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Attualità sabato 06 giugno 2020 ore 17:09

Menarini apre un nuovo stabilimento in Toscana

Il nuovo stabilimento da 150 milioni di euro avrà sede nel fiorentino con l'obiettivo di dare lavoro a 500 persone tra impiegati diretti ed indotto



FIRENZE — Menarini ha scelto l’Italia per il suo nuovo stabilimento da 150 milioni di euro. Il sito sarà realizzato nell’area fiorentina, occuperà 40.000 mq e darà lavoro a 250 persone dirette e ad altrettante nell’indotto. 

Il nuovo polo sarà a Sesto Fiorentino, nell’area ex Longinotti. Per sostenere il programma di sviluppo, per far sì che possa procedere il più velocemente possibile, nel rispetto delle norme ma evitando il rischio di intoppi è stato approvato e verrà firmato nei prossimi giorni un protocollo d’intesa tra Regione, Comune, Città metropolitana e azienda. Con l’accordo si dà il via ad un percorso pubblico-privato e si istituisce un tavolo permanente che dovrà coordinare tutti gli aspetti ambientali, urbanistici ed infrastrutturali legati alla realizzazione del nuovo insediamento.

La scelta di interrompere la ricerca della localizzazione internazionale economicamente più attrattiva, e la decisione di privilegiare l’Italia, è maturata durante i giorni drammatici del lockdown, quando hanno cominciato ad essere evidenti le conseguenze tragiche della pandemia sull’economia italiana.

“Abbiamo preso una decisione di cuore, condivisa con il CdA: privilegiare il nostro Paese, e farlo subito, con un investimento di 150 milioni che dia immediatamente un contributo all’economia e all’occupazione. Siamo un’azienda italiana e siamo orgogliosi di esserlo. Qui produrremo farmaci che sono l’essenza del Gruppo Menarini, utilizzati ogni giorno da decine di milioni di pazienti in Italia e all’estero” hanno commentato Lucia e Alberto Giovanni Aleotti, azionisti e membri del Board di Menarini. “Lo stabilimento avrà un nome, un po’ come un bambino - hanno agiunto Lucia e Alberto Giovanni Aleotti - Saranno i nostri dipendenti a sceglierlo. Un nome che riassuma il coraggio, la volontà e il cuore dell’Italia che vuole rialzarsi e fare squadra nei momenti più difficili”.

Sarà uno stabilimento di smart manufacturing, con tecnologie produttive innovative e sistemi di automazione e digitalizzazione in linea con il programma Industry 4.0 con importanti obiettivi di sostenibilità ambientale. Lo stabilimento avrà una capacità produttiva annua di circa 100 milioni di confezioni corrispondenti a circa 3 miliardi di compresse. 

 "L'anno che si è chiuso non risentiva ovviamente della crisi Covid, e ha visto Menarini aumentare la sua presenza all'estero e rafforzare la sua governance con la nomina, a settembre, del CEO del Gruppo, Elcin Barker Ergun. Oggi il fatturato internazionale è il 77 per cento del totale grazie alla dedizione e impegno dei nostri dipendenti che portano la qualità dei farmaci Menarini nel mondo", ha commentato Eric Cornut, presidente del Gruppo Menarini.

“Il progetto di Menarini assume una rilevanza strategica sia per il recupero di un'area industriale ormai ferma da tempo, sia per la tipologia di attività ed innovazioni sviluppate, sia infine per le ricadute occupazionali e per le opportunità che si apriranno per le piccole e medie imprese toscane” ha detto il presidente della giunta regionale, Enrico Rossi che ha aggiunto "Sarà nostra cura orientarlo verso possibili forme di sostegno nazionali ed europee, oltre agli strumenti già a disposizione della Regione. La piattaforma di ricerca e produzione farmaceutica proposta dal gruppo rappresenta una sfida sia per il privato sia per il pubblico: reindustrializzare l'area ex-Longinotti comporta infatti la gestione di diverse complessità autorizzative e realizzative. Da qui la necessità di una tavolo di coordinamento lungo tutte le varie fasi dell’investimento, che come Regione mettiamo volentieri a disposizione assieme al Comune di Sesto Fiorentino e la Città metropolitana”.

Il modello di lavoro è quello che in Regione Toscana è già stato tenuto a battesimo dieci anni fa con “Invest in Tuscany”, una struttura rafforzata poi nel 2016 e che fa capo direttamente alla presidenza della giunta regionale, snella e con una ricetta semplice, quella di proporsi come punto di riferimento per chi vuole investire in Toscana, garantendo risposte veloci e capacità di intermediazione, aiutando grandi aziende italiane e multinazionali a farsi strada tra norme, procedure e competenze spesso ripartite tra più amministrazioni, a beneficio anche delle piccole e medie imprese locali e del mondo della ricerca spesso coinvolti in simili progetti. Questo metodo di lavoro con investitori ed amministrazioni comunali, peraltro, è già risultato efficace con i progetti di investimento di altre imprese dello stesso settore proprio nel territorio di Sesto Fiorentino, in collaborazione con la Città Metropol itana di Firenze.

“Il nostro territorio si conferma capace di attrarre investimenti e competenze e si avvia sempre più a diventare un distretto della farmaceutica di livello nazionale” ha detto il sindaco di Sesto Fiorentino Lorenzo Falchi. "Questo investimento - ha detto il sindaco metropolitano Dario Nardella - è un fatto straordinario che arriva in un momento di grande sofferenza per l'economia locale e internazionale e per questo vale ancora di più come segno tangibile di ottimismo e fiducia verso il nostro territorio. Da sindaco metropolitano non posso che plaudire a un'operazione che rafforza tutta l’area fiorentina, da sindaco del capoluogo di Firenze sono altrettanto felice perché la nuova strategia industriale del gruppo Menarini continua a riconoscere un ruolo centrale anche al sito di Campo di Marte”.

La produzione farmaceutica italiana è la prima in Europa e vale l’1,8 per cento del Pil, ovvero qualcosa come 33 miliardi di euro. La filiera comprenda circa cinquemila aziende. Solo in Toscana ve ne sono più di trenta attive, venti gli stabilimenti produttivi, e la specializzazione nel bio-farmaceutico nel 2019 ha raggiunto livelli tali da confermare la regione come terzo polo nazionale del settore, dopo Lombardia e Lazio, con una produzione di circa 6 miliardi di euro per il 70 per cento destinato all’export e 16 mila addetti (il 10 per cento in ricerca e sviluppo) concentrati nelle aree di Firenze, Pisa, Lucca e Siena.


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