Una modesta proposta
di Nicola Belcari - lunedì 03 ottobre 2022 ore 08:00
Abbiamo indizi, se non ragionevoli dubbi o addirittura fondati motivi, per sospettare che quello in cui viviamo sia un “mondo di merda”. Voi capite come non fosse possibile un’espressione diversa altrettanto efficace e ci scuserete.
I “grandi” della Terra decidono della nostra esistenza, della vita e della morte di tutti noi, della sorte del pianeta: ma sono poi grandi per capacità, in senso etico o intellettuale? Chi sono i veri grandi? I Platone, i Michelangelo, i Galilei di oggi? Ci sono? Dove sono?
E gli egregi “mediocri” che dovrebbero guidarci o illuminarci? Essere considerati dei fessi passi, è la normale conseguenza di vivere in un mondo diverso da noi, ma che fessi siano ritenuti personalità eccelse è troppo! Perciò senza timore dell’altrui poco lusinghiera considerazione, avanziamo una modesta proposta.
Per un salutare bagno di democrazia un referendum ogni tanto rivitalizzerebbe la passione per la cosa pubblica con scelte dirette su temi rilevanti. Ecco allora alcuni esempi di possibili quesiti da sottoporre al popolo sovrano, con un unico appello alle urne onde limitare le spese.
Monarchia o Repubblica? Nella repubblica come tutti sanno in un modo o nell’altro c’è il rischio che il popolo possa dire la sua e siccome di norma sbaglia, la monarchia per diritto divino (nostalgia canaglia, Al Bano e Romina) risulta assai più affidabile. Si eviterebbe altresì l’incombenza di una faticosa scelta per la successione del capo.
Servizio militare obbligatorio con tirocinio nelle zone di guerra sotto l’egida delle alleanze di appartenenza dello Stato e partecipazione attiva agli scontri armati. I giovani viziati e poco esperti degli aspetti più duri ma virili della vita la smetterebbero di trastullarsi al computer e di stravaccare sul divano.
Riapertura delle cosiddette “case chiuse”. Aver cercato di abolire la prostituzione per legge non ha funzionato: è stato come credere di eliminare la povertà e la ricchezza, cioè la necessità di vendersi e la possibilità di comprare; ha determinato un mercato clandestino e un mondo d’illegalità con tutti gli inconvenienti del caso. Case gestite dallo Stato (o in appalto a privati, rassegnati come siamo al fallimento dell’amministrazione del pubblico) garantirebbero il controllo sanitario e un recupero fiscale di tutto rispetto. Meglio ancora sarebbe offrire un bonus per i non abbienti che sarebbero altrimenti esclusi dal servizio. Le mogli beneficerebbero di mariti più trattabili e meno nervosi. I mariti finalmente troverebbero motivo di soddisfazione ed esultanza non soltanto nei gol della squadra del cuore.
Per concludere: non accoglibile invece è la proposta (a grande richiesta) della reintroduzione, se mai fosse stato applicato, dell’odioso jus primae noctis, in quanto incostituzionale. E aggiungiamo: dovrebbero vergognarsi i politici che l’hanno auspicato! Il privilegio, o gravoso adempimento, dovrebbe essere esercitato, a loro detta, dal sindaco o dalla sindaca col coniuge di sesso diverso o uguale a seconda dei gusti (da prevedere la delega a vicesindaco o assessore allo sport nel caso di autorità molto impegnate o indaffarate). Secondo questi squallidi individui tale legge darebbe l’opportunità di stabilire o tornare a un contatto più diretto della politica con i sudditi… pardon, cittadini.
Nicola Belcari