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Attualità martedì 02 febbraio 2016 ore 11:05

La veglia funebre al porcellino

Foto Beppe Miceli

Flash mob del coordinamento Toscana rossa di sangue alla vigilia della votazione in Consiglio regionale della legge per il contenimento degli ungulati



FIRENZE — Una cinquantina di donne in nero con i lumini accesi in mano hanno vegliato il monumento del Porcellino a Firenze. Così è trascorsa la vigilia della votazione in consiglio regionale della normativa che sancisce la deregulation venatoria e prevede l'uccisione di almeno 250mila fra cinghiali e caprioli nei prossimi tre anni.

Le donne si sono raccolte attorno al popolare monumento che raffigura un cinghiale, tenendo un cero acceso in mano in segno di lutto e di protesta.

"L'azione - sottolinea il comitato Toscana Rossa di Sangue - si è ispirata al movimento delle Donne in nero, nato a Gerusalemme per manifestare contro l'occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza. Le donne sono il simbolo del disarmo e del rifiuto della violenza, essendo esse stesse vittime di discriminazione e violenza. Le donne hanno da sempre portato il lutto per la morte in guerra dei loro compagni e dei loro figli".

Come le Donne in nero, quelle riunite davanti al Porcellino hanno testimoniato il loro dissenso rispetto alla scelta della Regione, che per rispondere alle legittime richieste di vignaioli e agricoltori non ha cercato soluzioni non cruente e ha preferito affidarsi a squadre di uomini armati.

"Le donne in nero - sottolinea il comitato Toscana Rossa di Sangue - del Porcellino non vogliono che altri figli - anche di altre specie - rimangano orfani. Vogliono gridare il loro no alla logica della violenza. Per questo hanno manifestato il proprio lutto; per questo continueranno a battersi contro la scelta anacronistica, brutale e autoritaria della Regione Toscana".


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