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Attualità mercoledì 22 settembre 2021 ore 12:47

L'America di Colombo "Incredibile falso storico"

C'è chi non si è scomposto alla notizia del manoscritto che anticipa la scoperta dell'America attribuita a Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci



FIRENZE — Il rumore mediatico provocato dalla notizia del ritrovamento di un manoscritto che nel 1340 anticipa la scoperta dell'America ha provocato stupore ma ha provocato anche la reazione degli studiosi che da tempo predicano l'esistenza di un "incredibile falso storico".

Ne è convinto ad esempio Riccardo Magnani, studioso di Leonardo Da Vinci che proprio dalla cartografia ha mosso i suoi primi passi nell'approfondimento della storia del Medioevo e del Rinascimento ed ha appena terminato il volume "Nessuno mai ha scoperto le Americhe per davvero" fresco di stampa e sarà presentato nelle prossime settimane.

La scoperta dell'America avvenuta il 12 Ottobre del 1492 fa parte della memoria collettiva, è tra le domande scolastiche più gettonate ed è un dogma al quale è impossibile sottrarsi nonostante le numerose documentazioni grafiche e testuali che sembrerebbero metterlo in crisi. 

"La Cronica universalis, scritta dal domenicano Galvano Fiamma e rintracciata dagli studenti dell’Università degli Studi di Milano guidati dal docente di Letteratura latina medievale e umanistica Paolo Chiesa, è solo l'ultimo capitolo di una lunga serie - sottolinea Magnani - perché basterebbe osservare la storia per trovare infiniti anacronismi".

Proprio sugli anacronismi Riccardo Magnani ha costruito la sua opera di divulgazione.

"Il manoscritto del 1340 menziona la Marckalada, o Marckaland delle saghe norrene, un territorio a nord degli Stati Uniti, frequentato nell'anno 1000 dai navigatori vichinghi,  rappresentato su molte mappe medievali. Io potrei portare come esempio un affresco che ha segnato le mie ricerche, l'anacronistico planisfero della Sala della Creazione di Palazzo Besta a Teglio, in provincia di Sondrio, dove si vedono già le terre emerse d'America. L'opera è databile alla metà del '400, lo dicono le pitture della sala che rimandano allo stile fiorentino dell'Accademia Neoplatonica creata nel 1459 a Firenze da Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Leon Battista Alberti, Lorenzo de' Medici, Paolo dal Pozzo Toscanelli e Leonardo Da Vinci e dirò di più, delle analogie si trovano sulla Porta del Paradiso del Battistero di Firenze, realizzata tra il 1425 e il 1452 dal Ghiberti. Ma a Firenze avete un altro anacronismo, nella Cappella Vespucci di Ognissanti dove c'è una rappresentazione delle Americhe ad opera del Ghirlandaio, nel velo della Madonna datato 1476".

Letture di immagini e deduzioni o ci sono chiari riferimenti? 

"La Firenze Medievale è legata alla cartografia basti pensare all'umanista bizantino Manuele Crisolora, che nello Studium Fiorentino tradusse l'Almagesto di Tolomeo per l'Imperatore Sigismondo d'Ungheria e - tenetevi forte - il nome America potrebbe derivare dal nome del figlio del sovrano, Emmerich. La traduzione venne completata da Jacopo Angeli da Scarperia e resa pubblica nel 1475 quindi potè leggerla anche Paolo dal Pozzo Toscanelli che nel 1470 parlava di terre emerse nell'Oceano Pacifico e citava un gruppetto di cattolici portoghesi stabiliti sull'isola Antilia nell'VIII secolo".

Arriveremo mai ad una revisione storica? 

"Il problema non è attribuire la scoperta dell'America perché parliamo di un territorio che era già abitato ed esisteva a prescindere da chi vi fosse approdato, quindi era anche mappato, quanto frenare il desiderio umano di mettere la firma su tutto ed aprire invece un dibattito sul clima e sulle conoscenze e i mezzi che hanno permesso prima dell'anno 1000 agli europei di raggiungere le Americhe. Nel passato possiamo trovare utili consigli per il futuro ma se ci fermiamo alle apparenze siamo destinati a sobbalzare ad ogni nuova "falsa" scoperta".


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