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Attualità lunedì 20 novembre 2023 ore 09:00

​Presentazione toccante del festival “La Toscana delle donne"

Tutti in piedi al Teatro Verdi di Firenze e un minuto di silenzio per Giulia. Così si apre la settimana Toscana delle donne



FIRENZE — Introduce la serata Cristina Manetti, capo di Gabinetto della Regione Toscana e ideatrice del festival:

“Giulia se n'è andata, l'amore non uccide come ha detto suo padre”

Tutto il Teatro Verdi si alza in piedi e segue un minuto di silenzio emozionato con la foto della ragazza, figlia di tutti, proiettata sullo schermo.

E si apre così questa settimana, in uno dei week end più tristi dove è stato accertato il peggiore degli epiloghi che aumenta il numero delle vittime di femminicidio. Un’altra ragazza, un’altra donna è stata vittima di atroce violenza e non tornerà a casa, Giulia.

Ha poi inizio il programma stabilito per questa serata di apertura.

Bellissimo il riferimento a due fiori: il fiore di Loto e il fior di Zafferano.

Il fiore di Loto perchè è un fiore che ha le proprie radici immerse nel fango e riesce a rimanere asciutto pur galleggiando nell'acqua. Il fiore di Loto siamo noi, la Toscana caduta in questa disgrazia dell'alluvione. Una Toscana che ringrazia tutti I sindaci, il Presidente della Regione, tutti i volontari e le associazioni. L'artista Giulia Mazzoni ha scritto una canzone per le persone alluvionate e si esibisce al piano accompagnata dalle immagini proiettate del disastro e delle persone coinvolte.

Il fior di Zafferano, prosegue Cristina Manetti, è il fiore della Persia, dell'Iran ed è un fiore che sboccia nella notte e resiste al freddo. Ricorda il Premio Nobel per la pace Narges Mohammadi per i diritti delle donne in Iran. Interviene la rappresentante della comunità iraniana di Firenze e si esibisce il gruppo musicale iraniano Bowland.

Sul palco il Presidente della regione Giani dichiara Il proprio dolore per Giulia e si addentra nel tema della violenza sulle donne e su ciò che le Istituzioni possono e potranno fare e come promuovere sempre di più una educazione per la parità di genere. Ricorda la Toscana come territorio con identità molto forte che ha portato a grandi valori come la pace e i diritti. E già nel passato il Granducato fu il primo ad eliminare la pena di morte.

Parla del territorio dove già quell'antica civiltà Etrusca dava una enorme importanza alla donna e la storia ritorna e ritornerà.

Passa poi ad Anna Maria Luisa De’ Medici, l'ultima De’ Medici, l'Elettrice Palatina, donna rivoluzionaria e lungimirante che nel 1737 decise di lasciare tutti i beni della famiglia a Firenze e allo Stato del Gran Ducato affinchè rimanessero per i cittadini e i forestieri, rendendo pubblico il patrimonio artistico e culturale della famiglia con la stesura di un atto giuridico conosciuto come Patto di famiglia. A lei si deve la creazione di uno dei musei più importanti del mondo come gli Uffizi.

E così viene introdotto il Monologo dell'attrice Cristiana Capotondi che interpreta Anna Maria Luisa De’ Medici, scritto da Marco Bonini e accompagnata al pianoforte da Giulia Mazzoni.

Seguiranno la presentazione della mostra fotografica tutta al femminile, venti volti di donne Toscane che lavorano nel turismo e immortalate in un attimo della loro quotidianità fotografate da Massimo Sestini, poi l’omaggio a Puccini con la Soprano Greta Doveri e l’esibizione al pianoforte di Giulia Mazzoni.

Il Teatro Verdi era abbellito di gigantografie appese sui palchetti, foto tratte dalla mostra fotografica.

Sul palco il Tappeto del Mondo realizzato per il Parco Nazionale della Pace dall'Associazione Colori per la Pace.

Il tutto sembrava abbracciare e avvolgere la platea.

“Le donne sono la colonna vertebrale delle società” disse la scienziata Rita Levi Montalcini e come scrive adesso Eugenio Giani.

E la domanda che ci tormenta che ci fa disperare è sempre la solita: perchè anche stavolta, perchè anche Giulia, perchè?

Chiara Lam Nang
© Riproduzione riservata


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