta, insomma, tutto come un oggetto, ha una capacità empatica povera: il suo cervello destro, che sa cogliere aspetti percettivi che ai più sfuggono, comunica male con quello sinistro, impegnato in atti ripetitivi volti a restituirgli un senso di competenza. Questa dis-integrazione del cervello e della personalità trova la radice in una combinazione di aspetti organici ed aspetti educativi. Si può dire che l’infanzia di Elon non sia stata “sicura”: quando aveva 10 anni, i suoi genitori divorziarono dopo un matrimonio fatto di violenze e abusi da parte di Errol; Maye lottò per mantenere i suoi tre figli e, quando decise di tornare in Canada, Elon scelse di rimanere col padre. Di questa decisione Elon si pentì: di Errol ha detto “un terribile essere umano”. Che non sia un essere “amorevole” Errol l’ha mostrato più volte: ha dichiarato, senza comprendere la natura della sindrome di Asperger, di non essere per niente orgoglioso di Elon, che, ancora oggi, considera un ragazzino infelice; non interveniva quando Elon era bullizzato dai suoi coetanei, che lo lanciarono da una rampa di scale e determinarono la sua ospedalizzazione per frattura del setto nasale e perdita di coscienza (questo spinse Elon a difendersi da solo e aad esaltare la sua competitività: a 15 anni era già un campione di karate, judo e wrestling); Errol è stato processato e assolto, anni fa, per omicidio colposo dopo aver ucciso tre uomini che avevano tentato di entrare nella sua casa di Johannesburg; Errol ha avuto un figlio con la figliastra di 40 anni più giovane di lui. Fu Maye, abituata a vivere dell’essenziale, a motivare i suoi tre figli verso l’esplorazione, ispirata, com’era, dalle scelte dei suoi genitori: questi, quando Maye era piccola, si erano trasferiti dal Canada in Sudafrica, avevano esplorato il mondo su un aereo a elica ed avevano vagato, per oltre dieci anni, per il deserto del Kalahari alla ricerca di una leggendaria città perduta. Solo da adulto Elon riuscì a separarsi dal padre, raggiunse la madre in Canada e, di qui, passò negli USA, che era il contesto ideale perché la sua mente potesse realizzare i suoi punti di vista tra il geniale e il bizzarro: un nuovo modo di pagare (PayPal), le auto ad energia elettrica, l’antesignana degli e-commerce, la creazione di interfacce neurali da impiantare nel cervello, il progetto di tunnel per ridurre il traffico di superficie, i viaggi in treno alla velocità del suono, la ricerca sull’intelligenza artificiale, ma anche “il COVID è poco più di un raffreddore” e il turismo su Marte. Nella sua mente c’è un dio laico (derivato da una lettura schematica del filosofo Spinoza), che vuole salvare l’umanità attraverso un’unica intelligenza collettiva artificiale, guidata dalla ricerca scientifica, che richiede una fede militante e che, in ultima analisi, vuole sconfiggere la morte. Un mondo di robot, a misura dell’arida emotività degli Asperger!

Questa aridità ha operato anche nella vita privata di Elon. Per anestetizzare il dolore susseguito alla morte in culla del suo primo figlio, ricorse più volte alla fecondazione assistita (degli undici figli alcuni sono gemelli) o ad una madre surrogata ed appose ai figli nomi altisonanti o bizzarri (Nevada Alexander, Xavier Alexander, X Æ A-XII, Exa Darl Sideræl, Techno Mechanicus). Dal suo punto di vista si può comprendere la sua invocazione “Italiani, fate figli”: la fecondazione assistita per lui risolve ogni problema! Successe poi che, mentre Elon derideva sui social il mondo LGBTQIA (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer, intersessuali, asessuati), il figlio Xavier Alexander, che fino all’adolescenza aveva nascosto il suo sentirsi appartenente al genere opposto, abbia fatto nel 2022 “coming out” e si sia sottoposto alla chirurgia per diventare “Vivian Jenna” cambiando il cognome del padre in quello della madre. In un mondo Asperger, dov’è assente l’interiorità, nascosta dall’aggrapparsi ad un’identità esteriore, propria della società dello spettacolo, Elon ha ovviamente rifiutato ogni sua responsabilità ed ha dato la colpa alla scuola “marxista”, frequentata dal/la figlio/a da adolescente, ed ha twittato: "È andata oltre il socialismo, diventando una comunista a tutti gli effetti e pensando che chiunque sia ricco sia malvagio". Come si fa a dare torto a Vivian Jenna, se ha veramente realizzato che i ricchi sono intrinsecamente falsi e malvagi? Non dimostra tutto ciò la verità dell’affermazione di Oscar Wilde (noto gay): “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”?

In effetti i ricchi sono diventati tali non perché intelligenti, ma grazie ad un misto di furbizia e stupidità e ad un’alta dose di circostanze “fortunate”, proprie dell’economia liberista: finché c’è qualcuno da sfruttare e finché manca l’etica, facendo finta che non ci siano sofferenza e morte, c’è progresso; e la maggior parte del genere umano, pur invidiando i ricchi, mira a diventare ricco. Si diventa ricchi grazie a quello che in neurobiologia viene chiamato “unrealistic optimism”, ottimismo non suffragato dai dati di realtà. È la visione del giocatore d’azzardo: qualche volta può andare bene o molto bene, ma alla fine i nodi vengono al pettine ed è il banco che vince. Anche i ricchi, però, hanno paura delle conseguenze del progresso: hanno paura, ad esempio, della catastrofe ecologica o della bomba atomica, ed in questi ambiti le assicurazioni non assicurano. Restano allora soluzioni “autistiche”, tutte accomunate dalla fede nella scienza: costruirsi dei fortini anti-atomici, come ha fatto Bill Gates, colonizzare Marte, come vuol fare Elon Musk, farsi imbalsamare come, ad esempio, fecero gli “immortalisti” russi che imbalsamarono la salma di Lenin nella speranza che un giorno la scienza l’avrebbe risuscitato!

Di fronte alle follie dell’irrealistico ottimismo, c’è solo una soluzione equilibrata, data da un altro ricco, John Lennon, quando cantava: “Immagina che non ci sia alcun paradiso, nessun inferno sotto di noi, sopra di noi solo il cielo, tutta le gente che vive solo per l’oggi; che non ci siano patrie, nulla per cui uccidere o morire, ed anche nessuna religione, tutta la gente che vive la vita in pace; che non ci siano proprietà, nessuna necessità di cupidigia o brama, una fratellanza di uomini, il mondo sarà come un’unica entità.”. La soluzione equilibrata consiste, insomma, nel fatto che i ricchi rinuncino ai loro soldi investendoli in crescita interiore di tutti gli umani, in modo che, per scelta, diminuisca quantitativamente la presenza umana sulla terra e ne migliori la qualità. Ma i sogni di Lennon rimasero sogni e fu ucciso mentre navigava ancora nella ricchezza. E, soprattutto, c’è qualcuno che sia in grado di spiegare ai ricchi che la salvezza dell’uomo risiede solo nel rispetto dell’uomo per ogni forma di vita?

Adolfo Santoro

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