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Attualità giovedì 03 giugno 2021 ore 17:03

Il centro per il rimpatrio agita Palazzo Vecchio

Il Consiglio comunale aveva approvato una mozione che chiedeva al sindaco di impegnarsi per la realizzazione di un centro per il rimpatrio



FIRENZE — L'intervento del ministro dell'Interno sulla necessità di realizzare un centro per il rimpatrio sul territorio toscano ha accesso nuovamente il dibattito a Palazzo Vecchio dove il Consiglio comunale aveva approvato una mozione per la realizzazione di un centro per il rimpatrio per i migranti presenti in Toscana.

Il 24 Gennaio 2018 il sindaco Dario Nardella è intervenuto sul tema ed ha dichiarato "Ora più che mai è urgente e necessario aprire in Toscana un centro di rimpatrio per gli immigrati irregolari socialmente pericolosi come quelli arrestati questa notte" all'indomani dell'operazione condotta dai carabinieri che avevano arrestato una banda di nordafricani che in un'ora e mezzo aveva messo a segno nove rapine.

"Nello scorso mandato la mia mozione per la realizzazione di un centro per il rimpatrio per i migranti presenti in Toscana fu approvata dal Consiglio - ha ricordato il consigliere comunale Jacopo Cellai passato nel frattempo da Forza Italia a Fratelli d'Italia - Purtroppo da allora sono passati gli anni senza che né l'amministrazione comunale né la città metropolitana abbiano fatto nulla. Adesso anche il Ministro dell'Interno Lamorgese afferma che in Toscana il CPR serve. Bene, forse è arrivato il momento perché il sindaco di Firenze faccia finalmente una mossa e tiri fuori un'idea su dove, tra Comune e area vasta, sia possibile realizzare la struttura". "Le cronache cittadine hanno ampiamente dimostrato la necessità di un CPR in Toscana. Si tratta, come sosteniamo da anni, di un mezzo concreto per contrastare l'immigrazione clandestina e il malaffare che gli sta dietro, oltre a garantire che chi delinque sul nostro territorio senza aver diritto a restarci non rimanga perennemente impunito" ha concluso Cellai.

I consiglieri comunali Antonella Bundu e Dmitrij Palagi hanno replicato “In questi anni si sono susseguite le denunce sulle condizioni di disumanità che le persone sono costrette a subire nei centri per i rimpatri, il nuovo nome con cui vengono chiamate le strutture in cui si privano di libertà le persone colpevoli di esistere. Se fino ad ora, grazie ad una mobilitazione costante, siamo riusciti in Toscana a rigettare il modello repressivo di detenzione in relazione ai cosiddetti flussi migratori, ecco che sulla stampa di oggi escono indiscrezioni sull'operato delle prefetture toscane con i sindaci dei nostri territori. I CPR violano i diritti umani e la Costituzione perché privano della libertà persone che non hanno commesso nessun reato, ma sono semplicemente privi di permesso di soggiorno. I rapporti pubblicati nel corso degli anni dalla campagna nazionale “Lasciateci entrare” parlano chiaro: le condizioni di vita all'interno di questi centri di detenzione sono indegni di uno Stato democratico. Vogliamo essere chiari: fuori e dentro le istituzioni porteremo avanti una determinata azione volta ad impedire la realizzazione di questa struttura nella nostra Regione. Ricordiamo le dichiarazioni ambigue e pericolose del sindaco di Firenze dello scorso anno: giocavano sul cambio di nome. Dato che prima erano Centri di Permanenza Temporanea e poi sono diventati Centri di Identificazione ed Espulsione, per poi arrivare agli attuali Centri per i Rimpatri, le cose sarebbero cambiate. Possono essere chiamati CPT, CIE o CPR: restano strutture inaccettabili, secondo meccanismi punitivi che non riconoscono la dignità umana, secondo la peggiore vulgata su cui soffiano da decenni le destre di tutta Europa".


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