Attualità martedì 08 dicembre 2020 ore 19:50
"Il Natale non è regali e tavole imbandite"
Lo ha detto il cardinale Giuseppe Betori, nell'omelia tenuta nella cattedrale di Santa Maria del Fiore in occasione dell'Immacolata Concezione
FIRENZE — L'arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori, ha tenuto l'omelia nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore in occasione della messa nella solennità dell'Immacolata Concezione.
Betori ha detto "'c'è un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci'. Ma, come esorta San Paolo, 'tutto si faccia tra voi nella carità'. Voler bene all'altro significa volere il suo bene, e ora il suo bene esige che si compiano gesti che custodiscano la sua vita".
Ha poi aggiunto "Gesù è il vero dono di Natale. Dobbiamo dircelo in questi giorni, in cui ci si vorrebbe far credere che il Natale è meno Natale perché avremo difficoltà ad acquistare i doni da scambiarci, a ritrovarci intorno a una tavola ben imbandita, a scambiarci affetto con gli abbracci" ha detto il cardinale. "Non voglio sminuire il significato di gratuità che c'è in ogni dono, di comunione che c'è quando si condivide una mensa, di amore che c'è nel gesto che ci avvicina all'altro. Ma dobbiamo pur dire che non è questa l'essenza del Natale, bensì l'incontro con Gesù, che con la sua grazia viene a sanare la nostra vita dal male".
La messa di mezzanotte anticipata. "Non ci turberà non poter collocare la memoria del Natale del Signore, come eravamo abituati a fare in tempi recenti, alla mezzanotte, ora simbolica ma non essenziale per un rito che continueremo pur sempre a celebrare in ore della notte, come vuole il vangelo, ma anche articolandone il significato nelle diverse forme celebrative previste dalla liturgia. Ciascuno potrà trovare il proprio tempo per partecipare alla celebrazione con la precauzione richiesta dal contenimento del contagio".
"Di quanto il male sia intollerabile stiamo facendo acuta esperienza in questi mesi di pandemia, in cui più evidente è diventata la consapevolezza della morte, non solo destino di ciascuno ma condizione comune di tutti, come pure si sente il peso di vincoli e limiti con cui si cerca di mettere argine alla diffusione del virus, che incidono però profondamente sulla vita sociale e sull'economia, e si percepisce il disagio di una solitudine non scelta per desiderio di interiorità ma imposta da circostanze esterne senza avere le risorse per viverla positivamente" ha detto ancora Betori.
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