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Attualità sabato 23 maggio 2020 ore 12:52

Un mito irrisolto dentro l'opera di Leonardo

In foto l'opera di Francesco Melzi
Il dipinto del Melzi che ricalcherebbe l'opera di Leonardo

Lo studioso Riccardo Magnani torna a scuotere il mondo dell'arte con una intuizione che parte dall'opera conservata agli Uffizi di Firenze



FIRENZE — Dovrebbe essere un cigno ma sembra un'oca, ancora una volta l'occhio che si posa su un dipinto Leonardiano ci vede qualcosa ma senza guardare? Ne è convinto Riccardo Magnani, studioso della vita e delle opere di Leonardo da Vinci che è tornato a posare la sua lente di ingrandimento su Firenze e su un dipinto in particolare conservato alle Gallerie degli Uffizi, denominato "Leda e il cigno" attribuito a Francesco Melzi, allievo ed "erede" del Genio.

Secondo Magnani il dipinto mostra una figura mezza cigno e mezza oca, una chimera o un effetto ottico voluto per confutare il mito. Questa intuizione apre uno scenario affascinante che potrebbe mettere in discussione anche il personaggio femminile del dipinto: si tratta veramente di Leda? E se fosse, invece, Nemesi? Oppure una sintesi delle due?

Riccardo Magnani spiega "L'opera conservata agli Uffizi di Firenze, databile attorno al 1507, viene considerata la migliore copia dell'originale perduto di Leonardo, e la vicinanza tra Melzi, e il genio fiorentino, lascia presupporre una certa fedeltà riproduttiva. Se consideriamo sotto un profilo meramente figurativo il cigno dipinto, notiamo il becco arancio, il piumaggio grigiastro, le zampe nere e una smagliante dentatura. Peccato che in natura il cigno non abbia dentatura e il suo becco sia caratterizzato da una colorazione che degrada dall'arancio al nero in prossimità dell'attaccatura del piumaggio. L'animale ritratto è un'oca selvatica, ma solo nella parte alta del corpo; la parte bassa dell'animale, invece, contraddistinta dalle gambe nere è effettivamente quella di un cigno, essendo le gambe di un'oca color arancio. In pratica ci troviamo dinanzi a un animale chimera".

Il cigno e l'oca nel mito

Il mito di Leda. La regina di Sparta, madre di Elena, la fanciulla bella a tal punto da scatenare la guerra di Troia, era amata da Zeus che per poterla possedere si tramuta in cigno. Dalla unione tra Leda e Zeus sarebbero nati i gemelli Castore e Polluce ma anche Elena e Clitennestra, tutti concepiti all'interno di uova.

Il mito di Nemesi. La dea della giustizia e della vendetta, attirò le attenzioni di Zeus e per sfuggirgli si trasformò in un'oca. Zeus prese le sembianze di vari animali prima di assumere quelle di un cigno riuscendo ad afferrarla. Dalla loro unione sarebbe stato concepito un uovo, contenente appunto Elena, affidata a Leda, affinché l'allevasse come una figlia.

Nel dipinto del Melzi ci sono due uova spaccate dalle quali escono quattro fanciulli, due coppie di gemelli.

A Maggio 2020 l'ultimo libro di Magnani su Leonardo raccoglie quattro anni di studi che illustrano una storia che sarebbe andata "Un pochino diversamente da come ci è stata raccontata" e per questo, accadimenti storici e significato delle opere artistiche e architettoniche della città di Firenze, assumono ancora una volta un risvolto affascinante. 

La Leda col Cigno nasce per mano di Leonardo nel 1500, ma non abbiamo più il dipinto originale, forse perduto, abbiamo invece delle copie di allievi e imitatori: nove in tutto, sparse nel mondo. Un numero caro agli appassionati di mistero, esoterismo ed anche della cinematografia moderna.

Il dipinto del Melzi che ricalcherebbe l'opera di Leonardo

Il dipinto del Melzi che ricalcherebbe l'opera di Leonardo


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