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Attualità mercoledì 16 dicembre 2020 ore 11:08

Borsa di studio per studenti di musica non vedenti

Dedicata alla memoria di Aurelio Nicolodi, promuove e sostiene l'apprendimento delle tecniche musicali da parte degli studenti non vedenti



FIRENZE — La direzione nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti su proposta della professoressa Fiamma Nicolodi ha promosso una borsa di studi in memoria di Aurelio Nicolodi, fondatore dell'associazione nata nel 1920, per favorire l'apprendimento della musica da parte degli studenti non vedenti. 

La borsa di 5.000 euro è stata assegnata il 13 Dicembre, giorno di Santa Lucia, e suddivisa fra due candidati. Su 7 candidati due sono state le vincitrici: Aurora Pio di Taranto e Angelica Cominini di Brescia.

Antonio Quatraro, musicista e componente della direzione nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti spiega a QUInews il significato dell'iniziativa.

Perché lo studio della musica è un passaggio scolastico importante?

"Restituire la musica ai ciechi significa dare ai nostri ragazzi la opportunità di godere il bello, non solo, ma di fabbricarlo, di crearlo e ricrearlo con le loro mani, con la loro voce. Fino a 40 anni fa la musica faceva parte del programma scolastico delle scuole per ciechi, avevamo in Italia 700 insegnanti di musica e decine di bravi esecutori e compositori. Circa un anno fa Fiamma Nicolodi, è venuta a trovarci chiedendo consigli manifestando l'intenzione di lasciare un segno alla nostra associazione per ricordare il nonno. Mi è venuto in mente di proporle una borsa di studio per favorire gli studi musicali. Così abbiamo pubblicato un bando ed hanno aderito una decina di ragazze e ragazzi. Le audizioni sono state fatte attraverso un video che ciascuno di loro ci ha mandato, e il 13 di Dicembre c'è stata la premiazione".

Una occasione per richiamare l'attenzione sull'offerta didattica?

"Gli studi musicali, un tempo molto fiorenti fra i ciechi, oggi sono in decadenza. Questo per varie ragioni: la scuola di oggi è molto diversa da quella della mia generazione, più veloce nei ritmi, più ricca di materiali, meno approfondita nei contenuti. La notazione musicale Braille, strumento insostituibile per imparare a leggere e a scrivere la musica, è molto distante dalla notazione comune, in quanto lo spartito Braille non ha pentagramma e non aiuta a capire né la melodia né la struttura del brano. Possiamo dire che lo spartito Braille è come una città senza vetrine e senza insegne, per cui le vie, le case, i negozi ci sono tutti, ma lo sai solo quando ci sei sopra. Questo fa sì che difficilmente si trovano insegnanti preparati a portata di mano. Nonostante tutte queste difficoltà comunque anche oggi un piccolo manipolo di ragazzi studiano musica e alcuni di loro raggiungono risultati di vera eccellenza".

L'Uici non si ferma però alle borse di studio

"L'impegno della nostra organizzazione non finisce qui: Il nostro istituto per la ricerca, la formazione e la riabilitazione anche quest'anno sosterrà gli studi musicali. Resta ancora un nodo da sciogliere. I conservatori, nonostante siano strutture di livello universitario, non hanno ancora una normativa chiara per gli allievi con bisogni speciali, al di là delle buone prassi, sempre più numerose. Pari opportunità significa anche dare la possibilità a chi non vede di esprimersi attraverso la musica non solo ad orecchio, ma anche di studiarla, come qualsiasi altra disciplina. Dare la possibilità di comprendere la musica significa aprire la porta al mondo del bello, nutrire la creatività e lo spirito, che, senza gli stimoli visivi, potrebbe rimanere imprigionato in una notte senza alba".

Fiamma Nicolodi ha spiegato durante la cerimonia "Era un mio desiderio da tempo rendere omaggio alla memoria del nonno. Mi venne allora in mente che, volendo conciliare le mie competenze di storica della musica, un gesto seppur minimo di riconoscenza verso di lui, poteva essere quello di aiutare i giovani musicisti non vedenti o ipovedenti a perfezionarsi negli studi musicali, in maniera professionale e bandendo la pratica a orecchio, che non porta molto lontano. Di qui l'idea di istituire un Premio Aurelio Nicolodi, varato quest'anno per la prima volta, in occasione della nascita dell'Unione italiana ciechi, e destinato a essere rinnovato ogni anno".

Tra gli intervenuti alla premiazione Fiamma Nicolodi, Michele Lai, membro della commissione di valutazione, avvocato diplomato in pianoforte, Consigliere dell'associazione Amici della Musica di Firenze, presidente della Scuola di Musica di Sesto Fiorentino, il presidente del G.A.M.O. Mario Barbuto, Massimo Diodati, presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Consiglio Regionale Toscana.

Aurelio Nicolodi perde la vista a 21 anni sul fronte carsico nel 1915. Di famiglia benestante era molto intraprendente fin da ragazzo quando si trasferisce a Firenze dove dedica il resto della vita al servizio dei ciechi. Il primo obiettivo di Nicolodi è stata l'educazione in senso lato, il lavoro e la conquista delle autonomie nella cura della persona e nella mobilità. A Firenze sorge l'istituto nazionale dei ciechi, con una scuola di massaggio allora all'avanguardia, una palestra, un convitto, la scuola nazionale cani guida e una stamperia Braille, che, guarda caso, ha prodotto negli anni qualche migliaio di spartiti musicali.


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