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Attualità lunedì 22 maggio 2023 ore 16:25

Quel mistero che unisce Manzoni e Leonardo

Per i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni, lo studioso, scrittore e divulgatore Riccardo Magnani regala un doppio ritratto all'ombra del mito



FIRENZE — A celebrare i 150 anni dalla morte di Alessandro Manzoni c'è anche lo scrittore Riccardo Magnani, noto a Firenze e in Toscana per i suoi studi su Leonardo da Vinci.  

Magnani si è rivolto al popolo dei social per proporre un parallelismo tra lo scrittore milanese con Lecco e Firenze nel cuore, Alessandro Manzoni, ed il genio del Rinascimento, Leonardo da Vinci.

"Entrambi figli illegittimi - sottolinea Magnani - tutti e due i personaggi vengono consegnati alla storia da una narrazione che tende a rimandarci un'immagine per nulla corrispondente alla realtà dei due artisti, tra i più grandi che l'Italia abbia avuto. Neoplatonico uno, massone l'altro, anche se la matrice culturale dei due movimenti è molto simile. Entrambi lontani dal dogmatismo cattolico, anche se Manzoni dovette di buon grado accettare di vivere una conversione "posticcia" per asservire l'ingombrante presenta della Chiesa, a differenza di quanto avvenne in Francia, nell'intento di unificare l'Italia, mentre per quanto riguarda Leonardo ci ha pensato un servilismo accademico a consegnarci una figura dello stesso distorta e non veritiera nei fatti e nell'interpretazione delle opere".

"Addirittura i due ebbero a "sfiorarsi" nel corso delle loro vite - prosegue Magnani - la famiglia Manzoni aveva nella famiglia Arrigoni, entrambe originarie della Val Taleggio, l'unico antagonista nel controllo del territorio valsassinese e lecchese. Arrigoni era il castellano della Rocca di Baiedo, da dove i francesi fecero incursione dopo il 1499 per invadere senza troppa fatica il Ducato degli Sforza. Per questo motivo il castellano fu fatto sfilare per le vie di Milano su una carriola in senso di dileggio, e l'episodio venne riportato da Leonardo nei suoi codici. Per questo motivo, non è escluso che Leonardo e gli avi di Manzoni possano essersi incrociati per le vie di Milano, Lecco o la Valsassina. Per Leonardo essenziale è il teorema di Pitagora, che nella teoria neoplatonica è alla base dell'ordine duale universale. Per Manzoni, lo stesso teorema, nell'ottica massonica, si costruisce su Provvidenza, Destino e Volontà, che sono poi i fondamenti del romanzo storico con il quale è celebrato in tutto il mondo. Teorema di Pitagora che viene velatamente evocato nel ritratto dello scrittore milanese, fattogli da Hayez e oggi conservato presso la Pinacoteca di Brera. Come per Leonardo, i luoghi cardine nella vita di Manzoni sono Milano, Lecco, Firenze città nella quale nell'estate del 1827 "risciacqua i panni in Arno" e la Francia con Parigi e Amboise".

"Ma è nella Gioconda - conclude Magnani - che le vite artistiche dei due personaggi si sovrappongono. Chi non ricorda l'incipit de I Promessi Sposi? “Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli.." Quello stesso ramo del lago di Como (che si chiama in realtà Lario, ma questo il Manzoni mica lo sapeva) rappresenta il paesaggio retrostante la Gioconda, dipinto che, quando lo scrittore milanese era a Parigi, potè vedere nella stanza da letto di Napoleone. Gioconda che non è la Mona Lisa, bensì la Signura di Lo'bardia, come ebbe e scrivere nel 1517 nei suoi appunti il canonico molfettese Antonio de Beatis, accompagnatore presso Leonardo a Amboise del Cardinal Luigi d'Aragona. E proprio la Gioconda, vista nella camera da letto di Napoleone nel 1804, detta a Francesco Gonin, giovane incisore torinese subentrato a Hayez che aveva declinato l'opera, la sagoma con la quale Manzoni vuole che egli rappresenti Lucia Mondella per la seconda versione de I Promessi Sposi, edita nel 1840 e per questo detta "quarantana". Sperada inclusa, che è presente anche nel dipinto più celebre al mondo, salvo poi venire abrasa dall'artista in un evidente ripensamento nel cambiare il senso sotteso al dipinto". 

L'autore di Ceci n'est pas Leonardo: Quello che non vi dicono su Leonardo ha lanciato nelle scorse settimane la proposta di una lectio suggestiva sul dualismo tra Manzoni e Leonardo nel segno di Milano e di Firenze. Entrambe le Città metropolitane sono spesso unite da gemellaggi artistici, ed oggi anche dalla presenza di un comune assessore alla Cultura. Una unione di intenti che accarezza spesso l'arte contemporanea ma pare non riuscire ad incontrarsi sulle epoche passate come il Rinascimento dei Medici e degli Sforza, il Seicento di don Abbondio o l'Ottocento dei panni in Arno.


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