Attualità martedì 07 giugno 2016 ore 10:19
Il drone Marta monitora la voragine
La telecamera del robot subacqueo messo a punto dall'Università di Firenze dovrà fornire nuove immagini del fondale davanti al lungarno Torrigiani
FIRENZE — Il suo nome, Marta, è l'acronimo di Marine robotic tool for archaeology. Il robot messo a punto dal Dipartimento di ingegneria industriale dell'Università di Firenze nasce, in effetti, per ricerche di archeologia subacquea. I suoi sensori acustici e ottici, spiega il direttore del Dipartimento Benedetto Allotta, "possono però essere vantaggiosamente utilizzati in molti altri contesti di interesse come, ad esempio, la biologia, il monitoraggio ambientale e le indagini geo-morfologiche''.
Proprio quello che Marta è chiamata a fare sul fondale dell'Arno, in corrispondenza del punto in cui si è aperta la voragine che il 25 maggio ha squarciato il lungarno Torrigiani.
La telecamera di bordo consentirà di acquisire immagini se la visibilità sarà adeguata, mentre il sonar frontale di scoperta permetterà di raccogliere informazioni circa lo stato del fondale anche in situazioni di scarsa visibilità.
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