Allontanamento da casa e addebito della separazione
di Guglielmo Mossuto - mercoledì 22 gennaio 2020 ore 07:30
Con l'ordinanza 509/2020 la Corte di Cassazione è tornata sul tema dell'addebito della separazione ed ha sancito un principio che porterà a un acceso dibattito.
Il caso.
Una signora di Sassari, sposata da venti anni, casalinga e nullatenente, probabilmente presa da un momento di esasperazione si è allontanata dall'abitazione coniugale.
La “fuga” è durata meno di 48 ore ma quando la signora è ritornata sui suoi passi ha trovato la serratura di casa cambiata e un marito fermo nella decisione di non perdonarla.
Giunti in Tribunale, la signora si è vista addebitare la separazione, a causa di questo seppur breve allontanamento, in ogni grado del giudizio, dal primo alla Cassazione.
La decisione della Corte di Cassazione.
La Suprema Corte ha ritenuto che la decisione sull'addebito spetta unicamente ai giudici di merito e, nel caso di specie, questi hanno evidenziato il "carattere unilaterale e non temporaneo della decisione della moglie di abbandonare la residenza familiare ponendo fine alla relazione coniugale".
Allontanarsi dall'abitazione coniugale, che sia per due giorni o sia per un mese, è ritenuta comunque una decisione definitiva, non scusabile. Una decisione che ha portato la signora a doversi trasferire dalla madre, perdendo ogni diritto sia con riguardo alla casa che in ordine a un mantenimento.
L'unica consolazione per la signora è la solidarietà mostratale da parte dei figli che hanno deciso di seguire la madre, seppur maggiorenni, e lasciare l'abitazione familiare ove il padre ora si è ritrovato a vivere da solo.
Guglielmo Mossuto