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venerdì 25 aprile 2025

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Panchine rosso sangue

di Federica Giusti - venerdì 11 aprile 2025 ore 07:00

Nelle nostre città sbucano sempre più panchine rosse. Ne abbiamo anche a Pontedera e sono state inaugurate qualche anno fa. Sono il simbolo contro la violenza di genere e il loro colore ricorda il colore del sangue, quello versato da ogni donna uccisa.

Nel corso del 2025, ad oggi, 7 aprile, sono state uccise in Italia 17 donne, di cui 11 vittime di femminicidi. Sappiamo quindi che ad ucciderle sono stati uomini che, per veri motivi, non hanno accettato che le donne non soddisfacessero le loro aspettative.

Tutte meritano rispetto e ricordo, ma è inevitabile che qualche storia salti all’orecchio più di altre per la crudeltà del gesto. Dopo Giulia Cecchettin, arriva alla cronaca la vicenda di Ilaria Sula, 22 enne scomparsa da Roma lo scorso 25 marzo e ritrovata poco tempo fa in una valigia. Accoltellata. Poi fatta a pezzi, e portata in una grossa valigia in un bosco nella provincia romana dal ragazzo quasi coetaneo che poi ha ammesso di aver commesso il fatto al culmine di una lite.

Ma anche Sara Campanella, uccisa il 31 marzo, ha perso la vita a soli 22 anni, perché un coetaneo studente universitario non ha accettato i rifiuti della ragazza dopo le sue numerosissime richieste.

Anche la nostra Toscana si è macchiata, in questi primi mesi dell’anno, di rosso sangue. A perdere la vita per mano dei mariti sono state due donne. Eleonora Guidi, 37 anni della provincia di Firenze è stata accoltellata l’8 febbraio dal marito mentre preparava il caffè e vicino a lei c’era il figlio di un anno e mezzo. 24 coltellate alla schiena, al collo e alla testa davanti al loro bambino. E qualche giorno dopo, il 17 febbraio, Tilde Buffoni di 80 anni ha trovato la morte per mano del marito omicida-suicida attraverso un colpo di pistola.

E poi tutte le altre. Strangolate, accoltellate, uccise con armi da fuoco. Tutte per mani di uomini. Tutte per mano di compagni o mariti, tranne Sara Campanella, come ho raccontato prima.

E non credo di scoprire l’acqua calda se dico che stiamo sbagliando qualcosa come società. Una lite, un rifiuto, un confronto più accesso non possono e non devono trasformarsi in scene del crimine. Uomini che non tollerano nessun tipo di frustrazione e sono incapaci di entrare in contatto con le loro emozioni più profonde, incapaci di fermarsi, incapaci di chiedere aiuto, incapaci di empatizzare neanche con il loro bambino, costretto a vedere la mamma uccisa brutalmente mentre prepara un caffè.

Abbiamo bisogno di una rivoluzione culturale, di maggiore rete sociale, di più gentilezza. E invece, anno dopo anno, decennio dopo decennio, sembra andare tutto a rotoli.

Come psicologi, come educatori, come genitori, come adulti in generale abbiamo il dovere di aiutare i ragazzi di oggi a crescere in maniera diversa da questi uomini che ho appena citato. C’è un’urgenza di prevenzione che inizia nelle case di ognuno di noi, attraversa i banchi di scuola, i giardini pubblici, i centri sportivi, i luoghi di ritrovo.

Come professionista, come madre, come donna, non vorrei più sentire che 75 coltellate non sono un’aggravante di crudeltà. Continuiamo a far passare il messaggio che si può far male entro certi limiti, ma i limiti non esistono. Non si può far male punto e basta!

Educazione affettiva è la parola magica, assieme a crescita emotiva e tolleranza della frustrazione. Che inizia da piccoli. Anzi da piccolissimi. Quando potremmo non assecondare ogni richiesta del neonato e, invece, potremmo insegnargli subito a gestire qualche no. E invece leggo ogni giorno suggerimenti da sedicenti esperti di psicologia infantile (con quali titoli mi chiedo) che dicono di fare il contrario.

Stiamo sbagliando tutto.

Stiamo sbagliando tutti.

Ma siamo in tempo per cambiare.

Non perdiamo l’occasione di mettere in atto la rivoluzione culturale che ci salverebbe come esseri umani.

Federica Giusti

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