Attualità giovedì 06 febbraio 2025 ore 07:54
Filippo Timi e il suo Amleto2 al quadrato

L'attore regista incontra il pubblico prima dello spettacolo “Qualcuno mi disse che Shakespeare scriveva per i suoi attori e io ho scritto per loro”
FIRENZE — “Per essere storici bisogna essere contemporanei” “Shakespeare non scriveva di uomini in calzamaglia ma di quello che sentiva in quel momento e così ho fatto io per scriverlo”
Filippo Timi apre così il suo incontro con il pubblico al Teatro della Pergola per il suo Amleto al quadrato. Rappresentazione nata quindici anni fa e che è tornata in scena con le attrici della sua compagnia: Lucia Mascino, Marina Rocco, Elena Lietti e Gabriele Brunelli. Questa settimana a Firenze sarà l’ultima tappa di questa tournée della nuova edizione che ha fatto il sold out.
Filippo Timi presenta il suo Amleto2. Prende il testo di Shakespeare e lo stravolge, rovescia passioni e personaggi. Amleto cerca di uscire dall’Amleto stesso e interagisce anche con Marilyn Monroe, Marina Rocco, che è convinta di vincere l'Oscar perchè ha trovato parcheggio. E si apre il sipario in una gabbia da circo. Proprio così, la scenografia di Timi è una grande gabbia di leoni e come dice lui "E' un circo perché la vita è un circo. E ci si chiede chi sono le belve, siamo noi gli attori o siete voi gli attori della vita”
Uno spettacolo da definire pop? Forse sì considerando Marilyn, il puffo, fruttolo, i pezzi di Lorella Cuccarini e Gigi D'Alessio e l'immancabile sfera a specchi da discoteca “Sennò mi annoio” ma ovviamente anche Amleto, Ofelia e Gertrude.
“Anni fa mi sono chiesto se potevo essere un regista e l'ho fatto. Adesso ho richiamato la ciurma ovvero loro. Dopo 15 anni ho detto andiamo a rivedere quel tesoro. Se il primo tesoro è una cassa d'oro se scavi di più in profondità, sotto c'è di più, trovi di più e ci sono i diamanti” - Timi prosegue riferendosi alla nuova edizione di questo Amleto portata in teatro - “Quando scavi dentro una cosa bella anche l'amore, trovi delle cose ancora più belle. Devi andare in profondità e così e stato anche per l’Amleto al quadrato”
“Lo spettacolo cambia ogni sera. Poi non so da dove mi arriva. Per questo chiedo improvvisazione ai miei attori, non mettete a fuoco tutte le parole, non devono fare sempre centro. Deve essere una immagine di noi, quello che meglio sentiamo per noi, l'indicazione del regista ma anche l'interazione del pubblico, e quindi è sempre diversa”
E alla domanda su come cambiano le rappresentazioni, su come avviene tutto questo e con quali regole lui risponde:
“Prima cosa è che ognuno di noi ha un limite di improvvisazione a seconda dei ruoli. Per esempio Ofelia non può improvvisare. Però anche a lei le dò una possibilità ma quando dice una frase brutta tutta la scena ricomincia da capo.
Marina Rocco semplicemente fa quello che vuole in scena. È talmente addicted della risposta del pubblico che fa quello che sente il pubblico”
"Ogni spettacolo si nutre del dialogo col pubblico e comunque vada scatterà l'amore”
E interviene Lucia Mascino sull'argomento:
“Ogni tanto Filippo ci dice, siate voi stessi e fate ciò che sentite. Esprimete voi stessi. Dunque a seconda delle serate aggiungi quella parola che è significativa per te. È una sorta di ricerca per far accadere qualcosa di più nella rappresentazione” - continua la Mascino - “Inoltre è fantastico lavorare e recitare con chi l'ha scritto con chi è il regista. È un lusso. Il regista ha una visione del testo e durante la rappresentazione la riscrive. È un lusso che non capita spesso ed è molto bello recitare con chi dirigee ha scritto”
“Per essere storici bisogna essere contemporanei. Se shakespeare fosse nato ai giorni nostri il sipario si sarebbe aperto su un balconcino che affaccia su Milano Marittima…”
Così conclude Filippo Timi e il resto è da vedere.
Chiara Lam Nang
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