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Attualità martedì 01 settembre 2020 ore 18:23

Il Covid ha mostrato la crisi della residenza

Gli appartamenti sono rimasti vuoti, le attività senza clienti, la crisi dovuta al Covid potrebbe scuotere l'assetto sociale del centro storico



FIRENZE — La crisi dovuta all'epidemia di Covid-19 potrebbe riportare la residenza nel centro storico di Firenze, è quanto sperano i cittadini che da anni chiedono presidi e controlli nelle strade, lo sperano gli inquilini che lottano contro un mercato immobiliare definito "drogato" ma lo sperano oggi anche i commercianti che plaudono alla apertura della Ztl per far arrivare i fiorentini della periferia davanti ai loro locali.

Durante il lockdown il centro storico di Firenze è apparso in tutta la sua desertificazione, le immagini delle piazze vuote hanno fatto il giro del mondo anche nei giorni in cui la periferia si spostava per passeggiare e fare la spesa. Luci spente, finestre chiuse, attività aperte a metà e gli appartamenti affittati ai turisti che si sono svuotati e così sono rimasti fino ad oggi, inizio Settembre.

I cittadini hanno evidenziato a più riprese, nei mesi scorsi, la deriva del tessuto sociale ed economico in un centro città rivolto oramai ai turisti, con offerta di beni, prezzi al dettaglio, ed anche servizi pensati per il turismo e non più per il vicinato stabile. Se i commercianti hanno pianto per gli scontrini non sono stati meglio i residenti che si sono sentiti abbandonati e che vedono oggi nell'operazione di richiamo dalla periferia un tentativo inutile e tardivo.

Il Comitato Palomar Palazzuolo ha spiegato a QUInewsFirenze che la situazione dovrebbe imporre una seria riflessione sull'opportunità di attivare un monitoraggio dei locali commerciali e degli immobili che nel corso degli anni hanno cambiato tipologia merceologica e destinazione d'uso "Eravamo la strada degli artigiani piena di vicini che si conoscevano tra loro, adesso trovare un intero stabile abitato da residenti è una vera impresa. Se la crisi favorisse una conversione degli affitti verso i contratti tradizionali 4 più 4 o 3 più 2 sarebbe una svolta per tutti, significherebbe ritrovare l'identità del rione ed avere anche un diverso peso sociale così da ottenere servizi rivolti ai residenti come biblioteche o presidi sanitari". 

Sulla stessa linea anche il Comitato Cittadini per Firenze che a QuinewsFirenze ha sottolineato "Speravamo di vedere a Settembre qualche cartello "Affittasi" sarebbe stato il segnale di un cambiamento, il segno del ritorno dei residenti in centro. La vera soluzione per risolvere tanti problemi che non vengono affrontati perché la maggioranza degli abitanti sono solo di passaggio: arrivano, spendono e ripartono. Se restassero si renderebbero conto delle cose che non funzionano e saremmo in tanti ad occuparci del rione". "Purtroppo sulla decisione dei proprietari - sottolinea il portavoce, residente di Sant'Ambrogio - pesa la difficoltà di rientrare in possesso dell'appartamento in caso di morosità. Molti hanno iniziato ad affittare a turisti ed agenzie per la paura di restare senza casa e senza soldi. Servono incentivi strutturali prima ancora che economici".

Chi spera nella conversione del mercato è soprattutto la Segretaria del Sunia Firenze, Laura Grandi, che ha spiegato a QUInewsFirenze "Adesso è il momento storico giusto per riconvertire tutte le abitazioni ad affitto turistico, desolatamente vuote da mesi, ad affitti concordati ‘lunghi’, residenziali per le famiglie e per tutti coloro che svolgono la loro vita nella nostra città. Sarebbe il momento giusto per il controesodo dei tanti fiorentini, che sono dovuti migrare in altri comuni, alla ricerca di case e di affitti più contenuti. Affittare con canoni sostenibili, a chi vuole vivere stabilmente e svolgere la propria attività lavorativa, sarebbe un bellissimo gesto di patto sociale fra proprietà ed inquilini: ma sopratutto ricostruirebbe quel tessuto sociale, che allontana fenomeni di movida becera. Ammesso che il problema della nostra città sia davvero la movida".


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