Attualità martedì 24 marzo 2020 ore 14:00
Gli Uffizi celebrano Dante con la realtà virtuale
Un tour virtuale su Facebook nei sotterranei delle Gallerie fiorentine e una mostra digitale di immagini dantesche per celebrare il Sommo Poeta
FIRENZE — Un acquisto importante, una mostra tematica, un tour negli sotterranei medievali degli Uffizi. Le Gallerie sono chiuse a causa del coronavirus ma sono molte le iniziative virtuali per celebrare Dante Alighieri nel primo Dantedì di domani 25 marzo.
A partire dalla notte tra il 24 e il 25 marzo sarà disponibile su www.uffizi.it una esposizione virtuale dedicata a Dante, “Non per foco ma per divin’arte. Immagini dantesche dalle Gallerie degli Uffizi”: una scelta di 11 opere appartenenti alla collezione delle Gallerie, tra dipinti, disegni e sculture dal Quattrocento all’Ottocento racconteranno la figura, i personaggi e la fortuna dell’Alighieri nella storia dell’arte. Tra queste il celeberrimo affresco di Andrea del Castagno raffigurante il Poeta e scene dalla Divina Commedia come La Selva oscura di Federico Zuccari (1540 ca. - 1609) e l’Ingresso nell’Ade con Virgilio di Livio Mehus (1630 ca. - 1691), oltre a capolavori di Cimabue, Giotto, Botticelli e Pio Fedi. Introduce l’ipervisione un saggio su Dante e l’arte di Paolo Procaccioli, professore ordinario all’università della Tuscia di Viterbo (il 26 marzo sarà disponibile anche la versione in inglese).
”Dante fa parte del patrimonio delle Gallerie degli Uffizi - ha detto il direttore Eike Schmidt – non soltanto per via delle nostre collezioni dantesche, ma anche per il luogo che egli frequentò nella sua veste pubblica e politica, l’ex chiesa di San Pier Scheraggio, nel Cinquecento inglobata dal Vasari nella fabbrica degli Uffizi. Per questo motivo partecipiamo da protagonisti, con fierezza, alla prima festa nazionale del Dantedì, con i mezzi digitali che in questo periodo di isolamento fisico sono diventati strumenti fondamentali di legame tra tutti gli italiani. Nessun personaggio storico rappresenta l’unità nella diversità dei vari popoli d’Italia quanto il Sommo Poeta”.
Un tour negli "inferi" degli Uffizi: una visita divisa in due episodi, alla scoperta dei sotterranei della chiesa medievale di San Pier Scheraggio, inglobata nel XVI secolo da Giorgio Vasari nella fabbrica degli Uffizi: questo viaggio virtuale negli scavi dell’antico edificio riporterà i visitatori indietro nel tempo, alla Firenze di primo Trecento quando nel luogo si riuniva il Consiglio del Popolo di cui fu membro Dante Alighieri. Nel primo video Novella Lapini, assistente museale, illustra i rapporti tra la chiesa romanica di San Pier Scheraggio e il Sommo Poeta. La “discesa agli inferi” avverrà con la guida di un ‘Virgilio’ d’eccezione, il funzionario archeologo e curatore dell’arte classica della Galleria, Fabrizio Paolucci, che scendendo negli scavi non visibili al pubblico ci farà recedere a tempi ancora più antichi, fino al periodo romano. Entrambi i video verranno resi disponibili sulla pagina Facebook degli Uffizi la mattina del 25 marzo (www.facebook.com/uffizigalleries).
Già alla vigilia del Dantedì, sempre sul canale Facebook degli Uffizi, sarà pubblicato un altro video, sulla Pala di San Barnaba di Sandro Botticelli (1487) che fa parte della serie #raccontidipinti, dedicata al rapporto tra poesia e pittura, partita il 21 marzo in occasione delle Giornata Mondiale della Poesia. Nella grande pala d’altare, sull’ultimo gradino del trono della Vergine troviamo inciso l’incipit dell’ultimo canto del ‘Paradiso’, “Vergine madre e figlia del tuo figlio”: una preziosa testimonianza dell’ammirazione di Botticelli per il sommo poeta.
Francesca da Rimini nell'Inferno dantesco è l'ultima opera acquisita dagli Uffizi. (Pistoia 1780 – Cortona 1864). L’opera di Nicola Monti è la prima documentata dell’artista e fu realizzata per il negoziante livornese Luigi Fauquet, suo principale mecenate. Esponente di spicco della pittura protoromantica e grande ammiratore di Michelangelo (in un periodo in cui ad esser venerato come sommo era invece Raffaello), Nicola Monti fu una bizzarra e poliedrica figura di artista e di intellettuale poligrafo. Fu infatti anche autore di numerosi scritti teorici e biografici tra i quali il Trattatello sul nudo, una specie di manuale che rappresenta per noi una preziosa testimonianza della prassi didattica vigente nel XIX secolo nell’Accademia fiorentina, e la Poliantea, sincero e arguto diario che ricostruisce le tappe del suo viaggio in Polonia ed in Russia, durato ben tre anni - dal 1818 al 1821 - durante i quali realizzò un nutrito gruppo di opere. Francesca da Rimini nell’Inferno dantesco si ispira al notissimo episodio del V canto del poema dantesco. Il dipinto riflette l’animo solitario e tormentato di questo artista, dotato di una fantasia feconda e di una notevole ricchezza di invenzione, quasi da neo manierista, come ricordavano i suoi contemporanei.
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