Gli architetti bocciano i cancelli anti degrado

FIRENZE — Prima la proposta del priore di Santo Spirito di realizzare una cancellata sul sagrato, poi una cancellata apparsa in un vicolo di Sant'Ambrogio e criticata dal Comitato di zona che ha dato mandato all'avvocato fiorentino Guglielmo Mossuto di intraprendere la strada del ricorso al Tar, hanno acceso il dibattito sul decoro urbano e sulle misure da adottare per tutelare alcuni luoghi sensibili della città.

Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti si è espresso all'ipotesi con una posizione di rifiuto, a spiegarlo a QUinewsFirenze è il presidente dell'Ordine degli Architetti, Duilio Senesi. 

Gli architetti hanno bocciato la proposta dei cancelli, perché?

"Chiudersi è una illusione, le criticità si spostano solo di pochi metri ma non si risolvono. Chiudere spazi pubblici come un sagrato o un vicolo genera una sicurezza fittizia, il problema deve essere affrontato alla radice cercando di comprendere il rapporto che esiste tra uno spazio e le persone che quello spazio lo frequentano perché di passaggio o perché lo vivono".

Quali soluzioni adotterebbe un urbanista?

"Tutto si basa sullo studio del contesto urbano e fortunatamente oggi abbiamo la tecnologia che ci aiuta fornendoci sistemi di videosorveglianza a distanza ed impianti di illuminazione che possono essere gestiti da remoto. Parlare di cancello è un palliativo. Se ci pensiamo quando il cittadino che si è chiuso dietro al cancello dovrà uscire cosa troverà? Perché ad un certo punto dovrà uscire e si troverà a doversi confrontare con le condizioni di civile sicurezza".

Quindi la soluzione si riduce ad un migliore sistema di controllo?

"Assolutamente no. Dove lo spazio è curato e si svolgono funzioni non esiste il senso di insicurezza. Mangiare sulle gradinate, occupare le soglie delle abitazioni o i marciapiedi, fino ad usare i vicoli come Vespasiani sono attività che rimandano ad esigenze fisiologiche, non deve farci paura pensare a questo aspetto e dobbiamo riflettere anche su questo. Dobbiamo fornire delle alternative al grande flusso di persone che ogni giorno attraversa le nostre strade in cerca di servizi".

Qualche idea?

"Servirebbero panchine e bagni pubblici, magari all'interno di spazi ampi ed attrezzati. Concentrando le presenze si creano i problemi, i flussi devono essere diluiti, vanno pensate nuove aree e contenitori. Immagino anche luoghi coperti in cui potersi soffermare e consumare pranzi al sacco per rispondere così alle esigenze basilari. In fondo riposarsi un attimo, mangiare qualcosa al volo, andare in bagno sono cose che tutti noi desideriamo fare quando viaggiamo".

Veniamo alla Palazzina Reale che ospita la Fondazione degli Architetti, in termini di cancellate ne sapete qualcosa. Sono maturi i tempi per abbatterle?

"Abbiamo riportato in un luogo prestigioso una attività importante e sinceramente quelle cancellate non sono una bella cosa. L'idea è di riaprire il piazzale alla città creando una cerniera tra la stazione di Santa Maria Novella e la Fortezza da Basso, magari creando uno spazio espositivo. C'è in corso un confronto aperto con Grandi Stazioni e con il Comune di Firenze e se avremo modo di togliere le cancellate potremo vivere una prospettiva diversa dello spazio. Intanto ci stiamo concentrando sul restauro dei materiali lapidei e sull'arredo urbano perché una volta riqualificato lo spazio, la cancellata sarà solo l'ultimo ostacolo all'apertura di un nuovo spazio pubblico".

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