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Attualità venerdì 23 luglio 2021 ore 19:21

Idra e Rombai raccontano un Belvedere intoccabile

Girolamo Dell'Olio ha offerto la penna a Leonardo Rombai che ha presentato alla giunta fiorentina un paesaggio che sopravvive alle ortiche



FIRENZE — Un paesaggio che sopravvive alle ortiche, una strada piena di fascino che sembra una campagna dentro la città, è via San Leonardo descritta da Leonardo Rombai al quale l'associazione Idra ha offerto la penna del Laboratorio Belvedere.

Già ordinario di Geografia storica all’Università di Firenze, autore di testi paesistici e ambientali, esperto di politiche di pianificazione, tutela e valorizzazione, Leonardo Rombai è oggi il presidente di Italia Nostra Firenze.

Idra nella ventunesima lettera indirizzata alla giunta presenta un ritratto di San Leonardo in Arcetri, antica e lunga via collinare di circa 7 chilometri, che mette in comunicazione la parte sud-orientale di Firenze con Poggio Imperiale, Impruneta e il Chianti.

"Nessuno ha pensato agli impatti del cantiere prima e della gestione turistica poi sulle vie circostanti, a partire dalla contigua San Leonardo in Arcetri, antica e lunga via collinare di circa 7 chilometri, che mette in comunicazione la parte sud-orientale di Firenze con Poggio Imperiale, Impruneta e il Chianti: è una strada di “artisti, innamorati” (come la definisce su YouTube Elena Giannarelli), una strada piena di fascino, tra le più amate dai fiorentini, una campagna dentro la città, che i cittadini percorrono lentamente, passeggiandola. Lungo di essa si possono ammirare tanti monumenti di età tardo-medievale, rinascimentale e moderna, a partire da Forte Belvedere e da Porta San Giorgio (con, all'esterno, il bassorilievo San Giorgio e il Drago di Andrea Pisano e, nell'interno, la lunetta con affresco Madonna con Bambino fra San Giorgio e San Leonardo di Bicci di Lorenzo), dove termina la monumentale Via Costa San Giorgio e dove ha inizio la breve e ripida Via Belvedere, che conduce a Porta San Miniato, costeggiando le mura. Lungo Via San Leonardo – oltre alla duecentesca chiesa omonima che conserva il campanile a vela, affreschi quattrocenteschi e l'antico pulpito della chiesa di San Pier Scheraggio – sorgono tante ville, spesso corredate di storiche lapidi (tra cui San Leonardo, Razzolini o Spelman, Vecchietti, Sant'Agnese, Il Gioiello, L'Invidiata, Il Barduzzo dove visse lo scrittore Mario Pratesi), la casa del pittore e scrittore Ottone Rosai e il Tabernacolo dell'Immacolata, ricordato da Giovanni Papini. Il carattere peculiare della via, stretta e lastricata, è dato dallo snodarsi (scrive, sempre sul web, Viaggiatrice curiosa) “fra i muri delle ville immerse nella campagna, al di là dei quali si estendono i giardini, olivi, vigneti e cipressi. I muri riportano ancora l'originaria decorazione graffita a motivi geometrici, realizzata graffiando l'intonaco fresco”. Ottone Rosai, che vi abitò dal 1933 al 1957, la descrive come una delle strade più belle del mondo, come “la rivelazione più sorprendente riservatami dalla vita. Di una rarità incomparabile per la sua forma disegnata non da ingegneri, ma dall'andamento stesso del terreno in quanto trovasi sulla sommità di una collina […], larga poco più di un viottolo [che] procede sinuosa e tortuosa tutta piena di segreti e di sorprese, arrivando, con i suoi muri poco più alti di un uomo, con gli olivi che da questi si affacciano, con alcuni cipressi secolari che annunciano la presenza discreta e quasi intimidita di una villa – o di una vecchia casa contadina – ogni tanto fino al grande piazzale del Poggio Imperiale”, che si raggiunge dopo avere superato il Viale Galileo e lo Chalet Fontana, caffè letterario fondato nel 1896, frequentato dallo stesso Rosai e da Vasco Pratolini. “Ma è lunga questa strada e la chiesa di San Leonardo e le ville e le case sono distribuite così armoniosamente nello spazio”.

"Ora, se Costa San Giorgio e Via San Leonardo sono valori da preservare - scrive l’associazione - c’è legittimamente da domandarsi se nessuno abbia pensato agli impatti del cantiere prima e della gestione turistica poi sulle vie circostanti, come allarmato segnala il professore Rombai”.


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