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Attualità lunedì 09 gennaio 2017 ore 19:00

Il macigno del debito sul futuro del Maggio

Sciopero e presidio dei sindacati a Palazzo Vecchio per la situazione finanziaria dell'ente lirico: "Artisti e fornitori aspettano 62 milioni di euro"



FIRENZE — Non c'è pace per il Maggio Musicale e l'anno è iniziato con un nuovo sciopero indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl e Fials Cisal per protestare contro la complessa situazione finanziaria dell'ente lirico. All'astensione dal lavoro durata alcune ore si è aggiunto il presidio sotto Palazzo Vecchio. "Sessantadue milioni di euro di cui otto verso artisti e fornitori: questo è il debito del Maggio musicale fiorentino. Non solo: c'è qualcosa che non va, ma è necessario che qualcuno ci illumini al riguardo e fornisca delle spiegazioni sensate e comprensibili", dicono i sindacati. 

Nei prossimi giorni sono già programmati altri incontri tra i sindacati e la Regione per affrontare la questione delle difficoltà economiche sempre più gravi. "Il problema vero del teatro - hanno commentato ancora Cgil, Cisl e Fials - è che ora come mai ha bisogno di soluzioni differenti da quelle tentate finora: il Piano di Risanamento messo in atto dal sovrintendente Francesco Bianchi e dal Consiglio d''Indirizzo,che avrebbe dovuto mettere in salvataggio la Fondazione entro il31 dicembre 2016, è fallito ed il futuro resta nebuloso".

Il problema, hanno precisato ancora i sindacati, è che si aggrava di giorno in giorno la "pressante necessità di attivare tavoli istituzionali con particolare riferimento ai soci fondatori, nei quali esaminare la congruità e la certezza delle risorse, la tempestiva e puntuale erogazione delle stesse; quei tavoli dovranno ribadire senza equivoci la missione della Fondazione, il suo ruolo nell'offerta culturale per il territorio, a livello nazionale e internazionale;dovranno mettere a punto un progetto ''alto'', un progetto culturale e produttivo degno di Firenze che rivendichi e rilanci il ruolo del Maggio nella cultura, ed un piano straordinario di risanamento economico-finanziario in grado di far uscire la Fondazione dalle sabbie mobili che stanno per sommergerla definitivamente".


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