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Attualità martedì 08 marzo 2022 ore 19:34

Dopo il Covid attendono la terza dose, 500 infermieri rischiano la sospensione

In 500 rischiano la sospensione. Hanno fatto la vaccinazione base con due dosi e poi si sono ammalati di Covid​ e sono in attesa della terza dose



FIRENZE — Si sono vaccinati con due dosi ma poi si sono ammalati di Covid ed ancora non hanno fatto la terza dose, prevista a distanza di 4 mesi, nel frattempo però rischiano la sospensione.

Una beffa contro la quale si è mobilitato l’Ordine delle Professioni Infermieristiche Interprovinciale Firenze-Pistoia che ha chiesto di fermare la sospensione degli infermieri.

Sono oltre 500 gli infermieri iscritti a OPI Fi-Pt in questa situazione, ai quali i medici non possono più certificare il differimento (anche in questo caso per un complesso cambio della normativa) e che la piattaforma nazionale, ormai da Febbraio, indica “rossi” e quindi a rischio sospensione dall’Albo.

Attualmente la piattaforma nazionale DGC, il Sistema informativo nazionale per l’emissione, il rilascio e la verifica di Certificazioni verdi COVID-19, indica in rosso anche gli infermieri che non hanno e non possono fare la terza dose di vaccino contro il Covid-19 in quanto, dopo aver contratto il Covid, occorrono mesi prima di poterla ricevere così come riportato nelle linee guida internazionali. 

"A distanza di due anni dall’inizio della pandemia - spiega una nota di Opi Firenze-Pistoia - chiediamo alla politica di emanare criteri diversi e ponderati per il rispetto degli obblighi vaccinali del personale sanitario, distinguendo fra chi ha rinunciato alla vaccinazione e chi invece si è vaccinato, ha lavorato duramente nei servizi Covid e si è successivamente, e spesso per questo, contagiato. E ora rischia la sospensione in quanto il sistema non recepisce il differimento della terza dose".

 "Chiediamo al presidente della Regione, agli Assessori alla Sanità ed al Sociale di intervenire con urgenza e fermezza verso il Primo Ministro ed il Ministro della Salute per evitare sospensioni “ingiuste” che tolgono il diritto agli infermieri al lavoro, allo stipendio, oltre la tutela al mantenimento della famiglia, ovvero diritti garantiti dalla Costituzione Italiana".

"L’Ordine, in quanto Ente Pubblico Sussidiario dello Stato, non può avere atteggiamento ostativo nell’applicare le leggi e le disposizioni ministeriali così, però, rischia di sospendere anche chi non si è mai rilevato contrario alla vaccinazione. Si chiede inoltre, con urgenza, al presidente della Regione, alla Giunta, agli Assessorati coinvolti, di attuare ordinanze regionali tese a correggere le distorsioni del sistema di vigilanza dell’obbligo vaccinale nell’interesse di assicurare i servizi di assistenza ai cittadini. Con ulteriori 500 infermieri sospesi andremo incontro ad un’altra emergenza clinica-assistenziale ovvero la chiusura dei servizi e l’aumento dei carichi lavoro che diventeranno insostenibili per chi rimane. I servizi dell’aria socio sanitaria si vedrebbero, in molte situazioni, perdere gli unici infermieri che hanno. Attendiamo risposte politiche precise e, in attesa, si comunica che non procederemo a ulteriori sospensioni".


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