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Attualità giovedì 09 dicembre 2021 ore 16:34

Consiglio comunale decisivo per Costa San Giorgio

La trasformazione urbanistica della ex Caserma Vittorio Veneto di Costa San Giorgio sarà discussa nella assembla in programma a Palazzo Vecchio



FIRENZE — Il progetto di riqualificazione della ex Caserma Vittorio Veneto di Costa San Giorgio, tra Ponte Vecchio e Giardino di Boboli, arriva in Consiglio comunale con la discussione della variante urbanistica.

Lunedì sarà interessante ascoltare gli interventi sull’operazione di Costa San Giorgio" a dirlo sono stati i consiglieri Antonella Bundu e Dmitrij Palagi con i colleghi del Quartiere 1 Francesco Torrigiani e Giorgio Ridolfi. "Questa variante può ancora essere bloccata in Consiglio comunale, e si tenga conto della tantissime persone che sono venute al Consiglio aperto a dire “no” al resort, e a questa gestione della città" hanno sottolineato Palagi, Bundu, Torrigiani e Ridolfi.

Nelle ultime settimane il dibattito ha subito una accelerazione con il sopralluogo della Commissione urbanistica e l'audizione dell'Associazione Idra che per anni ha promosso l'apertura di un Laboratorio di partecipazione sulla trasformazione dell'immobile, salvo poi adottare un percorso sperimentale autogestito tra incontri pubblici e visite culturali. Tra le associazioni che sono intervenute sulla trasformazione che interessa la collina panoramica anche Progetto Firenze.

"Arriviamo al prossimo Consiglio comunale - hanno aggiunto Bundu e Palagi - forti dell'incontro aperto alla cittadinanza un paio di giorni fa, con il Quartiere 1 che ha potuto ascoltare un lungo elenco di interventi tutti contrari alla variante che ci sta proponendo la maggioranza. Si sono levate voci autorevoli e voci di cittadini comuni, tutte critiche verso la visione e l'idea di città che ha la Giunta, e sul ruolo che il privato possa avere nelle trasformazioni urbanistiche della città. Le risposte riportano al solito tormentone: il resort è stato venduto nel 2002, è colpa delle giunte precedenti, del Demanio, della Sovrintendenza, era l’Ateneo che doveva acquistarlo, è l’Europa che ce lo ha chiesto... e la solita retorica che “stiamo eliminando i buchi neri che ci sono in città”. Ma chi li ha creati quei buchi neri, le giunte precedenti? E perché a problemi pubblici si ritiene accettabile che si trovino risposte private? Possibile che tra una caserma militare preclusa, un buco nero e un resort di lusso esclusivo non ci siano alternative?" hanno concluso i condsiglieri.


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