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Attualità venerdì 23 settembre 2022 ore 19:00

Se la ciclabile diventa l'incubo del vicinato

Una burella, questa la definizione più cortese che possiamo trovare sui social per identificare la strada ristretta dalla nuova pista ciclabile



FIRENZE — Non l'hanno presa bene, la nuova ciclabile di via Toselli sta facendo tribolare i residenti ed i pendolari che la attraversano in auto nelle ore di punta. La situazione non è poi tanto diversa da quanto segnalato in via Scipione Ammirato.

Una burella, questa la definizione più cortese, seguono budello e varianti vernacolari. Il concetto non cambia, via Pietro Toselli sarebbe diventata l'incubo di San Jacopino.

La nuova ciclabile sembra avere spazzato via in pochi giorni le decine di incidenti segnalati fino a questa estate, pericolosi scontri agli incroci con via Spontini e via Bellini tra auto e motorini che hanno coinvolto anche autobus ed ambulanze. 

Ad essere percepita come "pericolosa" è adesso la ciclabile stessa che avrebbe provocato un intasamento a causa di autobus e mezzi pesanti che, senza un percorso alternativo, farebbero da tappo alla circolazione..

"Una strada così importante non può essere ridotta a un vicolo per ciclisti" è uno degli interventi sul gruppo social del Traffico fiorentino. "Via Toselli è una camera a gas. Non si respira" è un altro dei commenti ed ancora "Via Toselli è l'unica via di sfogo verso Novoli". E c'è chi pubblica le foto di notte con la didascalia "Finalmente la pace".

Sempre sul gruppo si trova anche l'intervento di una rappresentante dei ciclisti fiorentini, tra i fondatori di Firenze Ciclabile "In via Toselli è stato realizzato un marciapiede più la pista accanto, allo stesso livello, senza separazione che sarà evidente una volta ultimata la segnaletica. Questa pista fa parte di una rete che intende offrire un'alternativa in sicurezza soprattutto per gli spostamenti sotto I 5 chilometri che da statistiche in città sono la stragrande maggioranza alleggerendo il traffico a favore anche di chi non può fare a meno di usare l'auto. Del resto tutti gli spazi sono stati saturati da una quantità di mezzi a motore cresciuta a dismisura, per cui senza alternative il rischio concreto è la paralisi totale e l'invivibilità assoluta".


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