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Attualità mercoledì 20 maggio 2020 ore 10:08

"Aumenta il prezzo del caffè? Non è uno scandalo"

In foto il caffè del bar

Il direttore della Confcommercio Firenze rispedisce al mittente l'allarme sui rincari lanciato nelle ultime ore dalle associazioni dei consumatori



FIRENZE — Nella seconda fase dell'emergenza Covid 19 con la riapertura delle attività è scattato l'allarme rincari, a lanciarlo è stato il Codacons che ha segnalato un aumento dei prezzi ad iniziare dalla tradizionale tazzina di caffè al bar (qui l'articolo).

Franco Marinoni, direttore della Confcommercio Firenze contattato da QUInewsFirenze ha commentato "I bar che hanno ripreso l’attività, con approccio direi quasi “eroico” e spirito di servizio per la collettività più che ricerca di un business che non c’è ancora e corriamo il rischio non ci sia per chissà quanto tempo, devono tenere aperte le loro attività con costi maggiori di prima e incassi decimati. Per quanto tempo riusciranno ad offrire un servizio straordinario come il loro per un euro o poco più a tazzina?".

E veniamo al prezzo del caffè "Dal dopoguerra in poi - spiega Marinoni - è sempre andato di pari passo, fino a pochi anni fa, con quello, per esempio, dei quotidiani. Che oggi costano 1,60. Forse ci vuole un ripensamento di tutta questa impostazione o il meccanismo rischia di saltare. Ognuno è libero di praticare le politiche dei prezzi che crede, ma io un buon caffè non mi scandalizzo di pagarlo 1,50 euro o anche più. E ognuno è libero di scegliere il prodotto in base alla sua qualità, il servizio, la location, i propri gusti. Forse serve più comprensione per le dinamiche aziendali e i loro equilibri, piuttosto che denunce sensazionalistiche".

A preoccupare la categoria è la sproporzione tra costi di gestione ed incassi come ha evidenziato il presidente di Confcommercio Firenze, Aldo Cursano, ospite stamani a Mi Manda Rai Tre "I costi di gestione sono oggi gravati dalla necessità di mettere a disposizione del personale e dei clienti i dispositivi di protezione individuale, ma poi è stato necessario rifare i menù e mettere mano all'organizzazione delle attività, di contro gli incassi sono crollati. Guardiamo al contesto e non alla singola attività. Parliamo di attività fragili - ha concluso Cursano - che non hanno capitali fermi ma si basano sul lavoro quotidiano, per questo rischiano facilmente di finire in mano alla criminalità che ha già iniziato lo shopping".


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