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Attualità domenica 14 giugno 2020 ore 12:43

"San Salvi è viva e non solo nella memoria"

Hanno riaperto il punto ristoro dopo la chiusura dovuta al Covid 19 e ne hanno approfittato per raccontarci un angolo della cittadella sanitaria



FIRENZE — Da poche ore hanno riaperto i battenti del punto ristoro che si trova all'interno del parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Salvi, a Firenze, e così i soci della cooperativa Ulisse ne hanno approfittato per raccontare a QUInewsFirenze la storia di un angolo ancora vivo della storica cittadella realizzata nel 1890 su disegno dell'architetto Giacomo Roster.

Sono passati venti anni dalla prima volta

"Il bar è stato il servizio dal quale la Cooperativa Ulisse è nata - raccontano i soci - fortemente voluto circa venti anni fa dall’Azienda Sanitaria, dalla cooperativa Arca e da associazioni correlate al Terzo Settore e alla Salute Mentale per rispondere a due esigenze: fungere da luogo deputato all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate ed essere un punto ristoro per il numeroso personale dell’Azienda Sanitaria impiegato nell’area, e per i visitatori". 

Con il tempo questo angolo di storia cosa ha rappresentato?

"Nel tempo il bar è diventato anche il riferimento degli ospiti della residenza assistita Il Girasole, molti dei quali artisti della Tinaia, degli studenti della facoltà di Psicologia, di ditte di operai addetti alle manutenzioni, specie del verde, e del personale della Rsa Le Civette".

Dove si trova rispetto alla mappa storica di San Salvi?

"È un pezzo di memoria storica del luogo, sorge nel magazzino della vecchia farmacia dell’ospedale proprio sotto la torre idrica, che si dice sia stata la prima struttura in cemento armato costruita a Firenze".

In questa fase di emergenza sanitaria come vi siete organizzati? 

"Da noi le difficoltà riscontrabili dagli altri bar e punti ristoro si acuiscono, non siamo sulla strada. La nostra clientela è formata per lo più da un bacino d’utenza che al momento è presente solo in parte, ed ha i tempi contati per la pausa quindi potrebbe male adattarsi all'ottemperanza delle ordinanze che rigorosamente pratichiamo. Però ci vogliamo provare lo stesso. Non per resilienza, parola abusata, ma perché siamo l’unica risposta a un’esigenza di ristoro nel parco e uno dei pochi posti dove poter avviare al lavoro protetto persone che altrove avrebbero maggiori difficoltà, o effettuare tirocini e alternanze scuola-lavoro per gli studenti del vicino istituto alberghiero".

Vi sentite custodi di una memoria fiorentina?

"La memoria del luogo è nella storia della cooperativa e poi lo dobbiamo anche agli artisti che sono passati a prendere un caffè come Antonio Brizzolari, pittore da poco scomparso, che ci omaggiava con degli schizzi lasciati sulle tovagliette, oggi orgogliosamente conservati ed esposti. Gli spazi esterni non ci mancano ed il luogo è affascinante. sarebbe bello vedere un po’ di luce proprio qui dove il tunnel del ritorno alla normalità sembra ancora lungo, indipendentemente dal Covid e nonostante i proclami di riqualificazione che a ondate si ripresentano nel corso degli anni che, intanto, passano".


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