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martedì 19 marzo 2024

PENSIERI DELLA DOMENICA — il Blog di Libero Venturi

Libero Venturi

Libero Venturi è un pensionato del pubblico impiego, con trascorsi istituzionali, che non ha trovato niente di meglio che mettersi a scrivere anche lui, infoltendo la fitta schiera degli scrittori -o sedicenti tali- a scapito di quella, sparuta, dei lettori. Toscano, valderopiteco e pontederese, cerca in qualche modo, anche se inutilmente, di ingannare il cazzo di tempo che sembra non passare mai, ma alla fine manca, nonché la vita, gli altri e, in fondo, anche se stesso.

​Cronaca di un vaccino annunciato

di Libero Venturi - domenica 02 maggio 2021 ore 07:30

Ho fatto il vaccino! Astra Zeneca o Vaxzevria che dir si voglia. L’inoculazione è avvenuta in piazza del Mercato, nell’Hub, che poi si potrebbe dire anche “Centro Vaccini”, senza fare tanto gli anglofoni e i misteriosi. Si spreca una parola, ma di sprechi a questo mondo c’è di peggio. Mi hanno chiesto: a destra o a sinistra? C’è differenza? Mi hanno risposto di no. Che tristezza! Ho preso la prima dose, chissà se faranno vedere anche me in televisione: gli piace far vedere quando ci bucano la spalla. E devo dire che è peggio a vederlo in tivvù che a farselo fare. È indolore. Effetti collaterali, al momento nessuno o trascurabili. Quelli gravi colpiscono uno su 100.000 vaccinati, dice l’Ema. Praticamente “Uno, nessuno e centomila”, lo diceva anche Pirandello. La seconda dose sarà a Luglio, per il caldo, in estate. Mi hanno dato un foglio. Me lo dovrei ricordare, l’ho segnato sull’agenda elettronica, basta che mi ricordi di guardarci. Speriamo bene! Dal dentista dovevo ritornare tra due mesi, mi disse, ma non mi ricordo più da quando partivano i due mesi e quindi quando finiscono. Mi pareva di essermelo segnato e invece no. Non l’avrò mica cancellato per sbaglio? Speriamo che non mi succeda anche per il vaccino, perché dal dentista posso sempre telefonare, per questo mi pare più difficile. Basta pensare quanto c’ho messo per mettermi in lista! Infatti ce l’abbiamo fatta dopo diversi infruttuosi tentativi. Cominciavo pure a preoccuparmi perché a 71 anni anche il tempo comincia a stringere. Soprattutto per il virus.

Mi pare di aver già raccontato che il primo tentativo di prenotazione andò fallito perché, dopo aver risposto bene alle domande preliminari, come mi chiamo, il telefono, eccetera, quando si aprì il calendario pensavo che i giorni contrassegnati in azzurro fossero tali perché erano Sabato Santo e la Santa Pasqua. Non sono credente, ma rispettosamente non li cliccai. D’altra parte c’era scritto di cliccare un giorno libero, ma non c’era scritto “contrassegnato in azzurro”. Gli italiani hanno paura di sprecare parole, se non hanno una terminologia inglese sintetica. E io sono tonto e lento a cliccare. Ci penso. Ero con la compagna che invece è una scheggia e, basandosi sulla propria autorevole velocità, mi disse di aprire e richiudere. Così feci e quando mi rinvenni era tardi e non c’erano più giorni liberi e azzurri davanti a noi. Né festivi, né feriali.

La seconda volta sono stato avvertito da parenti, conoscenti e perfino da un amico dell’Associazione Nazionale dei Carabinieri che era annunciata la riapertura delle prenotazioni per la mia classe di età, il tal giorno, alla tal ora. Così mi sono fatto trovare a casa pronto all’appuntamento fatidico con tanto di tablet e cellulare accesi. Allo scoccare dell’ora X ho provato a sintonizzarmi su “Prenotazione Vaccini - Regione Toscana”, ma la prenotazione risultava chiusa. Sul cellulare i figli messaggiavano accorati che invece no, era aperta. Forse ho pensato -sono tremendo quando mi capita- è perché non spengo mai né cellulare né tablet e invece dovrei farlo. E l’ho fatto, anche gli ingegneri informatici fanno così. Infatti alla riapertura mi sintonizzo e la finestra delle prenotazioni per gli over settanta, fragili con il digitale, magicamente si è aperta. Ma il tablet su cui digito -perché ha i tasti a misura di digitus- va in clash: come lo muovi si oscura. Non è un boomer come me, è un nativo digitale, ma dei primi e “Il tempo invecchia in fretta”, come scrive Tabucchi. Lo riaccendo, sono fuggiti altri attimi, riempio i dati anagrafici, il codice fiscale che è il più difficile, il cellulare già meno, tranne vuoti di memoria, insomma rispondo a tutto quanto richiestomi. Perfino se sono o meno un robot che mi viene da pensare a Blade Runner, quando Harrison Ford fa il test alla bella Rachael che, umanoide o no, ce ne fossero... Al rientro dai miei pensieri distraenti si apre una schermata: mi dice scegli la Provincia, scelgo Pisa, d’altronde non possiamo non dirci pisani. Scegli il luogo: Pontedera, l’Hub del Mercato, davanti casa praticamente, alcuni sono andati in ferie a vaccinarsi, ma io sono stanziale. Si apre il calendario. Due date sono in azzurro, questa volta lo so, questa volta non sbaglio: quelli sono i giorni cliccabili! Uno è la Festa del 25 Aprile: liberarsi dal virus-covid come ci siamo liberati dal nazi-fascismo sarebbe doppia liberazione e clicco intonando mentalmente Bella Ciao, pensando a Milva e alla ginnasta Vanessa Ferrari. Mi sentivo già Libero di nome e di fatto e alla buona ventura. Lo schermo mi propone degli orari: scelgo la prima ora che c’è del mattino. Appare una pagina riassuntiva con scritto il luogo, la data e l’ora del vaccino e dice di controllare i dati e inviare la conferma. Controllo i dati e perdo altre frazioni di tempo prezioso, oltre quello già perso. In questi tempi impietosamente veloci, alla fine sono minuti! Che la compagna poi mi ha detto, ma che controlli a fare? Se ti hanno inviato il codice da inserire per Sms -fanno così- e l’hai fatto, vuol dire che i dati vanno bene. E allora perché lo chiedono, le dico? Per i tonti come te, risponde. Le donne al 99% hanno ragione e per il restante 1% non hanno torto o non lo riconoscono, che fa lo stesso. Detto fatto, dopo aver controllato, invio la conferma. Erano passati ben 15 minuti dalla fatidica ora X. Viene scritto “Spiacenti si è verificato un problema”. E, prima che potessi chiedere quale, arriva la sentenza: “A causa delle numerose richieste non è possibile proseguire la prenotazione”. O qualcosa di simile, ma il senso era quello: che le richieste erano troppe e i vaccini esauriti, come tanti di noi nella pandemia. Dopodiché, non so se è la mia immaginazione a far leva sulla memoria, ma mi pare si sia accesa una scritta lampeggiante che diceva: “Libero Venturi, te sei lento, ma pigliallo in culo è un baleno!”. Un messaggio di pubblicità-progresso della regione toscana. Lo diceva anche il poeta Vincenzo Cardarelli “ma il mio destino è vivere balenando in burrasca”.

Alla terza siamo stati di nuovo allertati perché nel pomeriggio si sarebbe riaperta la lotteria delle prenotazioni. Ma stavolta l’abbiamo presa con filosofia e disinvoltura, con la compagna siamo andati alla Coop. Siamo formalmente due nuclei familiari e quindi, ognuno con il suo carrello, possiamo fare la spesa, poi se gli affetti e i carrelli si riuniscono nemmeno la pandemia può impedirlo, per fortuna. Dopodiché nel parcheggio, in auto, allo scattare dell’ora fatale segnata dal destino, ci siamo sintonizzati. Ho cominciato a digitare, ma la compagna mi ha strappato di mano il cellulare perché “te sei lento e io sono veloce”. Infatti è velocissima e tiene anche a mente il numero del codice fiscale, il mio. Anche lettere e numeri della targa della mia macchina, se per questo: DM, tre numeri e MG, col trucco mnemonico di ricordarseli come iniziali di “Demente Mega”. Che chissà se è solo un trucco. La compagna clicca tutto velocemente fino a che appaiono una serie di immagini su alcune delle quali c’erano delle macchine. È una pubblicità delle auto, dice candida, che ce la mettono a fare? E qui riprendo il mio ruolo di uomo e il cellulare: è il test per sapere se sono un robot! Chiedono su quali riquadri appare un taxi. Che, tra l’altro, anche il più scemo dei robot lo saprebbe risolvere. Si chiama CAPTCHA: “Completely Automated Public Turing-test-to-tell Computers and Humans Apart,Test di Turing pubblico e completamente automatico per distinguere computer e umani. E la pronuncia della sigla è un accostamento fonetico all'espressione colloquiale “Caught you!:Ti ho beccato! Che più che sapere se sei un robot si capisce se sai leggere, se ci vedi e se sei scemo. Però lo vogliono sapere, perché se sei un robot ti si può spezzare l’ago nella spalla. Fatto sta che, superato con successo il test, mi sono prenotato e confermato. Di giovedì, che mio figlio ha detto se prenotavi di venerdì potevi andare anche sul mercato. E giovedì mattina veniva il muratore e c’era pure bisogno in casa, ha aggiunto la compagna. Non c’è pace per i pensionati! Comunque sarò anche lento, ma alla fine ci sono riuscito e ora eccomi qua, grande e vaccinato. Mi hanno dato anche il biglietto con il Presidente della regione, Eugenio Giani, che mi ringrazia. Prego Presidente, ma di che? È stato un piacere! Quando avete bisogno... Siamo noi a ringraziare il personale sanitario dell’Hub, bravi tutti ed efficienti. Hanno lavorato anche ieri che era il Primo Maggio, la Festa del Lavoratori. Grazie anche per questo. Evviva il lavoro, almeno speriamo. Buona domenica e buona fortuna.

Libero Venturi

Articoli dal Blog “Pensieri della domenica” di Libero Venturi