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Attualità giovedì 29 settembre 2022 ore 18:33

Sbenaglia va in pensione, l'abbraccio di Firenze

Roberto Sbenaglia

Oggi l’abbraccio commosso dei poliziotti fiorentini, il saluto alla città che per tanti anni ha servito in prima linea, con grande professionalità



FIRENZE — Un uomo in divisa, un servitore dello Stato che è riuscito a farsi notare e ad apprezzare sul campo a Firenze, Roberto Sbenaglia, dirigente, funzionario, pilastro della Polizia di Stato fiorentina va in pensione.

Oggi l'abbraccio della questura e dei fiorentini.

Questa mattina, nel giorno di San Michele Arcangelo (Patrono della Polizia di Stato) e del suo compleanno, prima di togliersi per l’ultima volta la sua amata uniforme, Roberto Sbenaglia ha salutato tramite la radio della Sala Operativa della Questura di Firenze tutta la Polizia di Stato e la città che non lo dimenticherà mai: “grazie Roberto per quello che hai fatto, per i valori che ci hai trasmesso, per i tuoi sacrifici e per il meraviglioso esempio di poliziotto e di uomo che rappresenterai sempre per chiunque abbia avuto il piacere e l’onore di lavorare con te e al tuo fianco” il saluto affettuoso del questore Maurizio Auriemma, con i migliori auguri per i futuro.

Arruolato nel 1989, seguendo le orme del padre poliziotto, dopo la laurea in Giurisprudenza comincia il suo percorso professionale proprio come Funzionario alla Questura di Pistoia dove ricopre anche particolari incarichi investigativi, come ad esempio quello che lo ha visto a Capo della locale Digos e Squadra Mobile. Nel 2005 approda alla Questura di Firenze assumendo il prestigioso quanto impegnativo, incarico di Dirigente dell’Ufficio Generale e Soccorso Pubblico. Per oltre un decennio, attraverso le sue “volanti”, gestisce e coordina tutto il controllo del territorio della Polizia di Stato sulle strade fiorentine, dando anche nuovi impulsi a specifici servizi di contrasto alla criminalità e al degrado urbano. Sotto il suo comando la “Squadra Volante” fiorentina consegue una serie di evidenti risultati operativi che la cronaca non può fare a meno di riportare sui giornali: in poco tempo lievitano i sequestri di stupefacenti e contestualmente vengono assestati duri colpi allo spaccio su piazza, al fenomeno del favoreggiamento della prostituzione in strada, all’immigrazione clandestina, all’abusivismo commerciale e alla guida in stato di ebbrezza (in una sola notte ritira la patente a 20 automobilisti indisciplinati, garantisce così la sicurezza sulle strade urbane nell’ottica della prevenzione delle cosiddette “stragi del sabato sera”). Queste attività, che lui stesso ribattezza come “pattuglioni”, lo vedono, sempre in prima linea, schierato in campo alla testa dei suoi agenti per i quali in brevissimo tempo diventa un importante punto di riferimento.

Molti suoi colleghi, ma anche i cittadini, apprezzano rapidamente la sua non comune cultura e un’approfondita conoscenza giuridica - legata anche agli studi da avvocato – che contribuiscono indubbiamente ad affermare la sua forte personalità in diversi contesti legati principalmente alla sicurezza nella città gigliata.

Ma il delicato settore nel quale si distingue in modo particolare è quello dell’ordine pubblico nell’ambito del quale il suo nome diventa presto ed è tuttora considerato dai suoi stessi superiori “una garanzia”. Non a caso, nel 2008, l’ex Capo della Polizia - Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Antonio Manganelli, durante una visita a Firenze, lo cita di fronte alla Stampa, definendolo un “ottimo Funzionario”.

Gestisce per anni anche molteplici servizi di Polizia allo stadio “Artemio Franchi”, occupandosi, prima della promozione a Primo Dirigente, dei tifosi ospiti - come Funzionario di settore - e poi come Responsabile a 360 gradi delle intere manifestazioni sportive, sia durante incontri nazionali che internazionali.

Gli anni vanno avanti e lui non si tira mai indietro - testimoniano oggi i suoi collaboratori - di fronte alle responsabilità che impone il suo ruolo. Nulla di illegale sembra mai sfuggirgli sotto il naso: durante i suoi controlli allo stadio, ad esempio, viene sequestrata una considerevole quantità di petardi, fumogeni e talvolta anche droga.

Delegato da tutti gli ultimi otto questori, che si sono succeduti nel corso del tempo nella realtà fiorentina, dirige con successo l’ordine e la sicurezza pubblica in occasione di importanti manifestazioni, in molti casi definite “a rischio” anche dalla cronaca nazionale.

Il suo nome diventa conosciutissimo anche tra le file delle altre Forze di Polizia e delle Polizie Locali con le quali collabora a stretto giro come braccio destro dell’Autorità provinciale di Pubblica Sicurezza.

La sua determinazione, un innegabile coraggio, l’indiscussa esperienza sul campo e la dote di mantenere sempre una calma razionale anche in mezzo a situazioni di pericolo - dicono le persone che hanno lavorato con lui - lo hanno portato a ricorrere con parsimonia e grande equilibrio alla forza pubblica, solo ed esclusivamente durante situazioni al limite.

Durante gli ultimi anni della sua carriera fiorentina viene mandato a dirigere anche il Commissariato di Rifredi, per affrontare così più da vicino le problematiche delle periferie cittadine.

Riceve e ascolta personalmente i vari comitati di quartiere con i quali cerca di risolvere diverse problematiche anche attraverso il principio ispirato alla cosiddetta “sicurezza partecipata”.

Promosso Primo Dirigente nel 2019 si sposta nuovamente verso il Centro assumendo, come suo ultimo incarico, quello di Dirigente del Commissariato San Giovanni, ruolo ricoperto in passato anche dall’amico Giuseppe Solimene, recentemente promosso da Vicario del Questore della provincia di Firenze a Direttore del Servizio Tecnico Logistico e Patrimoniale della Polizia di Stato “Toscana - Umbria - Marche”.

Tra i suoi numerosi incarichi di fiducia affidati alla sua persona dai vertici di via Zara, si ricorda anche quello di Portavoce del Questore, compito che gli ha permesso di farsi conoscere e apprezzare con grande stima, anche dalla Stampa fiorentina.


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