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Attualità martedì 23 luglio 2024 ore 18:00

L'università progetta un laser che imita la fotosintesi

All'ateneo fiorentino un finanziamento di 900mila euro per progettare una tecnologia laser sostenibile che imiti la biologia di batteri fotosintetici



FIRENZE — Quasi 900mila euro per la progettazione di laser che imiti la fotosintesi e che possa trovare applicazione dai satelliti ai microchip. E' il finanziamento europeo assegnato all'università di Firenze, risultata vincitrice del progetto Horizon europe Apace.

L'obiettivo, spiega una nota dell'ateneo fiorentino, è quello di progettare un laser solare in grado di ridurre la dispersione energetica, da destinare al settore aerospaziale e alla componentistica elettronica.

Il progetto prevede il coinvolgimento di vari istituti europei: l’European Laboratory for Non-Linear Spectroscopy, l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica, il Karlsruhe Institute of Technology e il Max Planck Institute. Vi partecipano, inoltre, Heriot-Watt University (Gran Bretagna), Università degli Studi di Parma, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Institute Of Organic Chemistry - Polish Academy (Polonia), Technische Universitaet Muenchen (Germania).

Il progetto, coordinato dall'università di Firenze, si è aggiudicato un finanziamento complessivo di quasi 4 milioni euro, di cui circa 876mila per l'ateneo fiorentino che avrà sia il ruolo teorico di modellizzazione e determinazione dei parametri da usare, sia compiti sperimentali a fronte della costruzione di due tipi di laser solare: uno microscopico (realizzato proprio a Firenze dalla collaborazione tra Unifi, Lens e Inrim) e l’altro macroscopico (costruito al Max Planck Institute).

“Trasformare la luce solare in un raggio laser è un passaggio fondamentale per raccogliere l'energia del sole e distribuirla a grandi distanze, ma la tecnologia attuale non è abbastanza performante in termini di intensità e precisione” spiega Giuseppe Luca Celardo, referente scientifico del progetto e ricercatore in Fisica teorica della materia, modelli, metodi matematici e applicazioni del Dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Firenze.

“Attualmente la maggior parte dei laser solari funziona a luce concentrata: il dispositivo è provvisto di uno specchio, grande fino a 4 metri quadrati, che concentra la luce del sole sul mezzo attivo del laser. Tale apparecchiatura raggiunge temperature molto elevate, con gravi criticità nel raffreddamento; inoltre, lo specchio deve essere collegato a un motore per seguire il movimento del sole. La tecnologia che intendiamo implementare – prosegue Celardo – funziona invece a luce non concentrata e si serve delle antenne fotosintetiche di alcuni batteri, in grado di raccogliere i fotoni e indirizzare l’energia raccolta in un punto specifico dell’organismo, con precisione e senza dispersione”.


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