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Cronaca lunedì 26 settembre 2016 ore 11:23

Il commando armato terrore delle gioiellerie

Quattro rumeni arrestati dopo le indagini per la rapina a colpi di mazze e ascia in un lussuoso negozio fiorentino. Altri quattro sono ricercati



FIRENZE — Erano violenti e perfettamente organizzati gli otto rumeni arrestati dalla polizia per l'assalto del 2013 a una gioielleria di via Tornabuoni a Firenze. Appartengono a un gruppo paramilitare di oltre 300 uomini addestrati a mettere a segno rapine in tutta Europa. I giovani, che spesso arrivano dagli orfanotrofi romeni, erano sottoposti a un vero addestramento militare nei boschi della Romania. Qui imparavano a usare mazze e asce, a cambiarsi in fretta di abiti, a fuggire senza lasciare tracce, a dormire all''aperto e a resistere anche a climi rigidi. 

Una macchina criminale perfetta che cronometrava il tempo di ogni colpo. Quello messo a segno in via Tornabuoni è durato appena un minuto. Sessanta secondi di puro terrore per i clienti e per la titolare che hanno visto andare in frantumi la porta blindata sotto i colpi delle mazze e dell'ascia di cui il commando era armato. Bottino finale: 20 rolex da 150mila euro. 

Le indagini sono scattate subito e sono partite proprio dalla mazza e dall'ascia trovate poco distante dalla gioielleria insieme ad alcuni vestiti compatibili con quelli dei rapinatori. L'analisi degli oggetti trovati, le testimonianze dei presenti e le scioccanti immagini delle telecamere di sorveglianza hanno messo gli uomini della squadra mobile fiorentina sulla strada giusta. 

E' stata la stessa tecnica utilizzata a incastrare i criminali. Un sistema talmente perfetto da far venire subito in mente analogie con altri colpi simili. Uno dei componenti del commando, infatti, è rimasto a distanza mentre altri due erano posizionati nei pressi della gioielleria. Cinque, invece, erano gli esecutori materiali entrati in azione. 

Nello stesso 2013, a luglio, un gruppo di persone era stato trovato  armate di “molotov” e “mazze da muratore” mentre si stava dirigendo molto probabilmente verso una gioielleria in via del Parione. Quattro, in quel caso, gli arresti. Altri due colpi, sempre con l’uso di mazze ai danni di gioiellerie, erano stati messi a segno a Milano nel febbraio e nel maggio 2013.

Lo scambio di informazioni con la polizia rumena ha poi permesso di capire di appurare che i nomi emersi nell’ambito dell’inchiesta fiorentina erano gli stessi responsabili di un episodio simile avvenuto in Belgio, dove nel febbraio 2014 erano finiti in manette otto persone ritenute responsabili di una tentata rapina sempre ai danni di una gioielleria.

A quel punto i puntini hanno cominciato a unirsi, delineando l'immagine del commando e tracciandone gli spostamenti, dall'ingresso in Italia fino al momento della rapina. Il dna trovato sugli abiti abbandonati ha fatto il resto. 

Ottenuti tutti gli elementi utili a incastrare i malviventi, nei loro confronti è stata emessa l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Due componenti del commando sono stati arrestati in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo, con l'Interpol e con la polizia di Belgio, Germania, Francia e Romania. Altri due sono stati arrestati in Italia. Gli altri quattro componenti sono attualmente ricercati dalle polizie inglese, francese, slovena e rumena.


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