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venerdì 25 aprile 2025

DISINCANTATO — il Blog di Adolfo Santoro

Adolfo Santoro

Vivo all’Elba ed ho lavorato per più di 40 anni come psichiatra; dal 1991 al 2017 sono stato primario e dirigente di secondo livello. Dal 2017 sono in pensione e ho continuato a ricevere persone in crisi alla ricerca della propria autenticità. Ho tenuto numerosi gruppi ed ho preso in carico individualmente e con la famiglia persone anche con problematiche psicosomatiche (cancro, malattie autoimmuni, allergie, cefalee, ipertensione arteriosa, fibromialgia) o con problematiche nevrotiche o psicotiche. Da anni ascolto le persone in crisi gratuitamente perché ritengo che c’è un limite all’avidità.

"Chi può guidarci fuori dal caos?"

di Adolfo Santoro - sabato 22 febbraio 2025 ore 19:45

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Chi ha ucciso il figlio della portiera?

(Francesco De Gregori, Festival)

Gentile Presidente, Le scrivo per riflettere su alcuni aspetti della caotica situazione politica attuale.Il presidente Trump ha deciso che Zelensky, l’Europa, la NATO e i democratici americani hanno perso la guerra! E, se questa decisione può aver posto fine all’escalation del massacro in atto, chi era coinvolto in una politica bellicistica, difficilmente si ricrede, fa autocritica e mette i piedi per terra. Gli sconosciuti politici e media, che sono stati foraggiati dall’USAID (l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale, creata nel 1961 da Kennedy per contrastare l’influenza dell’Unione Sovietica nel mondo ed accusata di essere una copertura della CIA, come si può dedurre dal suo bando in molti Paesi latino-americani) per fare da cassa di risonanza ai mantra suggeriti dai potenti che volevano la guerra, hanno continuato ad essere alienati da questa inconsapevolezza.

Putin si è sentito rapidamente ascoltato da Trump, oltre che per la convenienza pragmatica propria degli uomini d’affari, soprattutto perché l’origine della guerra è stata ricontestualizzata. Mi spiego meglio. 

Una comunicazione efficace parte dall’ascolto! In una situazione di conflitto, anche nella nostra piccola quotidianità, se si vuole essere parte della soluzione piuttosto che dell’escalation, bisogna partire dall’ascolto. 

L’ascolto, infatti, permette di cambiare se stessi e quindi la relazione ed in questo cambiamento l’altro non può mantenere la sua posizione di odio, a meno che non sia un cattivo che per ragioni di convenienza ignori volutamente le argomentazioni dell’altro oppure sia un ignorante, non in grado di ragionare. 

Un altro aspetto che permette la risoluzione del conflitto è partire dalla bontà intrinseca nell’essere umano ed accettare che qualsiasi caduta di stile risieda nell’incomprensione reciproca. Bisogna dunque rievocare la prima scena del conflitto percepita dai contendenti scoprendo che era diversa ed ascoltare le motivazioni di fondo dei comportamenti.

Non credo di dirLe cose nuove, perché questa è la base dell’azione di diplomazia. La narrazione della NATO si racchiudeva nel mantra riduttivo: Putin ha invaso l’Ucraina, Putin deve essere eliminato in ogni modo, la fine di questa dittatura libererà il popolo russo, che non aspira ad altro che ad essere liberato dalla democrazia. Ma la narrazione di larga parte del popolo russo e di Putin era diversa e più articolata e comprende più punti d’inizio.

Un punto d’inizio è stato la divaricazione della storia di Russia e Ucraina: nonostante il vissuto del popolo russo di aver avuto origine proprio a Kiev, il popolo russo si ostinava a percepire il popolo ucraino come parte di se stesso, come un fratello. L’Ucraina invece fin dal 1800 aveva iniziato ad aspirare ad un’indipendenza, essendo frammentata tra l’impero asburgico e l’impero zarista. L’incomprensione reciproca tra Russia e Ucraina continuò sotto il regime stalinista. 

Un secondo punto d’inizio è stato il fallimentare accordo di Yalta che avrebbe dovuto comportare la fine della seconda guerra mondiale ed un’epoca di pace ed, invece, la guerra proseguì nella guerra fredda, nella simmetria anti-comunista da parte dell’Occidente, che non aveva ritegno nel coinvolgere nella propria parte quelli che avevano perso: i nazisti tedeschi ed i nazionalisti ucraini, ad esempio. 

Il sacrificio di più di 27 milioni di sovietici durante la seconda guerra mondiale veniva vanificato nella popolazione russa e veniva trasmesso da una rabbia transgenerazionale.

Un terzo inizio è stato la dissoluzione dell’Unione Sovietica sancita da Gorbachov. Questi, in cambio della promessa di un non-allargamento della NATO ad est della Germania, aveva accettato la dissoluzione della Germania est e la caduta del muro di Berlino; la NATO aveva tradito questa promessa ed aveva iniziato una politica espansionista invadendo con la sua democrazia neo-liberista l’est europeo.

La conseguenza fu l’assedio con missili tutti i confini della Russia, finanche a favorire a ridosso della Russia un laboratorio per la guerra biologica (mai confermato, ma di cui ancora ora Putin chiede conto). 

Un quarto inizio è stato il tentativo di Putin e della Russia di uscire dall’angolino in cui i Paesi industrializzati del G7 l’avevano relegato. Non sono serviti a niente gli avvertimenti all’Occidente, espressi anche nel film di Oliver Stone The Putin interview del 2017. La reazione ad una NATO sorda, che continuava nella sua politica di erosione della predominanza russa, è stata l’operazione militare speciale in Ucraina.

È iniziata così la guerra tra Russia e Ucraina e la NATO è stata sorda agli avvertimenti di studiosi, come Alessandro Orsini, che aveva previsto che l’Ucraina non avrebbe potuto competere con la Russia per la disparità del potenziale bellico … e più di un milione di morti o gravemente resi inabili sono il tragico, inutile risultato che gli ha dato ragione. 

Ne conseguono alcune domande: Chi pagherà le conseguenze di questa politica sciagurata? Chi pagherà per la ricostruzione dell’Ucraina o di Gaza?

Se la ricostruzione è un affare per i palazzinari, per chi paga è un danno! La narrazione di Trump è Chi rompe paga ed, allora, la NATO europea deve essere pagata dall’Europa, che deve alzare il proprio PIL per l’acquisto di armi (ovviamente soprattutto americane) e l’Europa, in quanto vassalla, deve acquistare il gas americano ad un prezzo dieci volte superiore a quello fissato con la Russia prima della guerra.

Una visione disincantata di quanto ho descritto mi porta a riflettere su alcune conclusioni: 1) la guerra è stata persa dalla NATO; 2) il lavoro diplomatico europeo è stato gravemente inficiato dalla protervia aggressiva dei Paesi NATO guidati dai democratici USA; 3) la ricostruzione dei rapporti con la Russia e con la Cina è di fondamentale importanza per il futuro dell’Europa e dell’Italia; 4) è in atto nel mondo la costruzione di un’internazionale razzista e nazi-fascista.

Io penso, gentile Presidente, che Lei abbia la capacità di traghettare l’Italia e l’Europa fuori dal pantano in cui le ha precipitate la NATO. La invito perciò a non cadere in cadute di stile e di tener presente sempre l’articolo 11 della Costituzione, che recita che l’Italia ripudia la guerra. 

La invito a promuovere un’Italia e un’Europa di pace. La difesa della Costituzione è il punto di partenza per la rinascita umana, culturale ed economica dell’Italia e per una guida da protagonista in Europa e nel mondo. 

Aiuti il cambiamento anzi tutto culturale dell’Italia verso un pensare pace, dire pace, fare pace, costruire, come diceva il Buddha, una salutare economia di pace...dichiarare pace piuttosto che dichiarare guerra sabotando la politica dell’acquisto delle armi, perché per vivere in pace bisogna essere agenti di pace, in modo da risvegliare in tutti gli interlocutori questo anelito.

Io penso che Lei possa essere la guida che ridia centralità all’ONU, oltre che nel por fine alle guerre, nel contrasto al riscaldamento globale, nella responsabilità di formare la parte femminile dei Paesi del Sud del mondo verso la maschile ricomposizione della rivalità tribale ed etnica. A partire dalla Costituzione italiana, nata dalla Resistenza antifascista, Lei può anelare ad un’azione mondiale, prima culturale ed economica.

L’anelito può concretizzarsi nella centralità di casa, scuola, sanità, legalità, libera informazione come preludio che possa mettere fine alla tragedia delle migrazioni e che possa aiutare ognuno a vivere a casa propria. Casa, scuola, sanità, legalità, libera informazione … ma non sono questi gli ambiti che sono messi sotto attacco oggi in Italia?

Ma io sono fiducioso in Lei: c’è ancora tempo prima che sia troppo tardi! 

Un cittadino che non guarda Sanremo fin dal Festival del suicidio di Luigi Tenco

Adolfo Santoro

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