Attualità mercoledì 01 giugno 2016 ore 18:25
Nessuna frana prima della voragine
Secondo le immagini di due satelliti, il crollo sul lungarno non è ascrivibile a cedimenti o deterioramento di strutture in corso prima del disastro
FIRENZE — Gli esperti dell'Università di Firenze hanno completato l'esame delle immagini scattate da due satelliti, uno dell'agenzia spaziale tedesca Dir e un altro dell'Agenzia spaziale europea. E i risultati aggiungono elementi di chiarezza sulle cause dell'impressionante sprofondamento del lungarno Torrigiani, il 25 maggio scorso.
"Fino al 14 maggio nell'area risulta tutto fermo, anche i lampioni, non si registrano movimenti di nessun tipo - ha spiegato Nicola Casagli dell'ateneo fiorentino - Poi abbiamo un'immagine scattata alle 7.28 del 25 maggio, a frana avvenuta, in cui la rilevabilità dell'area risulta irrimediabilmente compromessa dalla voragine e quindi niente è più analizzabile".
"Se c'era una frana lenta o un processo di deterioramento di strutture o materiale in corso - ha proseguito Casagli - i satelliti lo avrebbero registrato ma invece non risulta niente".
Esclusa anche l'ipotesi di un fenomeno di erosione del fiume. "La scansione sonar dell'area subacquea - ha sottolineato Casagli - ha dato esito negativo".
L'attenzione di chi indaga sulle causel, a partire dalla procura di Firenze, si concentra quindi sempre più sulll'acquedotto e sulle due condutture che si sono rotte a poca ore di distanza l'una dall'altra nelle prime ore del 25 maggio fino al drammatico crollo delle 6.14 (vedi articoli collegati).
Il lavoro degli studiosi dell'università di Firenze comunque prosegue.
"Adesso stiamo esaminando le immagini di Cosmoskymed dell'Agenzia spaziale italiana - ha concluso Casagli - La loro ultima acquisizione è del 16 maggio. Ma non mi aspetto particolari novità".
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