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Attualità martedì 06 giugno 2023 ore 10:19

Abitare o lavorare, il dilemma di Firenze

Tra prezzi alle stelle e salari da sussidio, la città registra record di attrazione turistica ma stenta a ritrovare l'identità della residenza stabile



FIRENZE — Abitare e lavorare a Firenze, un convegno a più voci in Camera del lavoro dove Cgil, Filcams e Suni si sono confrontate per frenare l’espulsione di abitanti, lavoratori e studenti.

“Abitare e lavorare a Firenze – Casa, trasporti e salario per combattere la terziarizzazione debole della città – Contro l’espulsione della Working Class dalla città” questo il lungo titolo del convegno organizzato da Cgil Firenze, Filcams Cgil Firenze, Sunia e Ebtt.

Ma la sintesi può essere trovata in questa riflessione "La forbice, che sempre più si apre tra incremento dei costi dell’abitare e terziarizzazione debole del mercato del lavoro, sta producendo una vera e propria espulsione della working class dalla città" dove working class al tempo della Festa de l'Unità era semplicemente la classe operaia.

Piace il progetto del sindaco Nardella sul blocco alla libera gestione della proprietà privata stoppando gli affitti turistici brevi in centro "mossa giusta", bocciato invece il Dl del Governo come proposta indecente.

“Una proposta indecente che prevedrebbe il minimo di due notti nei centri storici delle grandi città e nei comuni ad alta densità abitativa, senza intaccare in nessun modo la speculazione sulle locazioni turistiche tramite piattaforma. I temi della residenzialità, dell’overtourism, della crisi degli alloggi, della negazione del diritto allo studio, dell’espulsione dei residenti dalle città metropolitane e d’arte, non solo non vengono toccati, ma addirittura vengono ribadite le scelte normative che hanno portato a queste condizioni. Nessuno strumento e nessuna facilitazione viene di fatto concessa ai Comuni per cercare di governare questo fenomeno che tanti disagi sta creando ai residenti, ma soprattutto ha generato una crescita irresponsabile degli affitti e sottratto tutti gli alloggi alla disponibilità di famiglie e lavoratori. Siamo in assoluta controtendenza rispetto a quanto sta accadendo nelle maggiori città europee”.

Cgil, Filcams Cgil e Sunia promuovono, invece, lo stop ai nuovi affitti turistici brevi nel centro storico “Da tempo ci battiamo a tutti i livelli istituzionali per sconfiggere l’immobilismo sul tema del contrasto agli affitti brevi e degli incrementi dei costi dell’abitare dovuti alla valorizzazione della rendita. Questo è un segnale che va certamente nella direzione giusta, anche e soprattutto in considerazione del vuoto assoluto del Governo su questo tema. Questo intervento va ora consolidato con nuove normative regionali affinché sia estendibile e generalizzabile anche fuori dalle aree Unesco. In parallelo, occorre aumentare gli sforzi sul tavolo aperto in Comune sulle politiche abitative, con la realizzazione di nuovi alloggi Erp, Ers, di social housing e di studentati pubblici. Infine, a questo processo, che vuole contrastare la destrutturazione del mercato turistico, devono essere combinate misure che combattano anche la destrutturazione del lavoro turistico, che va riqualificato per alzare il livello dell’offerta turistica”.

Sulla ipotesi di bloccare la possibilità di prendere soldi dagli investitori in alternativa alla realizzazione del 20% di appartamenti da destinare all’affitto calmierato “Siamo favorevoli alla restituzione alla città di una parte di ciò che viene costruito per finalità sociali e ci auguriamo che si concretizzi il più velocemente possibile. Anche rispetto al tema del consumo suolo zero: recuperare ciò che viene dismesso e non costruire di nuovo, non basta infatti una scelta singola per cambiare anche il modello della città, servono più risposte per quella fascia che più fatica ad abitare. Parliamo non solo di chi vive nel disagio ma anche delle tante famiglie nella cosiddetta fascia grigia. È difficile intervenire su quanto già fatto ma abbiamo la possibilità di incidere oggi sul domani”.

Negli interventi si sono alternati Bernardo Marasco, Segreteria Cgil Firenze; Paola Galgani, segretaria generale Cgil Firenze, Giacomo Menegus, Univ. di Macerata e promotore campagna ATA, “Come regolare gli affitti brevi: una proposta a tutela della casa”; Laura Grandi, Segretaria Sunia Toscana, “La casa a Firenze: un lusso per pochi”; Vincenzo Esposito, architetto, “Firenze abitabile: servizi di prossimità, infrastrutture e ridistribuzione di funzioni per una città policentrica e per la sua transizione ecologica”; Maurizio Magi, Segretario Gen. Filcams Cgil Firenze, “Qualificare il lavoro e l’offerta turistica nel mercato ricettivo: lavoro irregolare, terziarizzazioni e appalti”, Federalberghi, Confindustria, Confesercenti, Camera del Lavoro Cgil Venezia, On. Federico Gianassi (PD), Progetto Firenze, Fillea Cgil, Vicepresidenza Scuola Edile, Legambiente, Giovanni Bettarini Assessore alle attività produttive e al bilancio del Comune di Firenze.

Cgil, Filcams Cgil e Sunia ritengono che “il fenomeno dell’overturism da una parte incrementa i valori della rendita e i costi dell’abitare, dall’altra propaga un lavoro povero che contrae sempre più la redistribuzione salariale. La forbice, che sempre più si apre tra incremento dei costi dell’abitare e terziarizzazione debole del mercato del lavoro, sta producendo una vera e propria espulsione della working class dalla città. Con i lavoratori e gli studenti, vittime di questo processo di allontanamento, se ne vanno dalla città anche i saperi che sono incarnati nella loro mente e nelle loro mani. Politiche più incisive per contrasto agli affitti brevi, per la residenzialità pubblica, per trasporti pubblici più capillari e ecosostenibili, per il miglioramento delle condizioni di lavoro e dei salari, sono l’unica alternativa a questo processo di svuotamento complessivo dei valori del nostro territorio. In questa direzione, serve una nuova legge nazionale che separi e inquadri diversamente lo sharing da chi fa impresa turistica, così come occorrono modifiche alle normative regionali che diano più strumenti ai Comuni per governare il fenomeno senza le degenerazioni a cui si assiste. Anche questi ultimi hanno possibilità di incidere, attraverso la leva della pianificazione urbanistica implementando massicciamente le politiche abitative con nuovi studentati e nuovi alloggi di edilizia pubblica. Firenze è una città dove la precarietà abitativa ‘morde’, una città ‘impossibile’ da abitare. Bella, bellissima, ma inarrivabile per tanti lavoratori e pensionati a redditi medio bassi, a causa dei prezzi stellari degli affitti e delle pochissime case messe in locazione, indirizzate quasi tutte verso soluzioni turistiche. Riconoscere l’emergenza casa come un problema primario è il primo passo per tentare di arginare questo fenomeno, che sta mettendo a dura prova migliaia di famiglie, soprattutto quelle più deboli economicamente”.


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