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Attualità giovedì 02 marzo 2023 ore 18:15

Palazzo Vecchio litiga per la bandiera della pace

Scontro politico alla Signoria sui vessilli arcobaleno. Ad un anno esatto di distanza torna la polemica sulle bandiere della pace esposte in Consiglio



FIRENZE — Ad un anno esatto di distanza in Palazzo Vecchio si torna a litigare sulla esposizione delle bandiere della pace, era il 28 Febbraio del 2022 quando due bandiere della pace furono esposte in aula, davanti alle prime postazioni riservate ai consiglieri, con distinguo tra presidenza e vicepresidenza.

Modificare il regolamento per far sì che la bandiera simbolo della Pace sia, in modo permanente, presente nell’aula, questa la proposta che ha scatenato la bufera.

Il presidente Luca Milani ha così motivato la decisione "Il Consiglio comunale di Firenze, a mio parere tutto, dovrebbe condividere questa scelta. Niente è più condiviso che il tema della pace. Inoltre come città di Firenze vogliamo alzare il grido per la pace, perché una catastrofe nucleare non è mai stata così tanto vicina; è quindi urgente che le diplomazie mondiali siano coese nel perseguimento della fine del conflitto in Ucraina. Apporre il simbolo della pace non serve solo all'oggi, ma vogliamo che questo fondamentale valore universale sia nostro patrimonio sempre, finché ogni guerra nel mondo non sarà cessata. Come ci ricorda Ernesto Balducci, l'umanità del futuro o sarà in pace o non sarà. La bandiera della Pace stabilmente presente nella nostra aula, sicuramente è una piccola cosa, ma è un segnale per il presente e un monito per il futuro”.

Ma la decisione ha scatenato polemiche

Tra le prime reazioni ancora una volta il vice presidente del Consiglio comunale “Ci opporremo in ogni modo, anche facendo ricorso al Prefetto” ed Italia Viva "Forse è cambiato il vento, e dovremo abituarci alle questioni ideologiche. Saranno mesi interessanti se queste son le premesse”. 

“E’ ammissibile sugli edifici pubblici l'esposizione delle sole bandiere ufficiali istituzionali, nel rispetto del generale principio di «neutralità» delle sedi istituzionali”. Lo stabilisce la legge italiana, come ricordato in più occasioni, l’ultima nel 2005 dall’allora sottosegretario all’Interno Giampiero D’Alia in risposta ad un’interrogazione parlamentare, e come ribadito anche nelle faq alla presidenza del Consiglio dei Ministri. Quindi, la proposta di delibera presentata dagli uffici del Consiglio comunale e voluta politicamente dal presidente Milani per rendere permanente e ufficiale l’esposizione della bandiera della pace nel Salone de’Dugento non è ricevibile. Ci opporremo ovviamente nel voto in aula, ma se la proposta dovesse passare a maggioranza siamo pronti a fare ricorso al Prefetto per annullare questa scelta, che oltre ad essere tecnicamente sbagliata, in quanto in palese violazione di precise disposizioni di legge, è anche frutto di una retorica di parte che rigettiamo. L’aula del Consiglio comunale è la casa politica di tutti i fiorentini, non l’auditorium di una casa del popolo”.

Il vice presidente vicario del Consiglio comunale Emanuele Cocollini “E’ ammissibile sugli edifici pubblici l'esposizione delle sole bandiere ufficiali istituzionali, nel rispetto del generale principio di «neutralità» delle sedi istituzionali”. Lo stabilisce la legge italiana, come ricordato in più occasioni, l’ultima nel 2005 dall’allora sottosegretario all’Interno Giampiero D’Alia in risposta ad un’interrogazione parlamentare, e come ribadito anche nelle faq alla presidenza del Consiglio dei Ministri. Quindi, la proposta di delibera presentata dagli uffici del Consiglio comunale e voluta politicamente dal presidente Milani per rendere permanente e ufficiale l’esposizione della bandiera della pace nel Salone de’Dugento non è ricevibile. Ci opporremo ovviamente nel voto in aula, ma se la proposta dovesse passare a maggioranza siamo pronti a fare ricorso al Prefetto per annullare questa scelta, che oltre ad essere tecnicamente sbagliata, in quanto in palese violazione di precise disposizioni di legge, è anche frutto di una retorica di parte che rigettiamo. L’aula del Consiglio comunale è la casa politica di tutti i fiorentini, non l’auditorium di una casa del popolo”.

Il Capogruppo in Comune della Lega, Federico Bussolin “In un momento di grave incertezza economica nonché di difficoltà da parte dei cittadini di Firenze su ogni aspetto quotidiano, appare assurdo che stamani in Commissione Affari Istituzionali il PD abbia voluto portare in discussione una delibera per modificare il regolamento del Consiglio, col solo scopo di poter esporre la bandiera del movimento per la pace. Nulla contro la pace, anzi, ma non ne comprendiamo la necessità né il decoro istituzionale. Probabilmente il sindaco Dario Nardella sta correndo dietro alla neo eletta Segretaria Nazionale del Pd, Elly Schlein. Questa volontà appare un primo grande segnale di resa di Nardella verso la vincitrice. Non trovo normale però chiedere di parificare una bandiera come quella della Pace con il Tricolore, la Bandiera Europea ed il Giglio di Firenze, avrei compreso il carattere temporaneo ma così, invece, rischiamo che le istituzioni fiorentine diventino una succursale della Casa del Popolo. Siamo preoccupati da questa deriva che sta prendendo il Pd. Siamo curiosi di vedere chi del Pd ha sempre difeso un’anima moderata e riformista cosa intenderà fare a breve. Vista l'antifona, beh ci sta che a breve si tolga l'inno nazionale e si suoni in Palazzo Vecchio direttamente “Bella Ciao”, la canzone preferita di Elly Schlein”.

La consigliera di Italia Viva Barbara Felleca “Il primo atto del PD del dopo Congresso è una proposta di delibera per modificare il Regolamento del Consiglio Comunale per esporre nella sala istituzionale del Salone dei Duecento la bandiera della pace. Dopo l’annullamento di una seduta di Commissione che ieri doveva approvare il POC, nel mezzo di Commissioni che sono chiamate in tempi irragionevolmente brevi a votare il bilancio, il Presidente del Consiglio, ben sostenuto dal PD, ci impegna in una discussione più ideologica che concreta sul fatto che la bandiera della pace deve trovare collocazione nella sala istituzionale in cui il Consiglio si riunisce. Il PD vuole dispensare la patente di pacifista solo a coloro che votano a favore, senza riflettere sul fatto che a Roma il PD, accreditandosi come forza moderata e filo-atlantica, ha votato più volte il rifinanziamento dell’invio delle armi all’Ucraina. Forse è cambiato il vento, e dovremo abituarci alle questioni ideologiche. Per questo ci siamo astenuti in commissione, perché rifiutiamo il dibattito strumentale, ribadendo che il carattere di "neutralità" delle sedi istituzionali, è un principio democratico che dobbiamo difendere sempre, e le bandiere da esporre sono quelle istituzionali, e non altre. Dai pacifisti a corrente alternata del PD ci aspettiamo che il prossimo anno di consiliatura sia impegnato in discussioni più concrete, perché i fiorentini si aspettano ben altro che un dibattito ideologico sulla bandiera della pace. Che però sembra già essere all’ordine dei lavori della seduta del 6 Marzo (dove pensavamo, fino a prima del congresso, di votare il Piano Operativo). Piano operativo no. Bandiera della pace sì. Dibattito sul bilancio no. Esposizione della bandiera della pace nell'aula del Consiglio sì. Saranno mesi interessanti se queste son le premesse”.

“Mi sembra una forzatura istituzionalizzare la bandiera della Pace nel Salone dei Duecento, sede del Consiglio comunale. Non ero d’accordo quando furono messe le bandiere sui primi banchi della giunta, sono contrario – sottolinea il capogruppo del gruppo misto Andrea Asciuti – alla modifica del regolamento del Consiglio per far sì che questa bandiera sia sempre presente accanto a quella italiana ed europea. Ormai la guerra tra Russia ed Ucraina ha superato l’anno. Sono convinto che occorra sempre più concretizzare i dialoghi di pace e l’Europa dovrebbe invitare anche i rappresentanti russi per favorire il dialogo con gli ucraini, non solo Zelensky e, soprattutto, non dovrebbe continuare ad inviare armi. Questi sono atti concreti da perseguire – conclude Andrea Asciuti – e non mettere bandiere delle pace nelle sedi istituzionali”.


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