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Cronaca martedì 15 febbraio 2022 ore 12:28

Vandalizzato il murale della Biennale ai Canottieri

L'opera promossa dalla Florence Biennale e realizzata dallo street artist australiano Stormie Mills era stata installata lungo le rive dell'Arno



FIRENZE — Ignoti hanno danneggiato la pittura murale raffigurante The lost Giant in barca con i colori dei Canottieri Firenze, opera dello street artist australiano Stormie Mills.

Il murale si trova in Via Villamagna, vicino alla scuola primaria Kassel e in un edificio che ospita anche la Filarmonica Rossini.

Raggiunto in Australia dalla notizia, l'artista ha commentato così l’accaduto "Quando i miei amici della Florence Biennale mi hanno contattato per farmi sapere cosa era successo al lavoro al circolo di canottaggio mi sono rattristato - ha scritto Stormie Mills -, non per ciò che è stato fatto al mio lavoro, la pittura è solo temporanea, ma perché avevo ricordi così affettuosi della creazione dell'opera, del processo. Nell'ambito dell'ottenimento dell'ok dai consiglieri del Comune di Firenze, ho partecipato a riunioni in grandi palazzi che non avevo mai visto prima e quando è arrivato il momento di dipingere, la cordialità e l'accoglienza che i membri del club di canottaggio mi hanno dato mi hanno fatto sentire come se stessi facendo qualcosa di speciale per loro. In questi anni, persone che conosco da tutto il mondo sono state in quel club di canottaggio, per fare foto con quel gigante, condividendole con me: una parte della città che normalmente i turisti non visiterebbero, un'altra connessione tra persone e luoghi creata grazie all’arte. Questi ricordi sono stati contaminati, ma non per sempre, non per molto, perché se la situazione generale lo permetterà e gli amici di Firenze lo vorranno, entro la fine dell'anno posso tornare e il murale potrà evolversi: possiamo rendere questa cicatrice un ricordo migliore, che possa trionfare su tutto, grazie a una consapevolezza ancora maggiore degli obiettivi da raggiungere".

L'opera di Stormie Mills

L'atto vandalico

"L’arte è da sempre strumento di civilizzazione e di apertura delle coscienze e delle menti delle persone - ha detto Jacopo Celona, direttore generale di Florence Biennale che quattro anni fa aveva promosso la realizzazione dell’opera di Mills - Nel 2017 è stata ospitata la prima street artist donna dell’Afghanistan, Shamsia Hassani, con un murale all’Istituto tecnico Leonardo da Vinci di Firenze. Nel 2018 è arrivato in città l’artista australiano Stormie Mills, l’opera di Mills non era solo un importante lascito artistico alla città di Firenze, ma rappresentava qualcosa per la comunità del Quartiere 3 a cui era stato donato. Infatti, come casa per questo ‘gigante perduto’, che indossava una maglia con i colori dei ragazzi della Canottieri Firenze, era stato scelto un luogo di aggregazione giovanile, vicino alla scuola primaria Kassel e in un edificio che ospita anche la Filarmonica Rossini. Realtà queste che esprimono al meglio la volontà di contribuire alla crescita della nostra società e alla formazione delle nuove generazioni attraverso lo sport e la musica. Non risulta facile comprendere quale possa essere stato il motivo di un simile gesto, tanto deprecabile da non colpire solo l’artista e la sua opera, ma in particolare una comunità intera e i valori che esprime. Un’azione perpetrata in modo gratuito, apparentemente senza una spiegazione e soprattutto che non può essere in alcun modo giustificata. Siamo profondamente dispiaciuti e come Florence Biennale ci siamo già resi disponibili con il Comune di Firenze e con le istituzioni del Quartiere 3 per collaborare nuovamente, con il coinvolgimento dell’artista Stormie Mills, partendo proprio dal luogo teatro di questa triste, quanto incomprensibile vicenda, con l’obiettivo di riaffermare l’importanza del rispetto e della tolleranza come valori fondanti per un futuro sostenibile".

Donata Meneghello, presidente della Filarmonica Gioacchino Rossini di Firenze "Non faceva male a nessuno, quel gigante perduto. Ci eravamo affezionati a quella figura un po' goffa dipinta sul lungo muro giallo, inconsapevole custode del nostro piazzale. Un’amara sorpresa per tutti, musicisti, sportivi, ragazzi delle nostre sedi, i bambini della primaria Kassel che lo intravedevano dalla cancellata di fronte. Un gesto di spregio gratuito: accanimento, censura, invidia, rancore sociale, o più semplicemente per effetto di un vuoto esistenziale e culturale che è duro a morire. Noi ci siamo a contrastarlo. Oltre alle periferie occorre riqualificare le culture e gli immaginari, accrescere la coscienza civica. Anche con la musica e con lo sport si può fare".


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