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Attualità venerdì 23 agosto 2019 ore 12:21

Fiorentini sorpresi dai nuovi corsi d'acqua

Il presidente del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno, Marco Bottino, racconta a Qui News Firenze come è cambiata la vita lungo i torrenti di città



FIRENZE — Il rapporto dei fiorentini con l'acqua sembra essere cambiato negli ultimi anni, dalla paura diventata diffidenza si è passati ad un crescente interesse verso le sponde dell'Arno e degli altri torrenti. Complici i social e la curiosità, in tanti si sono spinti oltre le spallette per esplorare le rive ripulite ed osservare la città dal basso. Non più dei "sorvegliati speciali" nella stagione delle piogge, ma parte di un contesto urbano che chiede più spazi vivibili. Interventi di ripristino degli argini in aree caratteristiche come Le Cure e Dalmazia hanno riacceso l'attenzione, ma alcuni progetti restano incompiuti come l'idea di poter passeggiare lungo le rive, cosa che accade nelle grandi città europee, ed il sogno di vivere il fiume non solo metaforicamente ma anche in maniera fisica traendone, se possibile, anche vantaggi in termini energetici. 

Per capire se e come è cambiata la vita lungo i corsi d'acqua abbiamo intervistato Marco Bottino presidente del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno. 

Firenze è una città di canali tombati che un tempo scorrevano dalle colline fino all'Arno. Occorre recuperare un po' di storia per poter affrontare una migliore gestione della risorsa idrica? "I tombamenti sono certamente la questione più delicata del reticolo idrografico perché potenzialmente molto pericolosi in caso di piene improvvise come oramai si verificano sempre più frequentemente; sono frutto di uno sviluppo urbanistico massiccio, a volte anche sregolato, miope verso il futuro che oggi abbiamo il compito di arrestare e anzi avviare verso una riconversione più sostenibile del costruito. La storia certamente ci insegna ma se ci si affida solo alla memoria, nel segno dei ‘bei tempi andati’ senza fare riferimento ai dati scientifici e ingegneristici si sbaglia; un esempio: i depositi di sedimenti in alveo che tutti richiedono di togliere affermando che in passato non ce n’erano grazie ai dragaggi, ecco se si vedono dipinti e stampe antiche si scopre che ci sono sempre stati e gli ingegneri idraulici ci insegnano che fanno parte delle dinamiche naturali e fisiologiche di un corso d’acqua".

Che tipo di rapporto esiste tra i fiorentini ed i loro torrenti, ha notato un cambiamento negli ultimi tempi, un maggiore interesse da parte di una città che guarda molto alle strade, un po' ai marciapiedi e non molto alle rive? "Negli ultimi cinque anni, con il nuovo Consorzio esteso a tutti i proprietari del comprensorio anche nel centro città, si sono potute aumentare notevolmente le risorse economiche dedicate alla manutenzione dell’Arno e di tutti i corsi d’acqua fiorentini. Gli investimenti sono passati da 700mila a 6 milioni di euro l’anno e così in collaborazione con il Genio Civile della Regione Toscana e il Comune abbiamo lavorato per argini più sicuri, interventi di controllo della vegetazione a monte e a valle dell’area urbana, percorribilità senza interruzioni sulle sponde, maggiore frequenza di sfalcio e dunque torrenti più curati, puliti, vissuti e dunque più belli. Lavori che hanno evidentemente contribuito a ravvivare l’attenzione dei fiorentini per l’Arno e i suoi affluenti, entrati, negli ultimi anni, sotto vari aspetti, nell’interesse e nel dibattito cittadino". 

Si è parlato molto negli ultimi anni di artigianato e Firenze si è esposta candidandosi a Città simbolo della manifattura, ed in passato l'artigianalità si affidava alla forza motrice dell'acqua. L'acqua tornerà, un giorno, ad alimentare la produttività locale? "È confermato ormai che i cambiamenti climatici in atto renderanno l’acqua un bene sempre più scarso e prezioso per la sopravvivenza e l’alimentazione umana, dall’irrigazione all’allevamento in ambito agricolo alla progressiva desertificazione che si prevede possa interessare pesantemente anche il nostro paese; nonostante esista davanti a noi la grande speranza di un massiccio riutilizzo delle acque reflue ai fini energetici o agricoli, escluderei comunque che un giorno possa tornare adessere l’acqua il motore della manifattura e dell’artigianato, che piuttosto a mio parere dovranno concentrarsi sulla ricerca tecnologica per l’utilizzo di altre fonti energetiche rinnovabili".

Quali strumenti mette a disposizione il Consorzio per poter partecipare attivamente al recupero dei corsi d'acqua? La discesa da Fiesole a Firenze ha riscosso grande successo ad esempio, è una iniziativa da replicare? "La nostra grande convinzione è che più gente vive un corso d’acqua più questo sarà sicuro dal punto di vista idraulico - perché chi vede qualcosa che non va può segnalarcelo - e curato anche dal punto di vista naturalistico e ambientale perché dei paesaggi fluviali ci si innamora e appassiona facilmente; per questo, oltre che per avere un passaggio di servizio per le nostre attività di vigilanza e di bonifica, laddove possibile ritroviamo, ricuciamo o creiamo accessi e percorribilità lungo argini e sponde per invitare i cittadini, i gruppi spontanei e le associazioni a fare la loro parte con diverse iniziative".

In molte città europee il rapporto con i fiumi urbani è diventato un valore aggiunto, ad esempio le chiuse in Irlanda, le case galleggianti lungo la Senna oppure ad Amsterdam. Sono esempi che potrebbero arrivare anche da noi? "Certamente, i fiumi urbani possano diventare anche qui parte dell’immaginario e della vita sociale, basti pensare all’idea dell’Arno da vivere di Rogers, i molti spazi estivi che si affacciano sul fiume, gli eventi sportivi nazionali e internazionali di canottaggio e di pesca o le gite in barca con le vecchie barche dei Renaioli. Da parte nostra l’anno scorso abbiamo promosso insieme al Comune il primo Florence Rivers Festival e stiamo già lavorando alla seconda edizione di un fine settimana in cui mettere insieme tanti eventi che celebrano e portano a scoprire l’Arno e i fiumi fiorentini; il nostro sogno è arrivare in tempi brevi ad estendere i tratti in cui è possibile navigare l’Arno per permettere a tutti di vivere l’esperienza di vedere Firenze dal suo fiume".


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