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Attualità martedì 23 marzo 2021 ore 19:30
Vietate le foto ai monumenti, polemica sui social
"Ha senso pagare per fotografare i monumenti nel 2021?" QUInewsFirenze ha raccolto la segnalazione di un professionista che ha infiammato il web
FIRENZE — Un fotografo professionista è stato richiamato nei giorni scorsi mentre si trovava sotto la loggia degli Uffizi, sul lato che affaccia verso l'Arno, ed ha raccontato l'accaduto sui social scatenando una animata polemica.
QUInewsFirenze ha raccolto la segnalazione del fotografo Thomas Harris che si è detto doppiamente stupito, per essere stato rimproverato mentre scattava foto all'aperto e per aver suscitato centinaia di commenti con il suo post pubblicato sul Gruppo Facebook "Sei di Firenze se...".
Thomas, 42 anni, fotografo professionista esperto di matrimoni, ha raccontato "Ero a fare, per lavoro, dei ritratti ambientati nel centro della nostra città. Mentre ero sotto agli archi degli Uffizi vengo affiancato da 4 persone, una delle quali mi chiede a che titolo sia lì a scattare delle fotografie. Così rispondo che sono un professionista e che sto lavorando per me stesso e per la mia committente e scopro che non è possibile fotografare in tutto il comprensorio degli Uffizi a meno che non si vada sul sito internet del museo e si chieda prima il permesso e poi si paghi per poterlo fare". "Per quanto capisca bene che "Firenze non è mia" so altrettanto bene quanto "io sia suo" e che tra le sue mura mi sono sempre sentito a casa. E' una questione di appartenenza, essendo nato e cresciuto qui. Ho un po' di timore a pensare di tornare lì a fotografare ed essere riconosciuto... perché non potrò dire "io non lo sapevo". Eppure, tra ritratti e matrimoni, sicuramente capiterà" ha concluso Thomas.
Esiste una legge che regola la materia, il Codice dei beni culturali e del paesaggio del 22 Gennaio 2004, agli articoli 107, 108 e 109 dove, nel solo caso di uso professionale, è prevista la richiesta di autorizzazione e il pagamento di un canone, secondo un tariffario specifico o forfettario.
Thomas c'è una legge che regola la materia
"Il mio non voleva essere un intervento polemico. Rispetto il direttore, oltre a rispettare da sempre la mia città. Leggendo però i commenti più competenti traspare un messaggio con il quale non sono assolutamente d'accordo. Se si è professionisti, si deve chiedere autorizzazioni e pagare lo Stato che io già pago per svolgere l'attività attraverso l'emissione di fattura sulla quale restituisco Iva e pago le tasse. Se invece uno è un foto amatore, e spesso hanno attrezzature di livello professionale, non importa. Però sono liberi poi di mettere queste fotografie sui vari siti personali, sui social o addirittura su piattaforme di vendita di fotografie".
Cosa fotografava?
"Ero a fare fotografie di ritratto, il soggetto principale era una ragazza... non gli Uffizi che sono uno sfondo meraviglioso ma non stavo facendo foto di architettura".
Qual è il messaggio che intendeva trasmettere attraverso i social?
"Non vorrei che la differenza fosse solo la mia partita Iva ed il mio pagare le tasse. Non sono contrario alle autorizzazioni ma questa norma dovrebbe valere per tutti perché nel 2021 con l'uso frenetico dei social tutto è immagine ed il confine tra personale e commerciale è sottilissimo. Vedo ogni giorno decine di colleghi che pubblicano foto scattate negli scorci caratteristici a committenti che poi mostrano abbigliamento e accessori. Nell'era dei social ha senso pagare per fare fotografie in una città che è un museo a cielo aperto?".
Lei ha usato una foto per il suo post che ritrae il camminamento al Corridoio Vasariano, magari qualcuno l'ha già usata per altri scopi.
"Esattamente, al tempo dei social è difficile seguire le immagini. La foto che ho messo sul post è stata scattata un anno fa circa quando ci riaprirono dopo il primo lockdown. Rappresenta Firenze che è lì anche se nessuno la guarda".
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