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Attualità giovedì 20 aprile 2017 ore 10:14

Stabile occupato, i migranti non se ne vanno

Gli occupanti dell'immobile dei gesuiti sulle barricate dopo la lettera di padre Brovedani. L'assessore Funaro: "Irricevibile la richiesta del tavolo"



FIRENZE — "Noi da qui non ce ne andremo senza una soluzione abitativa stabile e dignitosa". E' netta la risposta dei migranti che si sono asserragliati nell'edificio di via Spaventa di proprietà dei gesuiti dopo il rogo del capannone dell'ex Aiazzone a Sesto in cui morì Ali Moussa. 

"Chi oggi ci chiede di lasciare lo stabile per concluderne la vendita per 6 milioni di euro è la stessa persona che fino a qualche giorno fa vantava su tutti i giornali la scelta di mettere le persone prima dei soldi", spiegano nel documento i migranti insieme agli esponenti del Movimento di lotta per la casa, riferendosi alla proprietà dell'immobile.

"Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità - prosegue la nota - Il Comune, la prefettura e la proprietà dell'immobile. Come abbiamo fatto fin dal primo giorno ribadiamo la richiesta di un tavolo inter-istituzionale in cui venga accettata la nostra delegazione per trovare una soluzione condivisa".

Dall'altro lato, non si è fatta attendere la risposta dell'assessore comunale Sara Funaro. "Non trattiamo e non dialoghiamo con chi fa dell'illegalità una scelta di vita", ha detto Funaro rispondendo alla richiesta di un "tavolo inter-istituzionale". "Trovo alquanto bizzarra la richiesta di un tavolo inter-istituzionale da parte del Movimento di lotta per la casa con la partecipazione di una loro delegazione per trovare una soluzione condivisa agli occupanti di via Spaventa", ha spiegato. 

"Occupare abusivamente immobili e poi pretendere di avere una casa in via definitiva - ha poi aggiunto - la richiesta che non sta né in cielo né in terra". "Ribadisco che gli alloggi erp vengono assegnati a chi ne ha diritto, a chi é in graduatoria e non a chi non rispetta le regole e non ha i titoli. Al Movimento vorrei anche dire che non prendiamo lezioni da loro, se ne facciano una ragione: noi ci confrontiamo con le Istituzioni e non con chi ha deciso di non rispettare le regole, pretendendo di avere una casa a discapito di tanti cittadini che sono in graduatoria in attesa di assegnazione".


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