Attualità mercoledì 20 maggio 2020 ore 11:48
Covid, test sierologico ai dipendenti degli Atenei
La Regione ha definito i protocolli di sicurezza per permettere a studenti e lavoratori delle Università toscane di convivere con il virus
FIRENZE — Con l'avvio della fase di convivenza con il Covid-19, la giunta regionale della Toscana ha messo a punto insieme alle Università toscane una serie di linee guida per ridurre i rischi di nuovi contagi negli Atenei in cui riprendono la didattica e le attività di ricerca.
Cardine delle nuove misure, contenute in una delibera approvata dalla giunta su approvata dalla giunta su proposta del presidente Rossi e degli assessori Barni, Bugli e Saccardi, sono i 22.000 test sierologici destinati ai dipendenti degli Atenei per i quali sono stati stanziati 550.000 euro a disposizione di Estar, l'ente tecnico che si occupa degli acquisti in sanità. L'obiettivo, ha detto l'assessore regionale al diritto alla salute Stefania Saccardi, è "trovare chi avesse sviluppato anticorpi al coronavirus (e dunque anche eventuali asintomatici) saranno messi a disposizione per il personale, strutturato e non, degli atenei”.
Nello specifico, la possibilità di sottoporsi al test riguarda dipendenti, assegnisti e dottorandi dell’Università degli di Firenze, Pisa e Siena, dell’Università per stranieri di Siena, della Scuola Normale superiore, della Scuola superiore Sant’Anna e la Scuola Imt Alti studi di Lucca. Si estende, così, la campagna di screening già partita prima con gli operatori sanitari, le forze dell’ordine e il personale della protezione civile, in una fase successiva allargata ai lavoratori più esposti al contatto con le persone e alla fine estesa, nel caso di richiesta del medico di famiglia, a tutti i residenti.
La delibera contiene inoltre linee guida anti-contagio comuni per le Università che riguardano la sicurezza di studenti, professori e lavoratori. “Abbiamo messo in pratica il modello di confronto già utilizzato per altri settori economici in vista della riapertura” sottolinea l’assessore alla presidenza, Vittorio Bugli. Oltre a precise indicazioni sulla sanificazione e pulizia di ambienti ed attrezzature, le distanze da mantenere od accortezze sugli accessi regolamentati e scaglionati, si raccomanda - laddove possibile . anche il massimo utilizzo dello smart working".
Questi, poi, i provvedimenti che l’Azienda per il diritto allo studio universitario della Toscana attiverà a favore degli studenti borsisti. Si parte con ristori tesi a indennizzare i disagi dovuti ad un servizio mensa che è stato mantenuto ma che ha dovuto lavorare con numeri più ridotti per circoscrivere i rischi di contagio. Altri rimborsi riguardano solo i fuori sede: è il caso dei 150 euro in più al mese di contributo affitto (per un assegno complessivo di 400 euro mensili) da marzo a maggio e dei 250 euro una tantum per chi è rimasto bloccato nelle residenze del diritto allo studio il 5 marzo quando spostarsi non era più possibile e permesso.
Previsto anche un altro assegno una tantum di 450 euro interessa chi ha vinto un posto in un alloggio ma il 4 marzo non era stato ancora convocato (ed ha dovuto trovare quindi una sistemazione altrove). Ci sono pure 450 euro (da trattenersi sulle rette dovute) e gratuità mensa fino a fine giugno, per i borsisti che devono completare la tesi e hanno chiesto di rimane per altri sei mesi negli alloggi universitari. L’Azienda per il diritto allo studio universitario, visto che con il coronavirus almeno per un po’ si dovrà convivere, ha deciso anche di prevedere fondi a sostegno di borsisti fuori sede che dovessero essere posti in isolamento fiduciario o in quarantena perché contagiati ed ha istituito un fondo rischi di gestione dell’emergenza Covid-19.
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