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Attualità martedì 24 novembre 2020 ore 18:30

Stadio o monumento nel futuro dell'Artemio Franchi

Ricreare la pista di atletica com'era prima di Italia '90 e salvaguardare il Sacrario di Campo di Marte sono gli ultimi appelli a tutela dell'impianto



FIRENZE — La vicenda dell'Artemio Franchi resta sullo sfondo dell'emergenza sanitaria e della crisi economica ma il tempo scorre e dietro le quinte c'è chi si è mobilitato per spingere il futuro dell'impianto verso una conservazione nel segno della tradizione o verso la riqualificazione funzionale che supera i paletti della soprintendenza. 

Il Comitato “Salviamo il Franchi” ha lanciato un nuovo appello invitando a sottoscrivere una lettera intestata al Soprintendente Andrea Pessina sulla necessità di mantenere preservato nella sua integrità l'impianto di Pier Luigi Nervi “ripristinato al suo splendore originale, come era prima delle manomissioni realizzate in occasioni dei Mondiali del 1990”.

Emanuele Amodei, presidente di Palazzo Spinelli Group, membro Icomos, vice-presidente nazionale di Assopatrimonio ha commentato "Concordo con Rocco Commisso che cercare soluzioni alternative al Franchi sia da considerarsi una possibilità concreta, che si parli di Campi Bisenzio o di un altro luogo. In Europa ne sono alcuni esempi l’Allianz Stadium a Monaco di Baviera o lo Stade de France a Parigi, Sant-Denis. Non è certo la distanza dal centro che fermerà i tifosi. Se si può passare intere giornate ai Gigli, non vedo perché non si possa passare un'intera giornata allo Stadio fuori dalla città e goderne i servizi che può offrire. Concordo con l’assoluta necessità d’intervenire a tutela del monumento e con la relativa proposta di restituirne la bellezza alle architetture pre-mondiali ’90, con tanto di pista d’atletica .Ma è necessario, contestualmente, avviare anche un serio progetto di riqualificazione dell’Artemio Franchi, si può pensare, magari, di destinare le strutture interne a funzioni sportive diverse e variegate, ospitando, ad esempio, le tante associazioni sportive e di organizzazione eventi che ogni giorno s’impegnano per i più giovani, per valorizzare le disabilità, e per mantenere vivi i valori dello sport in generale, dall’atletica alla scherma, dalla danza alla ginnastica artistica, al calcio amatoriale, alle palestre e così via. Si può pensare anche ad un museo, ad un centro di ricerca e di studio, a biblioteche oltre che all'organizzazione di eventi".

Nel dibattito si è inserita anche l'Associazione Idra che ha scritto al ministro Dario Franceschini "Nessuno tocchi il sacrario dei cinque ragazzi fucilati il 22 marzo 1944". "Nella storia recente della città di Firenze, il “Franchi” è qualcosa di più di uno stadio. E’ un luogo infatti che conserva una memoria tragica dell’ultima guerra. Era ancora il “Berta” quando, la mattina del 22 marzo 1944, sotto la curva lato ferrovia, poco lontano dalla torre di Maratona, vennero fucilati cinque giovani trascinati qui dai campi coltivati del Mugello, colpevoli di essersi sottratti all’arruolamento nelle fila della Repubblica Sociale Italiana, per un’esecuzione che servisse da monito ai coetanei. “Oggi un Altare con un Cristo alto 2 metri e una lapide in ricordo dei 5 giovani martiri è ben visibile attraverso una cancellata di protezione, sotto quella curva”, scrive Ezio Campani, storico associato di Idra, nella lettera trasmessa al ministro Dario Franceschini e per conoscenza al sindaco di Firenze Dario Nardella.


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