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giovedì 03 ottobre 2024

PSICO-COSE — il Blog di Federica Giusti

Federica Giusti

Laureata in Psicologia nel 2009, si specializza in Psicoterapia Sistemico-Relazionale nel 2016 presso il CSAPR di Prato e dal 2011 lavora come libera professionista. Curiosa e interessata a ciò che le accade intorno, ha da sempre la passione della narrazione da una parte, e della lettura dall’altra. Si definisce amante del mare, delle passeggiate, degli animali… e, ovviamente, della psicologia!

​Lo Psico-Coraggio

di Federica Giusti - venerdì 09 aprile 2021 ore 07:30

A chi mi chiede che scuola di psicoterapia ho fatto, rispondo quella in cui ti insegnano il CORAGGIO.

Il mio docente, nonché direttore del Centro Studi di Psicologia Relazionale Gianmarco Manfrida ci ha parlato di coraggio fin dall’open day ormai 10 anni fa suonati.

In me ha sempre fatto un certo effetto questa parola, ma all’inizio, da giovane psicologa alle prime armi, non capivo bene come potesse essere uno strumento così potente ed importante per il terapeuta e per i pazienti.

Poi, anno dopo anno, le idee si sono schiarite.

E ho capito cosa volesse dire, quanto meno, sono riuscita a declinarlo nella mia visione di terapia.

È proprio vero che esistono tanti diversi approcci a questa professione quanti sono i terapeuti che la mettono in pratica ogni giorno, e, quindi, in questo articolo, vi parlerò del mio modo di vederla, senza la presunzione di voler essere esaustiva a 360 gradi.

Parlavamo del coraggio. Beh, da terapeuta è un’arma che si impara ad usare seduta dopo seduta. Ci vuole coraggio perché ciò su cui andiamo a mettere le mani è un bene prezioso la vita e l’universo emotivo dei nostri pazienti, che si fidano e si affidano a noi.

Il coraggio di ammettere i nostri limiti, il coraggio di stare scomodi, di sporcarsi le mani, di stare al fianco. Un coraggio che non diminuisce con l’esperienza, anzi, si affina, migliora, alza l’asticella delle competenze a patto che serva anche a aumentare la voglia di informarsi, di studiare, di approfondire. Le pagine lette, i corsi seguiti, non si contano più...la nostra vita cambia velocemente anche da punto di vista psicologico, la pandemia ne è un esempio calzante, e non si può non essere aggiornati, non si può lavorare con le conoscenze apprese anni prima e mai messe in discussione. Di nuovo il coraggio di fare un invio, di ammettere ciò che si sa e ciò che non si sa fare, sempre nel rispetto del paziente.

E dal punto di vista del paziente, di chi inizia una terapia, come si manifesta il coraggio?

Innanzitutto alzando il telefono e digitando quel numero per prendere l’appuntamento. Dietro un gesto così apparentemente banale si nasconde un mondo, fatto di pensieri, di messe in discussione, di ripensamenti e di malessere. Perché per comporre quel numero si è dovuto attraversare il buio, che sia stato per qualche minuto o per più tempo, il dolore ha dovuto fare capolino nella nostra vita.

E ci vuole coraggio a prendere consapevolezza di questo e ad agire concretamente chiedendo aiuto. Ma anche dalla parte del paziente, il coraggio aumenta seduta dopo seduta. Nella ricerca del senso profondo di un sintomo, nella ricerca di un posto all’interno di un sistema, nella ricerca di una motivazione per produrre un cambiamento, è necessario essere guidati dal coraggio.

E ci vuole coraggio anche a continuare un percorso, a continuare a sporcarsi le mani, a raggiungere il nocciolo della questione. E non sempre è facile. Non sempre riusciamo a dire a noi stessi che in quel preciso momento non siamo disposti ad investire in quella direzione, e ci giustifichiamo inutilmente, magari saltando le terapie.

Ci vuole coraggio a far rendere conto il paziente di questa strategia, ci vuole coraggio a sentirsi dire queste parole e ad ammettere che le cose stanno proprio così.

Ci vuole coraggio ad iniziare una terapia ma anche a sospenderla ammettendo a se stessi di non avere al momento le risorse necessarie ad affrontarla con la giusta predisposizione d’animo.

Ci vuole coraggio a riprendere una terapia interrotta tempo prima.

Insomma, a chi pensa, ancora, nel 2021, che fare psicoterapia sia roba da matti, rispondo che no, è roba da coraggiosi!

Federica Giusti

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