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Attualità lunedì 16 gennaio 2017 ore 13:30
Ponte a Ema accoglie dieci migranti
Cittadini in assemblea per la presentazione del piano di accoglienza dalla Caritas e dal Comune. Nei prossimi mesi saliranno a 42 le persone ospitate
BAGNO A RIPOLI — Cresce il numero dei migranti ospitati nel territorio di Bagno a Ripoli. Sono in tutto dieci le persone che nei prossimi mesi saranno accolte dalla comunità di Ponte a Ema.
Se ne è discusso ieri dopo la messa nella parrocchia locale. All'incontro hanno partecipato il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini, la vicesindaca Ilaria Belli, il direttore della Caritas di Firenze Alessandro Martini, il responsabile del settore immigrazione della Caritas Marzio Mori e il parroco don Giulio Cirri. Sul tavolo, appunto, il piano di accoglienza dei migranti, il cui numero totale passerà, con il nuovo innesto, a 42 persone ospitate.
Si tratta di una quota, spiega il Comune, che si sta progressivamente avvicinando alle indicazioni dell'accordo sull'accoglienza di Anci e Governo di 2,5 profughi ogni 1000 abitanti.
Un'assemblea, hanno detto sindaco e vicesindaca, che si è svolta in un clima di "grande serenità e tranquillità". Fatto che, spiegano, "ha confermato una volta di più la grande umanità e capacità di accoglienza della comunità ripolese, in questo caso della frazione di Ponte a Ema. Bagno a Ripoli tutta, cittadini, associazioni, istituzioni, sta facendo al 100 per cento la propria parte per gestire un'emergenza ormai pressoché strutturale, come quella dei migranti, che non si arresta nemmeno nei freddi mesi invernali".
"Il sistema dell'accoglienza diffusa promosso dalla Regione Toscana - hanno poi aggiunto - certo da solo non basta a gestire un fenomeno così vasto, che ha necessità di un imponente lavoro in ambito internazionale e di procedure rapide nel riconoscimento del diritto di asilo, su cui sta lavorando il Governo Nazionale, ma appare sempre di più la soluzione giusta ed efficace per un'accoglienza concreta, capace di unire umanità e sicurezza. Sicurezza, che è l'altro fondamentale aspetto che, in un momento delicato come l'attuale, vogliamo e dobbiamo garantire”.
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