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Attualità venerdì 20 novembre 2020 ore 19:20

Covid, l'hotel diventato albergo sanitario

Monica e Andrea raccontano a QUInewsFirenze la loro esperienza di albergatori che hanno scelto di trasformare l'attività in albergo sanitario



FIRENZE — Era il 27 Marzo 2020 quando l'albergo di Monica e di suo figlio Andrea ha aperto la porta ai primi ospiti inviati dall'Azienda sanitaria, da allora non si sono fermati un attimo ed hanno seguito l'evolversi dell'epidemia dalla reception.

Monica racconta a QUInewsFirenze l'esperienza che in questi mesi ha trasformato l'attività ricettiva 3 Stelle di Gavinana a servizio dei contagiati dal Covid-19 che vengono curati da medici Asl fuori dagli ospedali.

Quando e come avete iniziato la trasformazione?

"Dopo che l'associazione degli albergatori ha concluso la convenzione con la Asl abbiamo riflettuto per alcuni giorni ed abbiamo deciso di accettare questa sfida, un po' per non chiudere totalmente l'attività che senza turisti sarebbe rimasta vuota e un po' per senso civico perché in questa società ci viviamo e volevamo dare il nostro contributo"

Come avete affrontato il cambiamento iniziale?

"La Asl ha fatto un sopralluogo per valutare se gli ambienti fossero conformi agli standard sanitari e ci hanno dato indicazioni sull'allestimento delle stanze che in pratica si è trasformato in un vero e proprio trasloco perché abbiamo dovuto eliminare quadri, tendaggi, poltrone imbottite, tutto ciò che complicava le procedure di sanificazione".

L'accoglienza cosa prevede?

"Le persone vengono indicate dalla Asl, noi facciamo l'assegnazione delle camere. Li vediamo arrivare, manteniamo le distanze ed intanto spieghiamo i servizi. La Asl si occupa ogni giorno delle pulizie, della biancheria che è quella ospedaliera e del vitto che viene consegnato dalla mensa degli ospedali due volte al giorno. Ogni giorno poi vengono i medici e infermieri delle Unità Usca per visitare gli ospiti che sono in isolamento".

Come avvengono i contatti all'interno dell'albergo?

"Prendiamo ad esempio il pranzo e la cena, provvediamo noi a lasciare i piatti davanti alle camere e poi avvisiamo gli ospiti che possono aprire per ritirare le pietanze. Molti contatti avvengono per via telefonica come ad esempio le indicazioni sull'uso degli apparecchi elettronici o del bollitore ad esempio al quale non tutti sono abituati, come ad esempio gli ospiti più anziani". 

Quale tipologia di ospiti è più frequente?

"Abbiamo attraversato diversi periodi, all'inizio c'era molto personale sanitario e qualche anziano. Avvicinandoci all'estate abbiamo accolto famiglie con bambini piccoli per passare poi ai ragazzi giovani rientrati dalle vacanze estive positivi al virus. Tra Ottobre e Novembre siamo tornati ad una fascia in età avanzata e personale sanitario come a Marzo".

L'attività ha permesso di resistere alla crisi?

"Pur avendo lavorato sempre siamo sotto il 60 per cento dei fatturati dati dal turismo, chi non ha aderito a questa forma di iniziativa sarà sotto del 90 per cento perché a Firenze viviamo molto di turismo straniero". 

Quanto impegno comporta una attività così riorganizzata?

"Diciamo che ci siamo abituati mentalmente perché la paura del virus è la stessa di Marzo. Abbiamo preso dimestichezza con le misure di sicurezza e la sanificazione. Abitiamo qui anche noi per non lasciare mai soli gli ospiti che potrebbero accusare i sintomi del virus ed ammalarsi quindi occorre intervenire per chiamare una ambulanza ma spesso si tratta di offrire un supporto perché non è facile staccarsi da tutto e isolarsi. Abbiamo imparato una nuova forma di ospitalità che a prescindere dalla crisi ci ha sicuramente arricchito".

Nei giorni scorsi l'assessore del Comune di Firenze, Cecilia Del Re ha fatto visita alla struttura commentando "Quella di Monica è la prima delle oltre 15 strutture che hanno aderito all’avviso della Regione Toscana per diventare luoghi di cura complementari agli ospedali, e che rappresentano anche un modo per spezzare la catena del contagio che in famiglia altrimenti si diffonde più velocemente. Sono stata a salutarla e a ringraziarla per un servizio che oggi è essenziale per la nostra comunità".


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