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Attualità lunedì 01 febbraio 2021 ore 10:48

Rincari e ribassi a Firenze dopo un anno di Covid

L'andamento dei prezzi è stato analizzato dall'Unione nazionale dei consumatori, il capoluogo toscano risalta per i crolli nel settore ricettivo



FIRENZE — L'anno della pandemia ha influito sull'andamento dei prezzi, l'Unione nazionale consumatori ha condotto uno studio stilando una classifica delle città con i maggiori rincari o ribassi del 2020 per i principali beni e servizi, sulla base dell'inflazione media rilevata dall'Istat.

Le città hanno registrato aumenti e ribassi con notevoli disparità territoriali. Il capoluogo toscano ha visto crollare i prezzi del settore ricettivo, ma ha tenuto sui prodotti alimentari e sulle utenze e si è difeso sui tributi locali rispetto a capoluoghi che hanno aumentato i bollettini in doppia cifra.

Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori ha commentato "La deflazione più alta in alcune città d'arte dipende certo dal crollo dei turisti, in altri casi dalla maggiore flessione della domanda registrata in alcuni territori più colpiti dalla recessione. I rialzi più rilevanti, invece, sono spesso dipesi dai diversi effetti che il lockdown e la ridotta mobilità dei consumatori ha prodotto in quel territorio per via della minore concorrenza. Laddove le famiglie avevano scarse possibilità di scelta, i prezzi sono saliti in modo più marcato. Quando invece, pur non potendo uscire dalla città, avevano a disposizione alternative, potendo scegliere tra più forme distributive, ipermercati, supermercati, discount, negozi di vicinato, mercati, i rincari sono stati più contenuti e le speculazioni non sono state possibili. In rari momenti e in poche zone ci sono state anche corse agli acquisti, ma con conseguenze temporanee. In alcuni casi gli aumenti dipendono da scelte scellerate del Comune, come per acqua e rifiuti, in altri dalla diversa scelta fatta da commercianti ed esercenti di trasferire o meno sui consumatori finali i maggiori costi legati al Covid".

Per quanto riguarda i prezzi per i prodotti alimentari Firenze risulta a metà classifica con un aumento dell'1,8 per cento. E' Caltanissetta con un'inflazione pari a 4,2 per cento la città più cara d'Italia, al secondo posto Trieste, Grosseto e Trapani. Dall'altra parte della classifica Parma, unica città in deflazione dello 0,1 per cento, la precedono Siena con un aumento dello 0,1 e al terzo posto Macerata, con lo 0,3. La media italiana è di 1,5, pari ad un incremento della spesa alimentare, senza bevande, di 77 euro per una famiglia tipo.

Per i servizi ambulatoriali ossia visite mediche specialistiche, servizi dentistici e paramedici, come la fisioterapia, Firenze è sotto la media nazionale con un aumento dello 0,8 per cento. La città peggiore d'Italia è Cosenza che aumenta i prezzi del 5,1, poi Trapani con 4,6, al terzo posto Vicenza con 2,8. La migliore Lodi che li abbassa dello 0,2.

Per la scuola dell'infanzia e istruzione primaria Firenze è al 7° posto con un aumento del 2,8. E' una batosta per chi abita a Forlì-Cesena dove i costi sono aumentati del 6,3. Risparmi, invece, anche se contenuti, per chi abita a Trieste. In Italia la media è di un aumento dell'1,4.

I rincari dei servizi di ristorazione per ristoranti, pizzerie, bar, pasticcerie, prodotti di gastronomia e rosticceria vedono Firenze al 24° con un aumento di 1,3 per cento. La media italiana è 1,2. La città più cara è Grosseto con un aumento del 3,7 mentre in deflazione c'è solo Bergamo che ha abbassato i prezzi dello 0,7 e La Spezia  dello 0,2. Secondo i consumatori "Quando i ristoratori hanno potuto riaprire, non hanno abbassato i prezzi che in media nazionale segnano anzi un più 1,2 incidendo sul bilancio di una famiglia per 16,50 euro, chiusure a parte".

Per i servizi di alloggio ossia alberghi, pensioni, bed and breakfast e villaggi vacanze ben 42 città su 68 si presentano in deflazione. Il record è di Venezia, dove i listini degli alberghi precipitano nel 2020 del 10,4 per cento, al secondo posto Trapani, a meno 8,5 e al terzo Firenze con un crollo del 7,6. Salgono a Cosenza del 4,2 a Terni 3,6 e Napoli del 3,1. In Italia scendono dell'1,6.

Rialzi nell'assistenza sociale che comprende case di cura per anziani, nidi d'infanzia e servizi di assistenza a domicilio. Firenze presenta un rialzo dello 0,7 per cento. Le città peggiori sono Messina con il 4,6, Pescara con 4,5 e Vicenza con 4,1 mentre Livorno è calata del 5,4. La media italiana è un aumento dello 0,6.

Per la fornitura acqua e servizi vari connessi all'abitazione, ossia fornitura acqua, raccolta rifiuti e spese condominiali Firenze è 31° con un rialzo dell'1,2 per cento. Una vera e propria stangata per chi abita a Gorizia con il 6. La città più risparmiosa è Genova che cala del 12 per cento. In Italia questa voce segna un incremento dello 0,5.

Nei rincari per tariffe amministrative, servizi legali e servizi funebri, Firenze è tra le ultime posizioni con un rincaro dello 0,2 per cento.  A Palermo il rialzo da primato, pari al 18,6 per cento, al secondo posto Livorno con con il 13,4. Al primo posto per i ribassi Lecco con lo 0,2 di, seguita da Brescia, con 1,8. In Italia è dell'1,4.


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