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Attualità giovedì 04 novembre 2021 ore 16:42

L'alluvione 55 anni dopo ricordando morti e Angeli

Lancio corona in arno
Il lancio in Arno della corona d'alloro

Era il 4 Novembre 1966 quando il fiume ruppe gli argini provocando la morte di 35 persone e danni al patrimonio artistico. Oggi le commemorazioni



FIRENZE — Era il 4 Novembre 1966. L'Arno ruppe gli argini e la furia delle sue acque invase Firenze provocando dolore e morte, quella di 35 persone, oltre a danni incalcolabili al patrimonio artistico. In tanti da tutto il mondo non esitarono ad accorrere nello scrigno del Rinascimento per prestare aiuto a cose e persone: vennero chiamati Angeli del Fango. E oggi, 55 anni dopo, ecco le commemorazioni con la benedizione del fiume e il lancio della corona d'alloro dal ponte alle Grazie da parte delle autorità civili e religiose. 

"Un gesto simbolico ma potente per ricordare il dramma dell’alluvione ma anche ribadire orgoglio e gratitudine per tutti i fiorentini che si rimboccarono le maniche, per gli Angeli del Fango, per tutti coloro che scesero in campo in prima persona per aiutare la città colpita da questa tragedia", ha sottolineato la vicesindaca Alessia Bettini.

Contestualmente al tradizionale lancio della corona di alloro, il cardinale Ernest Simone ha benedetto l'Arno. Nella basilica di Santa Croce, poi, si è celebrata la messa presieduta da monsignor Luigi Innocenti, cappellano della polizia di Stato di Firenze, e accompagnata dalla fanfara musicale della polizia diretta dal maestro Secondino De Palma durante la quale sono stati letti i nomi delle vittime.

Un omaggio è stato portato anche al cimitero di San Felice a Ema. Lì ci sono le spoglie di Carlo Maggiorelli: era l'addetto alla sorveglianza degli impianti idrici dell'acquedotto dell'Anconella, e rimase ucciso nell'alluvione. 

Ricordati anche gli Angeli del Fango con gli alamari, i carabinieri. E proprio agli Allievi Sottufficiali del 59° Corso 1966-1967 questo pomeriggio è stata intitolata - nell'ambito delle cerimonie di commemorazione - una strada a ridosso della Scuola Marescialli e Brigadieri.

Ma come sta, oggi, l'Arno? Cinquantacinque anni dopo potrebbe replicarsi un simile disastro? A fare il punto sulla sicurezza dell'asse fluviale nel tratto fiorentino proprio in occasione dell'anniversario dell'alluvione è Marco Bottino, presidente del Consorzio di bonifica Medio Valdarno, responsabile della manutenzione insieme alla Regione Toscana e relativi uffici del Genio Civile, che registra "il procedere di tante piccole e grandi manutenzioni" con "circa 6 milioni annui sul tratto mediano del fiume e su tutti gli altri bacini idrografici afferenti la città di Firenze".

L'Arno insomma è più sicuro, ma si guarda con fiducia ai finanziamenti del Piano nazionale ripresa e resilienza (Pnrr) "in grado di sbloccare progettazioni per nuove importanti opere idrauliche come è stato negli anni scorsi per le casse di espansione e parco del Mensola".

Giusto ieri anche la Regione aveva prodotto una ricognizione sulle opere idrauliche compiute e da completare e finalizzate alla difesa del suolo e alla mitigazione del rischio idraulico, con il presidente Eugenio Giani a ricordare - insieme al direttore della difesa del suolo e protezione civile Giovanni Massini - i 100 milioni di euro l'anno investiti nell'ultimo decennio proprio dalla Regione Toscana per la riduzione del rischio.


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