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Attualità sabato 05 ottobre 2019 ore 16:25

Gli Angeli in divisa del 1966

Un documentario racconta la storia dei carabinieri e degli oltre 700 allievi del corso Sottufficiali che aiutarono la popolazione durante l'alluvione



FIRENZE — Cinquantatré anni dopo l'alluvione  un documentario ricostruisce fedelmente l'operato dei carabinieri e degli oltre 700 allievi del 59esimo corso sottufficiali.

"Tutto il mondo  - sottolinea il Comune di Firenze in una nota-conosce e ha presente l’alluvione che la mattina del 4 novembre 1966 colpì la città di Firenze, eppure in quell’occasione, non emerse dal fango l’operato dell’Arma dei Carabinieri, soprattutto quello (da alluvionati) degli oltre 700 allievi del 59esimo corso Sottufficiali, la cui scuola venne anch’essa sommersa dalla furia dell’Arno".

Il documentario è stato prodotto dall’Associazione Nazionale Carabinieri, con la collaborazione dell’Arma dei Carabinieri, realizzato dal Maresciallo Maggiore Liberatore Francesco Memoli, e affidato al massimo storico dell’alluvione, il giornalista Franco Mariani, ed è stato presentato e proiettato per la prima volta questa mattina, a ritmo continuo per 10 ore, a Palazzo Vecchio, aprendo di fatto le celebrazioni ufficiali per il 53esimo anniversario dell’Alluvione.

“Firenze e l’Arma dei Carabinieri hanno un rapporto di reciproco rispetto e affetto – ha detto il Presidente del Consiglio Comunale Luca Milani - tanto che il 9 marzo scorso, l’Arma dei carabinieri è stata insignita del Fiorino d’oro, massima onorificenza della città; ospitando questo evento, la città continua a testimoniare questa relazione. I 700 giovani allievi della Scuola Sottufficiali dei Carabinieri nel 1966 si misero a disposizione dei fiorentini, e lo fecero, sentendosi loro stessi alluvionati e fiorentini. Un aspetto quello di sentirsi orgogliosamente fiorentini, mi ha molto colpito come l’orgoglio che hanno sempre dimostrato a partire da quando, nel 2016, sono ritornati, dopo 50 anni, per la prima volta in città. Questo documentario, dopo oltre cinquant’anni ricostruisce storicamente l’intervento grazie a documenti, foto, video, e soprattutto grazie alle testimonianze dirette di alcuni di loro. Firenze, per almeno 30 anni, ha rimosso la tragedia che l’ha colpita il 4 di novembre, allontanando il suo fiume dalla vita della città. Adesso piano piano il ruolo del fiume e della sua importanza nella vita della città sta tornando prepotentemente alla ribalta. Molte città hanno già sviluppato lungo i loro fiumi nuove opportunità di incontro e condivisione e molte nuove attività economiche. Anche Firenze vuole riscoprire un rapporto nuovo con l’Arno, riattualizzando ad esempio il progetto che l’architetto Roger aveva ideato per il nostro fiume già alla fine degli anni 80 e che il Sindaco Dario Nardella ha recentemente riproposto e vorrei anche ricordare che proprio in questo fine settimana viene proposto il Florence Rivers Festival, due giorni di eventi per vivere l’Arno in modo nuovo con passeggiate e giochi lungo le rive e gite in barca”.

Nel suo intervento il Presidente di Firenze Promuove, Franco Mariani, ha ricordato le parole del Sindaco Dario Nardella: è forte la nostra gratitudine per quello che l’Arma ha fatto in tanti momenti positivi che possono e devono essere raccontati. Ora - aggiunge- finalmente, dopo 53 anni abbiamo raccontato la storia dei fiorentini Carabinieri Angeli del Fango, dopo che la città gli aveva sepolti nel fango subito dopo l’alluvione. Inseriti nei ranghi dell’Arma, ma ancora in formazione, non muniti di mezzi tecnici come invece erano i loro colleghi della territoriale, gli Allievi del 59° Corso, hanno salvato vite umane e animali, con due di loro, decorati di Medaglia d’Argento al Valor Civile per il salvataggio di un anziano civile, più altri con medaglia di bronzo ed encomi solenni. Come i soldati della grande guerra hanno patito la fame – per giorni e giorni hanno mangiato solo cipolle – così come hanno patito il freddo, l’umidità, camminato nel fango, spalato, ripulito, sorvegliato, spogliandosi – loro malgrado – della loro gioventù e diventando uomini, battezzati nel fango”.

“Il documentario Carabinieri Angeli del Fango – ha evidenziato il Portavoce del 59° Corso Allievi Sottufficiali Carabinieri Francesco Liberatore Memoli - vuole essere una testimonianza del reale contributo offerto da quegli allievi durante i giorni dell'alluvione di Firenze, di cui nessuna traccia si trova nei libri e nei giornali dell’epoca. Anche la tecnologia del tempo fu avara di nostre immagini, ma la determinazione a voler lasciare memoria, ci ha fatto superare ogni ostacolo. Quei drammatici momenti furono pieni di episodi di nobile-altruismo e di atti di coraggio, la nostra azione non riguardò solo singole azioni isolate, ma fu una partecipazione corale di giovani ragazzi, che, pur patendo anch’essi la condizione di alluvionati, con generosità, non risparmiarono alcuna energia nelle operazioni di soccorso”.

“L’Alluvione di Firenze ha toccato il cuore di tutti - ha detto il colonnello Antonio Nievo Capo dell’ufficio Storico del Comando Generale dell’Arma - e l’Arma fu protagonista grazie ai 700 allievi della Scuola, che in assenza della Protezione Civile, nata diversi anni dopo, si prodigarono per la città e per i fiorentini. Tutta la Scuola, dal Comandante all’ultimo Allievo furono parte attiva della rinascita della città e che fu e rimane un aspetto belllissimo che sottolinea egregiamente lo speciale rapporto che c’è tra la città e la Scuola Carabinieri, come la chiamano i fiorentini”.


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