Esequie solenni
di Nicola Belcari - lunedì 28 aprile 2025 ore 07:30

Alcuni comportamenti dei media (e non solo) e di nostri rappresentanti a vario titolo in relazione alla morte della massima autorità del cattolicesimo suscitano tante domande. La trasformazione dell’evento in un grandioso spettacolo è palpabile. Siamo edotti, nostro malgrado, nei minimi dettagli del cerimoniale vaticano. Tutti devono conoscere gli atti, le fasi previste dal protocollo, fissati nella minuzia di una lunga serie di regole e dettagli e le novità apportate, introdotte da chi e perché.
La curiosità e il chiacchiericcio sostituiscono la preghiera e il silenzio.
Le conduttrici tivvù, TG e altro, indossano vesti nere, di lusso ed eleganza, che appaiono un’espressione di distinzione e raffinatezza piuttosto che di mortificazione e dolore. Talvolta non si sottraggono, anche a motivo d’una evidente bellezza di cui sono portatrici innocenti, a una commistione pericolosa tra lutto e sex appeal, con veli trasparenti rigorosamente neri.
L’uomo di potere che si dichiara cristiano di fatto teorizza una doppia morale tra ciò che dovrebbe essere o sarebbe bello fosse e il doversi comportare in modo diverso perché non praticabile.
Si può aderire alla filosofia del cristianesimo senza condividerne la metafisica religiosa? Fino a che punto poi è possibile non essere coerenti con l’ideale professato e continuare a considerarsi cristiani senza scadere in una bieca ipocrisia?
Il cristianesimo è un’utopia?
Una forma di turismo funerario coinvolge chi non vuole mancare all’appuntamento con la storia. I “grandi” della terra devono figurare in prima fila per ribadire la propria “grandezza”.
Che cosa dire? Noi, voi ed io, che la pensiamo allo stesso modo, non intendiamo partecipare alla kermesse. Restiamo in silenzio, abbassiamo il capo e rivolgiamo lo sguardo alla terra con un pensiero al cielo.
Nicola Belcari