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Attualità giovedì 01 febbraio 2024 ore 19:10
Agricoltori toscani in protesta davanti al parlamento Ue
Anche una delegazione dalla Toscana a Bruxelles contro le politiche dell'Unione. Intanto lungo la A1 prosegue la marcia dei trattori - VIDEO
BRUXELLES — C'era anche una delegazione di agricoltori toscani oggi a protestare davanti alla sede del parlamento europeo a Bruxelles contro le politiche di settore dell'Ue. “Non è l’Europa che vogliamo”, “Non abbiamo più tempo”, “Tuteliamo il reddito delle aziende agricola”, “Stop terre incolte”, “Scendete dal pero” sono alcuni degli slogan e dei cartelli che Coldiretti Toscana ha imbandierato in occasione del vertice straordinario dell’Ue con la presenza del premier Giorgia Meloni.
Mentre in Toscana va avanti la protesta dei trattori che anche stamani hanno marciato lungo la viabilità all'uscita Valdichiana dell'autostrada A1, davanti al parlamento europeo si è invece svolta la prima mobilitazione degli agricoltori europei. La delegazione partita dalla Toscana era guidata dal delegato di Giovani Impresa regionale Francesco Panzacchi e dal presidente di Coldiretti Pisa Marco Pacini.
"E' proprio l’Unione europea la grande imputata che con le sue proposte irrealistiche, le sue normative folli e le sue politiche ideologiche che - recita una nota di Coldiretti Toscana - rischia di penalizzare enormemente un comparto vitale non solo per la produzione di cibo e la sicurezza alimentare dei cittadini, ma per la tenuta sociale e la sopravvivenza di molte aree dei paesi dell’Ue".
Ma non solo: "Sul piatto c’è molto di più per un settore che solo a livello toscano, grazie al lavoro di 52mila imprese agricole, produce un valore di 3,5 miliardi e contribuisce con 3,3 miliardi alle esportazioni regionali", spiega l'organizzazione.
Coldiretti chiede "di tornare a investire nella sovranità e nella sicurezza alimentare europea assicurando più fondi alla politica agricola comune dopo che la pandemia e le guerre hanno dimostrato tutta la fragilità dell’Unione europea davanti al blocco del commercio mondiale, ma anche la difficoltà del sistema produttivo sconvolto dalla violenza dei cambiamenti climatici, per proteggersi dai quali servono investimenti adeguati nella difesa attiva e passiva".
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